SEGA Amplitude Humankind

Divorzio tra Sega e Amplitude

Per otto anni, dal 2016 fino al 2024, Amplitude Studios e SEGA sono stati parte di un unico progetto, con il colosso nipponico nel ruolo di publisher e principale sostenitore dello sviluppo di nuovi titoli strategici come Endless Space 2 e il più recente Humankind, che rielabora la formula dei Civilization di Fireaxis e Sid Meier, esplorando il tema del revisionismo storico in maniera più giocosa. Purtroppo, come le migliori storie d’amore nel mondo del grande cinema, arriva il momento in cui queste due entità vengono messe di fronte alle prove dettate dai cambiamenti, e, in alcuni casi, questo può portare entrambe su strade diverse. Questa premessa si è solidificata lo scorso 8 novembre, quando Amplitude è riuscita (attraverso un lungo processo di consultazione con SEGA Europe) a rilevare la propria attività e acquistarla, diventando di fatto una nuova realtà indipendente nel mondo del videogioco francese.

L’esigenza di cambiare

Stando alle parole del director dello studio Romain de Waubert de Genlis, questa decisione di staccarsi da Sega non è nient’altro che il primo passo verso una nuova direzione creativa per Amplitude Studios, fatta di nuove sfide, una maggiore flessibilità per quanto riguarda l’approccio allo sviluppo dei prossimi titoli e la garanzia di potersi interfacciare più spesso con la propria community di appassionati. Dall’altro lato, invece, possiamo ipotizzare i vantaggi e le motivazioni che hanno spinto Sega ad approvare questo divorzio. Non è un segreto, infatti, che Sega, in questo momento, si trovi all’interno di un periodo “trasformativo”, forte dei successi di brand come Sonic, Like a Dragon (Yakuza) o anche solo l’impatto generato da Atlus (studio di loro proprietà) con Persona e Metaphor: ReFantazio, al punto da concentrare i propri sforzi creativi su vecchie glorie del suo passato come Crazy Taxi, Golden Axe, Jet Set Radio e il da poco annunciato Virtua Fighter 5 R.E.V.O., oltre al seguito di Alien Isolation in sviluppo presso The Creative Assembly. Che si tratti di un modo per dare un piccolo schiaffo morale a Sega Europe dopo l’insuccesso e cancellazione dello sparatutto Hyenas? Un modo per limitarne i danni davanti agli azionisti? Probabile, ma almeno possiamo consolarci pensando al fatto che almeno in questo caso non si è passati alla chiusura di un intero studio, cosa che nell’ultimo anno è successa un po’ troppo spesso.

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Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!