Quella affrontata da Sun Wukong durante la 42esima edizione dei Golden Joystick Awards è certo stata una concorrenza agguerritissima. Nonostante il comprovato pregio delle altre produzioni in gara per l’Ultimate Game of the Year, è la reinterpretazione videoludica de Il Viaggio in Occidente ad avere la meglio. Nella lista di contendenti al premio più ambito c’erano altri grandi successi di quest’anno come Astro Bot, Dragon Age: The Veilguard, Final Fantasy VII: Rebirth, il rivalutato Silent Hill 2 e le sorprese di quest’anno, Balatro e Helldivers 2.
Vince il più “chiacchierato”
Sarà che l’assegnazione del premio è stata decisa totalmente dal pubblico votante – a differenza di BAFTA e TGA, che prevedono una giuria – ma a spuntarla è stato non tanto il gioco reputato migliore, ma soprattutto quello che ha potuto vantare il supporto di una platea immensa come quella cinese, oltre a essere forse uno dei giochi più discussi dell’ultimo anno e non solo. Black Myth: Wukong si è imposto da subito come uno dei giochi capaci di raggiungere traguardi di vendita ragguardevoli, con circa 10 milioni di copie in circolazione nei primissimi giorni post release. Sebbene non ancora confermato da dati ufficiali, è lecito supporre che un fondamentale contributo a questo successo sia arrivato proprio dalla patria di origine del titolo, la Cina. Di sicuro, comunque, anche l’essere protagonista di accesi dibattiti in rete, originati dalle dichiarazioni attribuite ai dev, ha fatto gioco utile alla vittoria.
La polemica è servita
Un discorso a parte merita invece Shadow of the Erdtree, DLC di Elden Ring che, come previsto è stato premiato come miglior espansione. Lo stesso contenuto è, infatti anche candidato ai Game Awards, dove però è in lizza per il premio principale insieme al già vittorioso Black Myth: Wukong, oltre che ai soliti Final Fantasy VII: Remake, Metaphor: ReFantazio, Baltro e Astro Bot. La nomination ha già generato diverse polemiche. È infatti la prima volta nella storia della manifestazione – anzi, di ogni evento analogo – che un DLC si ritrova a competere con giochi completi per il titolo di Game of the Year. Secondo l’organizzazione non ci sarebbe nulla di strano, ma il fatto che la regola che permette a un DLC di essere candidato GOTY sia stata introdotta solo da pochissimo ha lasciato spazio a diverse perplessità. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si fa centro: l’edizione del 2022 vide salire sul palco proprio Hidetaka Miyazaki per il ritiro del premio destinato dai giurati a Elden Ring. Odore di biscotto? Ecco, diciamo che se dovessimo rivedere Miyazaki&Co sul palco non saremmo poi così sorpresi.
Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile sul numero 8 di V – il mensile di critica videoludicaClicca sulla copertina per leggere