On Your Tail Recensione: Borgo Marina Mon Amour

On Your Tail

In netto contrasto con la tendenza dei titoli “Tripla A” odierni, che prediligono tra le tante strutture quella di proporre un mondo aperto e sconfinato ma nel quale il più delle volte si è in qualche modo limitati a seguire un canovaccio fatto di punti di interesse, torrette e collezionabili infiniti, alcune software house hanno invece optato per quella che definirei una struttura “small world” riscuotendo un enorme successo. La serie Like a Dragon/Yakuza e titoli indie più piccoli come A Short Hike hanno ereditato il prototipo ideato da Yu Suzuki con Shenmue e alleggerito nel tempo, mantenendo comunque l’idea di poter vivere all’interno di un mondo di gioco piccolo ma completo. Ristretto, ma profondo. Oggi siamo qui per parlare di On Your Tail, un’incarnazione tutta italiana di questo concetto targata Memorable Games, che ci porterà all’interno un’avventura ligure tutta da scoprire.

On Your Tail
Immagine promozionale di On Your Tail

On Your Tail: Un mistero all’italiana

Il canovaccio della vita di Diana potrebbe corrispondere al 90% a quello di molti di noi: una vita studentesca in una città rinomata per la sua cultura, tante speranze e sogni per il futuro che però si scontrano contro la cruda realtà della vita. In questo caso, il muro è rappresentato dalla ricerca creativa di un’ispirazione per il suo racconto da inviare all’annuale competizione universitaria, spronata dal feedback del proprio professore e giudice alla ricerca di qualcosa di più del semplice “compitino”. Questo e un senso di colpa verso i propri genitori e se stessa la spingono a compiere la “cartoonesca” decisione di lasciare tutto e tutti, inclusi telefono e portafogli, alla volta di Borgo Marina. Un espediente narrativo necessario per “strappare al giocatore” tutte le certezze e comodità della vita moderna e introdurre il leitmotiv della vacanza in un luogo sconosciuto e nel quale “nulla può succedere” se non fare qualche nuova conoscenza con gli abitanti locali. O almeno, così pare.

La realtà è che On Your Tail nasconde una verità che verrà man mano introdotta tramite una serie di eventi e furti misteriosi, legati da un filo conduttore che viene silenziosamente creato attorno alle azioni del giocatore. Una volta superata infatti l’introduzione e il primo giorno di ricognizione in quel di Borgo Marina, il giocatore ha la libertà totale di poter gestire la propria avventura come meglio crede, scegliendo se suddividerla (per il bene del roleplay e del min-maxing di alcune meccaniche di gameplay che vedremo più avanti) su varie giornate oppure fare tutto nel minor tempo possibile, seguendo in entrambi i casi una scaletta narrativa suddivisa in varie quest episodiche che introdurranno un mistero all’apparenza “autoconclusive”, ma che verso la propria conclusione diventerà un tassello fondamentale per costruire il quadro generale di ciò che sta accadendo in questo piccolo e tranquillo paradiso di mare.

E contro ogni pronostico, tralasciando uno stile nel character design che personalmente non prediligo, l’avventura di On Your Tail risulta piacevole e divertente da seguire. Sarà per le tematiche affrontate o anche solo introdotte con Diana e nelle quali mi ci ritrovo sotto certi aspetti e sfide personali, o per alcune delle situazioni assurde messe in scena, ma ho trovato alcuni elementi della narrativa molto interessanti, lasciandomi in alcuni casi sorprendere dalle “strane” pieghe e imprevisti trovati durante questa vacanza fuori porta. Al netto di un esecuzione a livello registico e di sound design poco frizzante a livello creativo. Il tutto è proposto con gli stilemi della classica visual novel in cui i personaggi nel mondo di gioco agiscono attraverso animazioni statiche e qualche grugnito doppiato. Peccato, un doppiaggio vero e proprio avrebbe sicuramente giovato al gioco in termini di immersione.

