Zenimax Bethesda

Gli impiegati di Zenimax dicono basta

ZeniMax Workers United – CWA, il più grande sindacato che opera all’interno di Microsoft e uno dei più grandi sindacati del settore dei videogiochi ha bloccato i lavori di Zenimax per una giornata a causa dell’impasse in cui è finita la trattativa sul nuovo contratto dei lavoratori. Sembra che la pietra dello scandalo che abbia causato il blocco delle contrattazioni sia la garanzia di almeno un giorno di smart working richiesta alla casa di Redmond. A seguito della pandemia di COVID-19, durante la quale, Microsoft avrebbe ampiamente sfruttato questa pratica pare che sia stato fatto un dietro front su tutta la linea, con un veto categorico che impediva di fatto ai dipendenti di lavorare da casa.

Oltre a cambiare alcuni assetti delle strutture produttive del mercato dei videogiochi, la realtà è che purtroppo la pandemia ha cambiato il mondo, a maggior ragione in un paese come l’America, in cui il lavoro è qualcosa di sacro, a cui le persone dedicano la vita. Realizzare che un equilibrio più sano tra vita personale e vita lavorativa è possibile ha creato una crepa nel rigidissimo sistema d’oltreoceano in cui persino il congedo parentale per la madre raramente supera le due settimane.

Non siamo soli

Quello di Zenimax Workers United è solo l’ultimo degli scioperi di un mercato che ormai è chiaramente nel mezzo di una lunga e radicale fase di cambiamento che coinvolge il mercato da più angolazioni. Proprio il mese scorso un altro sindacato, questa volta organizzato dai dipendenti Activision, aveva organizzato una manifestazione pacifica davanti gli studi di diverse sedi americane per gli stessi motivi, sottolineando come queste politiche di intransigenza mettessero in difficoltà proprio i membri più deboli della società, cioè le persone malate o con seri problemi. Le condizioni di lavoro nell’industria sono da anni ormai un grande problema: dagli scandali venuti fuori a causa delle denunce sulla Crunch Culture, ancora oggi largamente praticata da tantissimi colossi che impongono turni lavorativi insostenibili, si sta passando ad azioni più concrete che puntano al dialogo e al benessere di ambo le parti. Una cosa è certa, e cioè che le cose stanno cambiando, non solo nelle piccole e medie compagnie come Supergiant Games, che ci mostrano un modello di sviluppo piû sostenibile sia sotto il profilo commerciale che sotto il profilo umano, ma anche negli imperi come Microsoft che, proprio a seguito dello sciopero del sindacato Zenimax, ha dichiarato per bocca di Becca Dougherty, Head of Brand & Reputation di Microsoft, “Rispettiamo il diritto dei nostri dipendenti di esprimere il loro punto di vista come hanno fatto oggi. Continueremo ad ascoltare e ad affrontare le loro preoccupazioni al tavolo delle trattative”. Chissà se questo corrisponderà a un reale avvicinamento delle parti o se si tratta solo di una strategia per calmare le acque, anche se ormai è chiaro a tutti che strategie di questo tipo non funzionino più.

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