Nel 2013 Grinding Gear Games sviluppò e pubblicò in forma gratuita il suo primo titolo: Path Of Exile. Ben lontano dall’essere il classico titolo free to play di veloce approccio, missioni brevi e scarsa profondità , l’opera si rivelò ben presto un’avventura complessa, affascinante e molto longeva. Nel corso degli anni successivi, la mole di contenuti rilasciata dall’azienda neozelandese tenne impegnati i giocatori con nuove missioni, contenuti, personaggi, nemici e storie, arrivando anche una trentina di espansioni che hanno contribuito a rendere Path Of Exile uno dei migliori gdr in circolazione. A distanza di più di un decennio, l’azienda ha deciso di rimescolare le carte e puntare ancora più in alto, allo scopo di creare un sequel che possa coesistere con l’ambientazione e le meccaniche originali, inserendo anche una quantità sufficiente di novità , in modo da attirare nuovi utenti senza scontentare i veterani. Così come nel primo titolo (che non verrà chiuso) anche questo offrirà un sistema di microtransazioni non pay-to-win, dedicato principalmente a contenuti di natura estetica.Â
Un nuovo flagello nelle terre di Wraeclast
Gli sviluppatori non hanno ancora rilasciato molto materiale sulla trama che fa da sfondo agli eventi di questa nuova avventura, ma sappiamo che sarà divisa in sei atti e continuerà gli eventi narrati nel primo Path Of Exile. Sono passati venti anni dalla sconfitta di Kitava, l’insaziabile fonte di corruzione che costituiva il boss finale della campagna del primo episodio. Wraeclast, la regione dove la popolazione si era trasferita in seguito alla cacciata da Oriath, viene pazientemente ricostruita e la vita sta tornando lentamente alla normalità . Ma alcuni ambiziosi stanno cercando di riempire il vuoto di potere lasciato da Kitava, mentre un’altra personificazione del male, forse ancora più potente di Kitava, torna ad espandersi per le terre di Wraeclast. Nei panni di un esule, fuggito dalla pena capitale solo per ritrovarsi in una terra in pericolo, dovremo farci strada fino ad affrontare la nuova minaccia.
Come il precedente episodio, anche Path Of Exile 2 si basa su meccaniche da gdr d’azione. Le classi disponibili sono 12, ciascuna dotata di un’ulteriore specializzazione, chiamata Ascendancy, che ne migliora il comportamento e le abilità in battaglia. Anche qui torna uno degli aspetti che hanno decretato il successo del primo titolo: la vastità , varietà e profondità dei contenuti e del gameplay. Un nuovo sistema di abilità include l’utilizzo di centinaia di gemme, da incastonare negli oggetti come nel primo titolo, ma le cui proprietà possono ora essere incrociate anche con le abilità del personaggio, permettendo una varietà di approccio quasi infinita. Tale sistema, ora più curato, permette di evitare uno dei pochi sbilanciamenti del primo Path Of Exile: gli incroci di gemme che donavano abilità troppo potenti contro i nemici base, mentre erano inefficaci contro i boss. Non mancheranno un nuovo sistema di tracciamento per la mira a distanza e le cavalcature, utili sia per spostarsi nell’ambientazione, sia per variare ulteriormente l’approccio ai combattimenti. In questi anni, gli sviluppatori hanno seguito le varie comunità di giocatori, molti dei quali si sono dichiarati intimoriti dalla vastità e profondità delle meccaniche del primo titolo. I contenuti di questa nuova avventura, pur essendo ancora enormi e numerosi, dovrebbero quindi essere più intuitivi e gestibili anche per un neofita.
Antichi orrori e meccaniche moderne
Non è un mistero che il lato estetico di Path Of Exile 2 sia decisamente ispirato alla saga di Diablo. Questo dettaglio è stato ammesso più volte dagli stessi sviluppatori e si estende persino agli hub su schermo e ai vari menù, quasi identici a quelli della saga di Blizzard. Anche qui l’approccio visivo si basa su atmosfere dark, colori scuri, fonti di luce ben studiate e una generale, e riuscita, atmosfera decadente. Il distacco tra il primo episodio e questa nuova avventura è evidente (d’altra parte sono passati più di dieci anni), tra animazioni molto più fluide, ambientazioni curate fin nei dettagli e una superiore varietà dei nemici e delle ambientazioni. Tali miglioramenti non si limitano al solo lato estetico, ma possono essere sfruttati per variare le meccaniche. Ogni ambientazione, inoltre, al di là del suo aspetto visivo necessita di un approccio diverso, al punto che persino la mappa riporta le caratteristiche ambientali di ogni zona, in modo da adattare il nostro stile di conseguenza.Â
Rendendosi conto che il primo Path Of Exile non bastava più alle sue ambizioni, Grinding Gear Games decide di creare quasi da zero una nuova avventura, pur mantenendosi fedele all’ottima formula del titolo precedente. Resta da capire se la convivenza delle due opere sia possibile senza che l’una, quella nuova, finisca per cannibalizzare l’altra.Â
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