On Your Tail

Come una Capra: tra free-time-event e indagini 

Come abbiamo più volte reiterato durante le nostre anteprime, il gameplay di On Your Tail si sviluppa su due livelli: il primo è quello dell’esplorazione di questo “small world” suddiviso in vie, piazzette e vicoletti, ciascuno con personaggi da conoscere e con il quale interagire. Queste interazioni sono suddivise in semplici dialoghi distribuiti tramite una rotazione casuale, oppure dialoghi specifici dedicati alla prosecuzione della narrativa o di una particolare subquest. Queste ultime sono relegate a un sistema di companionship che permette al giocatore di fare amicizia ed essere accompagnati da alcuni dei personaggi principali del titolo, instaurando un rapporto d’amicizia che verrà approfondito se superate determinate condizioni. Esplorando Borgo Marina è possibile intraprendere diversi tipi di attività, suddivisi in mini-giochi dedicati allo svago o all’accumulo di denaro necessario per l’acquisto di beni, indumenti e libri. Ognuno di esso può essere affrontato secondo diversi livelli di difficoltà e saranno fondamentali per raggiungere il massimo livello di completismo, ovvero la collezione completa delle carte di On Your Tail. Come discusso in passato, ogni elemento del gioco è infatti rappresentato sotto forma di carta collezionabile, invitando il giocatore ad interagire con ogni sistema, mini-gioco e personaggio per poter ottenere il set completo. Un espediente di design che risulta ingaggiante e coinvolgente, anche per il solo gusto di poter dire “sì, ce l’ho fatta” al termine di una sfida inizialmente insormontabile e che compensa una profondità nell’esplorazione non proprio esplorata in tutte le sue potenzialità, ma più che giustificata data la mole di illustrazioni da creare tra le oltre 800 carte disponibili.

Gran parte di esse sono legate alla componente investigativa e agiscono come prove e indizi per quanto riguarda i vari casi per il quale Diana verrà chiamata a risolvere durante la sua permanenza. La struttura delle investigazioni segue uno stilema simile a quello di altri titoli familiari come per esempio la serie Ace Attorney o Danganronpa, in cui ogni elemento viene salvato e reso accessibile durante le indagini. Una volta ottenuto tutto il necessario, si passa ad una ricostruzione in stile “Cluedo” degli eventi, in una sorta di puzzle a turni in cui la logica è una parte essenziale della soluzione. Questo sulla carta. Nella pratica, nel momento in cui vengono introdotte ulteriori meccaniche aggiuntive e alcuni dettagli vengono omessi all’interno del riepilogo degli eventi, ci sono casi in cui il tutto si riduce a un gioco di “trial and error” che non solo riduce le deduzioni allo zero, ma viene anche incentivato da On Your Tail stesso tramite un sistema che tiene conto delle giuste supposizioni ad ogni tentativo. Che ci sta per un gioco che punta ad essere prima di tutto un chill game da prendere alla leggera, ma cozza con l’idea del regalare al giocatore una ricompensa significativa ai suoi sforzi. Il risultato è quindi un’esperienza di gioco che osa ma non troppo, godibile a piccoli morsi una volta ogni tanto (sulla falsa riga di titoli come Animal Crossing) ma che perde gran parte del suo appetito ludico se si decidesse di giocarlo per più ore consecutive.

Tra nostalgia e tormentoni

Uno degli elementi più chiacchierati e incensati durante le varie presentazioni che hanno preceduto l’arrivo di On Your Tail sul mercato risiedeva nella volontà degli sviluppatori di proporre un titolo che metteva la lingua italiana al primo posto per quanto riguarda il processo di scrittura dei dialoghi. Questa propensione a favorire la nostra lingua ha portato dei vantaggi dal punto di vista della caratterizzazione del mondo di gioco e dei suoi abitanti. Ognuno di loro è infatti impreziosito nel suo modo di parlare o proporsi nei discorsi tramite una particolare cadenza dialettale o modi di dire tipici della Liguria e di altre regioni italiane. Anche la colonna sonora è influenzata da questo, proponendo tracce ascoltabili tramite la radio presente nei dintorni di Borgo Marina che replicano le classiche hit da “CD Estivi di Radio 105” o “Festivalbar”.

