Spostiamo le lancette del tempo e torniamo al 2009, quando Game Freak godeva degli ottimi risultati di vendita ottenuti con Pokémon Versione Platino ed era già al lavoro non solo sui remake HeartGold & SoulSilver, ma anche sul futuro del brand, che (nel bene e nel male) l’avrebbe portata a effettuare cambiamenti piuttosto radicali. Dall’altra parte del mondo, a Burnaby (Canada), Electronic Arts stava per lanciare FIFA 09 e insieme a esso il sistema Ultimate Team, che da quel momento in avanti avrebbe monopolizzato la strategia di mercato di EA Sports, dando origine a un format onnipresente su Twitch e YouTube: i pack opening. Da lì in poi, apriti cielo: PES, NBA, titoli free-to-play e vari giochi di carte collezionabili digitali (incluso Pokémon) hanno iniziato a introdurre questo sistema, fatto di coriandoli, luci colorate ed effetti glitter, nei loro prodotti. Con Pokémon TCG Pocket, TPCi e DeNA portano questa premessa all’ennesima potenza, incentrando l’esperienza dei giocatori sull’apertura di centinaia, se non migliaia, di pacchetti dedicati ai mostriciattoli tascabili creati da Satoshi Tajiri. Ma sarà abbastanza per imporsi in un mercato mobile saturo di icone e memorabilia da “sbustare”? Scopriamolo.
Pokémon TCG Pocket: “Allenatori, benvenuti nel club”
A primo impatto, Pokémon TCG Pocket si presenta con un design della user experience formale ed elegante, ponendosi in netto contrasto con i vari rivali del mercato dei giochi di carte collezionabili digitali “mordi e fuggi”. Se da un lato abbiamo Marvel Snap e Yu-Gi-Oh! Duel Links, che integrano un’interfaccia stilizzata secondo le linee dei due brand principali, affiancate da colonne sonore che evocano l’idea di una sfida imminente, l’interfaccia grafica di Pokémon TCG Pocket si rifà al bianco istituzionale di altre app satellite dell’esperienza Pokémon, come per esempio la Banca Pokémon, in cui si gestisce il proprio Pokédex nazionale e l’interconnessione tra esso e i giochi per console. Il bianco accogliente e una musica lounge accolgono i nuovi allenatori all’interno dell’esperienza chiave del gioco: l’apertura dei pacchetti. Quest’ultima può essere effettuata in due modalità: allo scadere di un timer ogni 12 ore (per un totale di 2 pacchetti gratuiti al giorno) oppure tramite l’uso di clessidre specifiche, che annullano l’attesa e permettono di aprire subito i pacchetti disponibili. L’esperienza tipo di Pokémon TCG Pocket si articola quindi in queste fasi: login, attesa o scadenza del countdown dedicato alle bustine, e apertura delle stesse attraverso una deliziosa sequenza a carosello e un taglio del pacchetto tramite uno swipe a destra o a sinistra con il dito. Un effetto placebo, poiché il contenuto dei pacchetti è già predeterminato una volta premuto il tasto apposito, ma è comunque un plus estetico piacevole e in linea con i canoni dello spacchettamento che tanto si presta ai contenuti video.
Ogni pacchetto contiene 5 carte collezionabili, con rarità variabili contraddistinte da diamanti d’argento e stelline dorate. Nel primo caso, con da 1 a 4 diamantini, è possibile trovare carte che spaziano dalle comuni fino alle ultra rare “ex”, mentre le rarità dorate sono riservate al mondo delle Illustration, Secret e Hyper Rare, oltre alle nuove ed esclusive Immersive Cards. Queste ultime offrono una sorta di finestra da cui osservare i Pokémon in uno storytelling ricco di dettagli e chicche. Ad esempio, l’espansione di lancio Geni Supremi include una Mewtwo ex Illustration Rare disegnata da Nurikabe, che rappresenta Mewtwo intento a scappare dalla capsula di contenimento nei laboratori del Team Rocket, raccontata attraverso una sequenza animata che mostra le fasi della fuga del Pokémon Leggendario di prima generazione. Il tema principale di questa primissima espansione attinge molto dalle origini del brand, sia per quanto riguarda il pool di carte disponibili – la cui maggioranza presenta mostriciattoli originari di Kanto – sia per le illustrazioni presenti. Considerando che Pokémon TCG Pocket sarà trattato come un formato alternativo e separato dal TCG tradizionale, con regole e strutture di gioco differenti (che esploreremo a breve), il set Geni Supremi ripropone alcuni degli artwork più iconici del passato, lasciando alle Illustration Rare il compito di proporre nuovi artwork originali di straordinaria resa artistica, che permettono ai Pokémon di brillare sotto una nuova luce. Certo, si potrebbe parlare di un furbo riutilizzo di materiale d’archivio per creare un set di lancio con un investimento minimo e ricavi moltiplicati, ma confidiamo che, con l’arrivo di nuove espansioni a cadenza regolare, anche le rarità minori presenteranno nuovi artwork.
