Arslan: The Warriors of Legend: la recensione di VMAG

Se c’è un genere di stampo orientale che spesso, purtroppo, non riesce a far breccia all’interno delle menti occidentali, è il musou. Videogiochi J-RPG, titoli narrativi di vario tipo e molti puzzle game simili a Katamary Damacy hanno trovato la loro nicchia all’interno dei cuori europei e non, ma il genere musou, portato in auge in patria da videogiochi come Dynasty Warriors e Samurai Warriors, rimane infatti abbastanza “particolare” per far breccia nei cuori e nei gusti della grande massa. Per superare questa barriera culturale e di mercato che ha sempre impedito al genere di raggiungere un bacino d’utenza più elevato, il musou ha sempre tentato quindi di cambiare le carte in tavola in diversi modi: con giochi come Drakengard la Square Enix è riuscita a inserire meccaniche GDR elevate e un ampliamento dei contenuti in-game oltre al classico kill-them-all, con giochi come Hyrule Warriors e Dragon Quest Heroes, i rispettivi Nintendo Square Enix hanno congiunto due universi distanti anni luce. Con Arslan: The Warriors of Legends, Omega Force tenta invece un approccio diverso e molto marcato. Sarà riuscito il prode Principe Arslan a conquistare anche l’occidente o sarà costretto a tornarsene in patria?

Il nostro prode Arslan dovrà cavarsela a soli 14 anni nel campo… dei musou!

Basato su La Leggenda di Arslan (Arslan Senki), light novel fantasy giapponese di Yoshiki Tanaka, composta da 14 volumi, pubblicati dal 1986 fino ad oggi, ha l’opera ha avuto, nell’arco dei vari anni, numerosi adattamenti diversi:  troviamo un film anime e il relativo manga del 1991, un ulteriore film anime del 1992, una serie di OAV pubblicati dal 1993 al 1996, e infine il recentissimo lavoro svolto da Hiromu Arakawa (Fullmetal Alchemist), con un manga ancora in pubblicazione (pubblicato in Italia da Panini Comics) e un anime completo di 25 episodi, iniziati entrambi nel 2015. La motivazione per cui è necessario capire la storia editoriale di questo titolo si basa su un concetto: uno dei punti di forza del gioco, probabilmente il più importante, è proprio la storia molto articolata e complicata (nell’accezione positiva del termine), ed è grazie a questo che Arslan: The Warriors of Legends riesce dove altri hanno fallito, dando spessore ad una tramata che, per quanto sia apprezzabile completamente solo dai fan dell’opera originale, risulta sicuramente un ottimo valore aggiunto per il prodotto.

Ambientato nella città immaginaria di Pars, in costante guerra contro la Lusitania, il protagonista della storia è il Principe Arslan che, scampato ad un agguato, dovrà riconquistare la sua città. Con l’aiuto di fedeli guerrieri, si ritroverà quindi, seppur giovane, a farsi carico di incombenze e responsabilità degne di un re.
La storia del gioco segue di pari passo la trama originale del recente anime, inserendo le varie battaglie nel posto giusto al momento giusto, fornendo così un ottimo ripasso/fan service per chi già conosce le gesta del condottiero Arslan o, per chi non ha mai approcciato la serie, un modo per iniziare a farlo.

Delle cutscenes prese direttamente dall’anime vi accompagneranno per tutta la trama.

Vi è da dire, quindi, che la trama, si incastra nel genere musou in modo perfetto: battaglie composte da migliaia e migliaia di soldati, combattimenti esclusivamente all’arma bianca o tramite arco, e la suddivisione in capitoli della storia permette al gioco di poter seguire il classico iter del genere, vivendo, battaglia per battaglia, le emozioni dei personaggi. A differenza del primo tentativo di videogioco basato su Arslan, uno strategico del 1993 su Sega Mega-CD non molto funzionale, stavolta i mezzi hanno permesso di sviluppate un gioco molto più dettagliato e complesso  e che ben si sposa, quindi, con la natura “bellica” dell’opera originale. Certo è che la qualità dell’azione si colloca forse un gradino sotto quella degli altri esponenti del genere, sia i per la complessità delle battaglie che per la difficoltà del gioco stesso (che comunque vi permette di scegliere fra 4 gradi di sfida diversi), tant’è che il gameplay di Arslan: The Warriors of Legends non riesce a competere con i grandi titoli Warrior, ma sono invece una storyline ben strutturata e un lavoro artistico d’eccellenza ad elevare il prodotto un gradino sopra molti altri musou.

