Anche quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, ci apprestiamo a vivere un nuovo capitolo di Call of Duty! Nel 2024 però molte cose sono cambiate per Treyarch e Activision. Mi riferisco all’acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft, un evento che ha suscitato molte discussioni, soprattutto da parte di Sony, che ha manifestato preoccupazioni riguardo a questa mossa del gigante di Redmond. Jim Ryan, ex-presidente di Sony Interactive Entertainment, aveva precedentemente affermato che tale acquisizione rappresentava un danno per l’intera industria videoludica e per i videogiocatori. Tuttavia, Microsoft ha raggiunto il suo obiettivo: l’acquisizione di Activision-Blizzard è stata completata nonostante le difficoltà, e Phil Spencer, capo della divisione gaming di Xbox, annunciò che Call of Duty sarebbe approdato anche su piattaforme PlayStation. L’unica esclusività per Microsoft è legata all’Xbox Game Pass, che permetterà ai giocatori di scaricare i futuri capitoli del franchise tramite abbonamento. Con questa premessa, quest’anno il timone dello sviluppo è passato principalmente a Treyarch, un nome ben noto nel settore, che ha sviluppato in precedenza Call of Duty Cold War. Quest’anno, però, la compagnia ha deciso di intraprendere una nuova direzione con Call of Duty Black Ops 6, pubblicato il 25 ottobre 2024 per PC, Xbox One, Xbox Series X/S, PlayStation 4 e PlayStation 5. Con molte promesse e una Beta che ha sicuramente attratto i giocatori, saranno riusciti ad offrire un capitolo all’altezza delle aspettative? Siamo qui per raccontarvelo in questa recensione, dove analizzeremo ogni aspetto, in particolare la campagna, la modalità zombie e il multiplayer. Vi auguriamo una buona lettura!
Call of Duty Black Ops 6: una campagna mozzafiato!
Siamo consapevoli che la campagna di Modern Warfare 3 non si sia collocata tra le migliori della serie; al contrario, presenta una durata inferiore alla media degli altri capitoli e offre situazioni piuttosto banali, con una conclusione che si distingue per la sua scarsa qualità. Tuttavia, Call of Duty Black Ops 6 si presenta con una delle campagne più avvincenti di sempre, e ora vi spiegherò il perché. Il gioco è ambientato due anni dopo gli eventi di Panama, con Raul Menendez come antagonista principale. Questa iterazione è collegata a Call of Duty Black Ops 2, dove vengono chiariti alcuni aspetti. Sebbene la Guerra Fredda sia giunta al termine, i pericoli globali rimangono. Dopo essere stati esclusi, Woods, Adler e i nuovi protagonisti, tra cui Troy Marshall, Jane Harrow e Case (personaggio che interpreteremo), dovranno operare autonomamente al di fuori della CIA per affrontare una minaccia imminente: l’unità Pantheon, un’organizzazione terroristica paramilitare internazionale che in passato era una divisione top-secret della CIA, sciolta a causa del suo programma di armi biologiche. L’obiettivo di questa organizzazione è chiaro: sviluppare un’arma biologica capace di rendere gli Stati Uniti d’America la potenza mondiale dominante. In sintesi, queste sono le basi della trama, che si presentano come intriganti.
Dopo aver completato la prima missione, ci troviamo di fronte alla nostra base operativa, suggerita da Adler, il quale era inizialmente sotto custodia della CIA e identificato come agente traditore, per poi rivelarsi un nostro alleato. In questa base operativa avremo la possibilità di creare 3 reparti, utili per sviluppare le abilità del nostro personaggio. Le skill in questione sono simili ai perk presenti nella modalità multiplayer del gioco, ma si differenziano per gli effetti che offrono. Ad esempio, un perk ci consentirà di portare tre placche corazzate anziché una sola. Ci sono molte opzioni disponibili, tra cui la possibilità di acquistare skin per le armi, suggerendo che il team di sviluppo desiderasse offrire contenuti anche a coloro che si dedicano esclusivamente al multiplayer o alla modalità zombie, trascurando la campagna. Inoltre, nella base operativa troveremo vari puzzle da risolvere, un elemento inaspettato che non avrei mai immaginato di incontrare in uno sparatutto come Call of Duty. Infine, avremo anche diverse opzioni di dialogo che ci aiuteranno a comprendere meglio alcuni aspetti della trama.