Socializziamoli Tutti!
Sebbene sia possibile ottimizzare tutte le opzioni gratuite offerte da Pokémon TCG Pocket, il completamento di un set con le proprie sole forze e senza fare ricorso alle microtransazioni (che torneranno nel finale della recensione) potrebbe risultare più tedioso che altro. Proprio per questo, l’hub principale presenta diverse opzioni social pensate per venire incontro ai giocatori più determinati e, soprattutto, fortunati. La Pesca Misteriosa permette infatti di spendere una o più unità di una seconda valuta in-game (o di una terza nel caso dei cronometri che rinfrescano le carte fuori dalla rotazione regolare) per avere 1 possibilità su 5 di ottenere una carta specifica tra quelle sbustate dagli altri utenti, secondo una selezione casuale disponibile di tanto in tanto. Questa soluzione offre un modo simpatico di ricreare digitalmente quel senso di “ce l’ho, mi manca” provato durante l’infanzia, ma si scontra con tempi di attesa biblici se si sceglie di investire esclusivamente nei pull più rari, che richiederanno quindi più unità di “tempo” per essere attivati. Per ovviare a ciò, nel negozio sono disponibili piccoli buoni scambiabili con alcune unità di queste valute (sia tempo per la pesca, sia clessidre per lo spacchettamento), anche se si tratta di quantità piuttosto esigue e riscattabili entro un limite mensile prestabilito.
E come si ottengono questi buoni? Condividendo e “flexando” la propria collezione con gli amici tramite Raccoglitori, Bacheche, o semplicemente mostrando il proprio supporto con un “like” alle vetrine degli altri giocatori, in un ciclo di ringraziamenti reciproci che dà a tutti un piccolo vantaggio per ampliare la propria collezione. Insomma, al di là di una modalità di scambio carte ancora non implementata, ma che arriverà nei prossimi aggiornamenti, Pokémon TCG Pocket punta a centralizzare tutti gli aspetti fondamentali del gioco di carte: collezionismo, socializzazione… e le lotte?
Lotte lampo alla velocità di Rayquaza
Dal punto di vista del gameplay, Pokémon TCG Pocket presenta una formula rivisitata e ridimensionata rispetto all’esperienza creata da Wizards of the Coast. Come nel caso dei già citati Marvel Snap e Yu-Gi-Oh! Duel Links, la plancia di gioco offre meno zone di interazione, riducendo il numero di carte giocabili a 4 (3 riserve e 1 Pokémon attivo) e un mazzo di 20 carte. Questa struttura porta necessariamente a nuove logiche di deck building e a tipi di carte adattati a tempi di gioco più rapidi, con partite che, nel peggiore dei casi, durano un massimo di 10 minuti. Cambiano inoltre le condizioni di vittoria: al posto delle classiche carte premio ottenute sconfiggendo il Pokémon attivo avversario, viene utilizzato un semplice segnapunti in una sfida al meglio delle 3, con la possibilità di guadagnare doppi punti se il Pokémon dell’avversario appartiene alla classe “ex”. Questo nuovo stile risulta facile da comprendere, anche grazie a una serie di tutorial ben congegnati che spiegano le basi delle meccaniche di gioco pezzo per pezzo con poche parole. Tuttavia, il sistema al momento favorisce alcuni tipi specifici, come Elettro e Psico, capaci di generare quantità di energia e presenza sul terreno di gran lunga superiori rispetto agli altri, portando danni rapidi e consistenti per concludere le partite in pochi turni.