Il genere di gioco si adatta perfettamente alla trama.

Per quanto riguarda i personaggi disponibili in gioco, durante la storia vi troverete ad utilizzare i più disparati guerrieri, dal protagonista Arslan al suo aiutante Daryun, da un bardo di passaggio alla terribile e affascinante Farangis: ed ognuno di questi avrà il proprio set di skill, le proprie armi, le proprie combo e il proprio stile. Come visto già in Dynasty Warriors, ogni guerriero richiederà di utilizzare un approccio diverso durante la battaglia, ma qui avrà delle opzioni extra che aggiungeranno un’ulteriore dimensione al gioco: potrà infatti sbloccare, attraverso le uccisioni dei nemici e l’aumentare del livello, degli skill set diversi, potenziati, con danni elementali e con mosse più potenti, e potrà farlo per ogni arma equipaggiata. Come se non bastasse, le armi potrete sbloccarle andando avanti nel gioco, e ogni strumento di distruzione e morte avrà il suo pattern d’attacco specifico e diferente.

Inoltre, il sistema di Carte Collezionabili disponibile nel gioco, reperibili durante le varie battaglie, assieme a oggetti come Potenziamenti Marziali (che aggiungeranno combo e effetti alle armi che possedete già) oppure attraverso i punteggi di fine livello. vi permetterà di personalizzare il set di Carte equipaggiate, che daranno bonus ai relativi valori del guerriero in gioco. Tutte queste aggiunte sono sicuramente lodevoli tentativi di rendere più variegata l’azione, aggiungendo un po’ di pepe alla classica formula, niente che non si sia visto in altre produzioni, ma sicuramente un valore aggiunto alla produzione.

Oltre ad equipaggiarle, potrete sintetizzare nuove carte distruggendo quelle vecchie.

Se questi elementi, quindi  sono molto simili ai vari musou, alcune peculiarità del gioco lo fanno brillare di luce propria: parliamo della Mardan Rush, un’abilità speciale attivabile all’interno di determinate aree, per partire alla carica con attacchi di ondate di migliaia di soldati. Quest’abilità sarà fondamentale nel gioco, in quanto vi permetterà di distruggere determinate barriere, attaccare di massa con archi e frecce infuocate, oppure sbaragliare lo stuolo di forze nemiche che vi si para davanti. Oltre a tutta l’esperienza Storia che il gioco vi dispone, potrete inoltre rigiocare le varie battaglie in una modalità libera, potendo utilizzare tutti i personaggi già sbloccati, oppure dedicarvi alla componente multiplayer, sia online che offline, che vi permetterà di giocare determinate battaglie co-op, sia in Story Mode che in Free Mode, aumentando di molto l’esperienza di gioco, cosa che molti musou non hanno mai fatto.

Parlando del comparto tecnico, Arslan: The Warriors of Legend si avvale di un mash-up grafico: se tutti i fondali utilizzano una grafica poligonale con texture realistiche, i personaggi del gioco, dal protagonista ai vari nemici, sono completamente caratterizzati da una grafica cell-shading che esalta e impreziosisce il lavoro di character design fatto dalla disegnatrice; lavoro che potrete gustarvi nelle cut-scene del gioco: scene di dialogo in cui i disegni tratti direttamente dall’anime si mostreranno a voi nel loro splendore. Il tutto è accompagnato da un sonoro coinvolgente, ricco di un doppiaggio originale in giapponese. Unica nota dolente: in alcuni casi, specialmente durante combo elaborate, il gioco subisce dei leggeri cali di frame rate, ma niente che possa minare l’effettiva giocabilità del titolo.

Siete pronti a comandare il vostro esercito? Yashasin!

Arslan: The Warriors of Legend si pone  quindi in un ambiente particolare, conscio di non solleticare il gusto della massa, ma solo di un gruppo ristretto di giocatori. La storyline dell’anime è trattata con i guanti, diventando un must nella libreria di ogni fan del Principe, forte. di un tratto artistico riconosciuto come uno dei migliori nel mondo dei manga e una trama tratta direttamente da opere letterarie dettagliate e ricche. Questi due fattori, uniti ad un gameplay rodato e infarcito di qualche piccola aggiunta, seppur non solido come in altre produzioni, creano in questo titolo quella scintilla che può farlo brillare nel mare dei musou, ma che purtroppo, per sua stessa natura, rimarrà relegato al pubblico fan del genere e della serie animata.