Rainbow Six Siege – Dust Line: la recensione di VMAG

Circa tre mesi fa vi parlavamo di Operation Black Ice, primo pacchetto aggiuntivo rilasciato da Ubisoft per Tom Clancy’s: Rainbow Six Siege. Con colpevole ritardo Ubisoft rilascia Operazione Dust Line, con la stessa formula del primo pacchetto. Due operatori dei Navy SEAL, uno per parte, una mappa e una carrellata infinita di miglioramenti al titolo. Tutto il contenuto del pacchetto è in realtà gratuito, acquistabile con valuta in-game per 25.000 crediti. I due operatori introdotti non vengono tuttavia da soli. Per migliorare l’esperienza di gioco, Ubisoft ha aggiornato Rainbow Six Siege alla versione 1.10, grazie alla quale possiamo trovare diverse migliorie in gioco, delle quali vi lasciamo il link specifico con le patch notes. Copricapi, nuove skin e la schermata del team vincente in posa con annesso MVP, sono solo alcune delle features inserite con la 1.10. Blackbeard e Valkyrie sono indubbiamente le due aggiunte di peso, trattandosi dei due operatori. La mappa aggiunta, chiamata Confine, è ambientata in una location enorme medioorientale nel bel mezzo di un conflitto. Il palazzo distrutto in cui è ambientata la mappa offre, come al solito, innumerevoli punti d’accesso e luoghi d’interesse che saranno testimoni di scontri a fuoco memorabili e epici.

Dopo una breve panoramica, passiamo ad analizzare i due operatori, cuori pulsanti di questo aggiornamento di gioco. Blackbeard, operatore d’attacco, ci viene da raccontato da Ubisoft stessa in questo modo. Nato e cresciuto nel nord-ovest del Pacifico, si è dedicato anima e corpo a diventare un Navy SEAL, che vengono considerati il connubio perfetto tra forza fisica e mentale. Senza troppa immaginazione, il soprannome Blackbeard deriva dalla prorompente barba incolta di cui dispone con fierezza. Oltre ad essa, Blackbeard porta con sé uno SCAR H e un MK11, entrambi ideali per le medie/lunghe distanze. La vera chicca dei due operatori di Dust Line è l’arma secondaria: la leggendaria Desert Eagle. Cosi come Valkyrie, si tratta di un operatore estremamente equilibrato, con 2 punti agilità e 2 punti corazza su 3. Blackbeard vanta un’abilità quantomeno peculiare: uno scudo d’assalto trasparente rinforzato TARS, applicato sull’arma. In questo modo avrete un operatore in grado di difendersi in movimento, pur rinunciando a qualche punto in velocità di movimento, non potendo sprintare.

Il team vincitore: una delle nuove feature dell'update 1.10.
Il team vincitore: una delle nuove feature dell’update 1.10.

Promessa olimpica dei 200 metri rana, Meghan “Valkyrie” Castellano ha visto svanire il sogno di una medaglia d’oro in seguito ad un incidente d’auto in cui si è rotta un braccio. Dopo aver passato due anni in riabilitazione con il padre, che di mestiere faceva l’ufficiale dell’esercito, lavora nei servizi segreti della Marina. Questo è ciò che basta per farle fare il salto nei Navy SEAL, diventando a conti fatti una delle prime donne SEAL. Valkyrie viene presentata cosi dai ragazzi di Ubisoft. Non è tuttavia difficile comprendere il carattere di questa bellissima fanciulla, già dai primi movimenti sul campo. Oltre ad una biondissima chioma, una pletora di tatuaggi ed un fisico mozzafiato che la rende agile e resistente, Valkyrie ha in dotazione un MPX e uno SPAS 12, ai quali affianca l’immancabile Desert Eagle. Ideale principalmente per gli spazi angusti e le brevi distanze, vi darà enormi soddisfazioni con la propria abilità unica: le quattro telecamere “Black Eye”, che potrete piazzare liberamente in difesa da usare in aggiunta a quelle già posizionate nella mappa.

La bellissima Valkyrie in azione. Pronti a difendervi con le sue telecamere Black Eye?
La bellissima Valkyrie in azione. Pronti a difendervi con le sue telecamere Black Eye?

Dopo un’analisi degli operatori, che andranno ad incastrarsi perfettamente nel mosaico di Siege, non possiamo non lodare la cura con cui è stata realizzata la mappa Confine. Ubisoft l’ha dipinta come la più grande mappa del gioco e quella con più punti distruttibili. Noi gli diamo ragione. È esattamente cosi: inoltre funziona dannatamente bene, elevando il level design generale del titolo. Come ho riportato nel primo paragrafo introduttivo, sembra che il pacchetto Dust Line finisca qui. In realtà, da dicembre ad oggi, passando per quel maledetto aggiornamento di febbraio, Rainbow Six Siege è cambiato parecchio, in positivo. Forse tardivamente, ma i ragazzi di Ubisoft hanno messo davvero cuore e anima per sistemare i problemi di un titolo ben fatto, non per tutti, di nicchia, con una community che lo ama e lo sostiene, anche nelle difficoltà. Il business model ci piace molto. Speriamo solo che non sia troppo tardi per un’altra irruzione.

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