Questo aspetto risulta in parte irrilevante poiché – al momento della scrittura di questa recensione – non è disponibile una vera e propria “modalità competitiva” con classifiche, divisioni in leghe o una progressione strutturata, se non in forma di evento a tempo limitato. È possibile mettere alla prova le proprie abilità contro la CPU, con una serie di scontri dalla difficoltà crescente e ricompense che possono essere farmate. Ma una volta ottenuto un mazzo solido, la possibilità di automatizzare le lotte riduce quel poco di interattività che resta, dato che una volta guadagnate le ricompense più importanti, come le clessidre per sbustare, il resto perde di valore. Insomma, sebbene le lotte tra allenatori rappresentino una parte essenziale dell’esperienza di Pokémon TCG Pocket, appaiono marginali rispetto all’aspetto collezionistico. Questo approccio segue il trend degli ultimi anni, caratterizzato da una caccia quasi frenetica ai mostriciattoli – tendenza esplosa durante l’epoca del Covid – ma contrasta con l’idea di “trading card GAME”, soprattutto perché, al momento, le componenti di gioco e strategia sono limitate.
Adatto per i Wailord
La summa finale di quest’ultima osservazione risiede nell’economia di gioco, che, come in molti altri titoli gratuiti di Nintendo basati sul modello “Free to Start”, offre oro e bonus iniziali per i primi minuti, per poi progressivamente mostrare agli utenti il pos e spingere all’acquisto di contenuti per mantenere un ritmo sostenuto ed evitare ore di grinding. Tuttavia, se in altri giochi targati Nintendo e DeNa, come Pokémon Masters EX, questo sistema era tollerabile, in quanto l’esperienza base single player non richiedeva necessariamente unità di rarità elevata, in Pokémon TCG Pocket l’ottenimento di elementi rari è centrale per l’esperienza di gioco e influisce direttamente sul bilanciamento delle partite. Il risultato è un sistema di microtransazioni che sfrutta timer lenti e dilatati per attirare l’interesse dei cosiddetti “utenti balena”, disposti a spendere per completare subito la collezione, ottenere le carte necessarie per i mazzi competitivi e garantirsi un notevole vantaggio.
E per tutti gli altri? Bricioline. Queste vengono distribuite sotto forma di missioni giornaliere che, una volta raggiunto il limite di 3 completamenti, si esauriscono in pochi minuti; missioni secondarie che offrono poco più di qualche buono per il negozio, insufficienti sul lungo termine; e un sistema di “Season Pass” che, al momento, non giustifica i 10 euro mensili richiesti. Una volta acquistato questo abbonamento e ottenuta la terza possibilità di sbustare durante la giornata, anziché adottare un sistema tradizionale “a la Fortnite” con Tier e una progressione graduale sulle ricompense ottenute tramite il gameplay, Pokémon TCG Pocket opta per missioni mensili le cui ricompense consistono in coupon speciali utili per carte promo, tappetini e accessori per personalizzare i mazzi. Il problema è che, una volta completate queste missioni, la sezione resta vuota fino al mese successivo, senza offrire bonus o incentivi ulteriori. Comprendiamo perfettamente l’intento di massimizzare i guadagni da una delle IP più redditizie al mondo, ma ciò che solleva perplessità è la modalità palese e insistente con cui le microtransazioni vengono promosse e incentivate rispetto a ogni altro sistema.
Se dovessimo valutare la sola esperienza collezionistica, Pokémon TCG Pocket sarebbe un capolavoro del design di un’esperienza utente ridefinita in ogni suo minimo dettaglio. Dalla presentazione, le musiche, gli artwork esclusivi. Tutto ha l’aura di un prodotto fatto appositamente per i fan del gioco di carte collezionabili e anche per chi magari vuole entrare in questo mondo attraverso uno spazio limitato come lo schermo di un dispositivo mobile. Dietro a tutto questo luccichio vi è però una quantità di contenuti ludici esigua e che al momento non fornisce la necessaria profondità per risultare interessante. E infine, la scelta di implementare microtransazioni focalizzate sull’ottenimento di lingotti in grado di gestire le tre diverse e tediose da ottenere valute di gioco potrebbe a lungo termine rompere l’equilibrio tra l’utenza freemium e quella in grado di potersi permettere certe spese.
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