E non possono mancare centinaia di citazioni al mondo della cultura pop italiana, in tutte le sue sfaccettature: dalle più innocenti come storpiature di film di culto, fino ai grandi classici della sfera trash del nostro tempo che si tratti di televisione, internet o materiali ancora più rari. Il risultato finale è un mix di elementi e battute che ad una prima visione possono strappare qualche risata, ma sul lungo periodo potrebbero – a discrezione del giocatore – creare quell’effetto da “imbarazzo di seconda mano” che si genere quando un meme diventa stantio o ripetitivo. Ma come detto, qui si passa sulla sfera della soggettività.

On Your Tail

Perfetto da giocare in Vespa (metaforicamente)

Dal punto di vista tecnico, On Your Tail mostra tutti i vantaggi e gli svantaggi di una produzione dal budget contenuto, optando quindi per uno stile cartoonesco che però non sfocia nel cell-shading vero e proprio. La realizzazione dei personaggi si trova quindi su uno strano limbo tra l’uncanny valley antropomorfico e il plasticoso, devalorizzando dei character design che tutto sommato risultano originali e divertenti da scoprire, con alcuni di questi che giocano e ironizzano sulle caratteristiche degli animali a loro ispirati o ne accentuano la personalità e il loro appeal sullo schermo. D’altro canto, uno stile così poco esoso a livello di risorse ci ha permesso di portare l’avventura di Borgo Marina in giro o anche solo in portabilità su Steam Deck, con performance più che fluide utilizzando la versione Proton Experimental e arrivando a una durata della batteria complessiva di 3 ore e 30 minuti.

Tuttavia, il problema principale di tutta la nostra esperienza con On Your Tail è legata ad una stabilità del software altalenante. Mettiamo subito in chiaro che quanto segue è un analisi che si basa su multiple partite tra le versioni pre-release dedicate alla preview (come l’anteprima pubblicata da noi qualche giorno fa), la versione review 0.9.5 e l’aggiornamento successivo alla 1.0.1 e che vanno quindi ad eliminare dall’equazione tutti quei bug legati a personaggi che cadono nel vuoto, animazioni che non partono durante l’uso dei compagni o le interazioni acquatiche, perché tra una versione e l’altra questi problemi sono stati corretti. Ciò che sono rimasti sono quei piccoli momenti in cui il gioco ti tiene per i capelli durante il caricamento di texture o modelli più dettagliati tra il passaggio da una zona e l’altra di Borgo Marina, estendendosi anche durante il caricamento delle varie carte che dovrebbero introdurti alle nuove zone di gioco. Nulla che non possa essere aggiustato con un ulteriore aggiornamento, ma comunque un piccolo blocco stradale per quanto riguarda la fluidità del gioco che in questo caso viene un po’ meno.


In definitiva, l’avventura di Diana in quel di Borgo Marina ci ha convinto? Abbastanza. Dal punto di vista della narrativa, le peripezie e i misteri di questa solare cittadina ligure ci hanno regalato delle buone ore di intrattenimento, proponendo tematiche interessanti ma soprattutto un cast di personaggi principali nel quale chiunque può rispecchiarsi un pochino. Per quanto riguarda il gameplay, il gioco mantiene sì la promessa di proporre un’esperienza tranquilla e pacata, approcciabile quando e come si vuole, ma forse a costo di quel pizzico di profondità e varietà necessaria per renderlo veramente una delle rivelazioni del panorama videoludico italiano. 


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V008 Mensile
Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!