Discutendo delle missioni, è importante sottolineare che ciascuna di esse possiede una propria identità unica. Ad esempio, in una missione bisognerà distruggere dei missili; in questo caso, non solo avremo a disposizione un ampio arsenale, ma anche una mappa che avvicina il gioco al genere sandbox, offrendo diverse strade da percorrere e vari punti d’interesse da esplorare. Al termine di questa missione, sono rimasto particolarmente impressionato, poiché nella successiva abbiamo ricevuto un supporto aggiuntivo da un bombardiere stealth e da un elicottero, permettendoci di eliminare i nemici con una mitragliatrice fissa, accompagnati da una colonna sonora metal. Questo è solo uno dei tanti esempi; potrei citarne altri, ma una missione in particolare ha suscitato in me un mix di ammirazione e preoccupazione. In quest’ultima, infatti, è necessario adottare un approccio più stealth, raccogliendo informazioni e agendo in base alle nostre scelte morali, poiché le decisioni che prendiamo rivestono un’importanza cruciale. Sebbene la missione stealth sia ben realizzata, avrei preferito la possibilità di aprire il fuoco liberamente, poiché i giocatori affezionati ai vari Call of Duty potrebbero non apprezzare questa novità, considerandola una forzatura, anche se l’esperienza complessiva rimane molto piacevole. Pertanto, posso affermare e confermare con certezza che la campagna di Call of Duty Black Ops 6 è una tra le migliori di sempre. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi è sempre di alto livello, grazie ad un doppiaggio italiano che si dimostra all’altezza e non sfigura affatto rispetto all’originale della produzione di Treyarch.
Call of Duty Black Ops 6: un multiplayer convincente
Dopo aver illustrato il funzionamento della campagna del titolo, è giunto il momento di esaminare il comparto multiplayer del videogioco sviluppato da Treyarch. Avendo già avuto l’opportunità di provare la Beta al momento della sua pubblicazione, posso affermare di avere una buona conoscenza del gioco; tuttavia, rispetto alla versione finale sono stati apportati cambiamenti significativi. In primo luogo, la prima cosa che si nota è il menu di personalizzazione del nostro equipaggiamento, noto come Armaiolo. Qui avremo la possibilità di creare fino a 10 classi, in base alle preferenze individuali del giocatore. Black Ops 6 offre una vasta gamma di equipaggiamenti, a partire dalle armi, che includono fucili d’assalto, pistole, lanciarazzi, mitragliette, cecchini e molto altro. Inoltre, avremo a disposizione il nostro equipaggiamento tattico e letale, che ci permetterà di scegliere tra granate, semtex, flashbang e simili. È importante notare che in Black Ops 6 ritornano le Wildcard, sebbene con una nuova denominazione, le quali offriranno al giocatore vantaggi significativi durante le partite, come la possibilità di portare più granate o di avere un’arma principale nello slot delle secondarie. Inoltre, non mancheranno le Specialità, che saranno suddivise in tre categorie, distinguibili dal colore. Sembra quindi che i punti di forza della serie Black Ops siano tutti presenti, ma ci sono anche delle novità. In particolare, per quanto riguarda le specialità menzionate in precedenza, ci sono state modifiche sostanziali: non saranno più suddivise in 1, 2 e 3, ma saranno organizzate nei 3 slot disponibili. Unendo tutte e tre le specialità in un’unica categoria, sarà possibile beneficiare di perk unici, rappresentando una delle novità più interessanti della serie. Inoltre, in Call of Duty Black Ops 6 sarà possibile modificare le armi, ma questa volta, a differenza dei capitoli precedenti, questa opzione è stata notevolmente semplificata, specialmente per i pochi avvezzi alla produzione permettendogli di costruirsi le proprie build senza troppi problemi.
In merito al game design del multiplayer, ci sono alcune novità interessanti da considerare. In primo luogo, è importante sottolineare l’introduzione dell’Omnimovement nella produzione di Treyarch, un elemento che abbiamo già discusso in precedenti articoli riguardanti l’Open Beta dello sparatutto in prima persona. Tuttavia, ci sono stati alcuni aggiornamenti significativi. Questa nuova meccanica consente ai giocatori di muoversi rapidamente a sinistra, destra, indietro e in avanti, offrendo un controllo più completo del campo di battaglia in tutte le direzioni. Non si tratta solo di scatti, ma anche di scivolate e movimenti a terra, quest’ultima opzione si è rivelata particolarmente utile per il gameplay. In sintesi, l’Omnimovement si dimostra efficace e, per chi utilizza il gamepad, non noterà troppa disparità rispetto al PC, grazie al bilanciamento realizzato dal team di sviluppo riguardo all’aim assist, un tema che ha suscitato dibattiti, ma che in Black Ops 6 sembra avviarsi verso una risoluzione. Riguardo al gunplay, sono rimasto colpito dalla piacevolezza del gioco, dovuta all’impronta arcade del titolo. Impugnare un fucile e sparare offre sensazioni estremamente gratificanti e coinvolgenti. Ogni uccisione è percepita in modo tangibile, contribuendo a una soddisfazione generale, anche in termini di bilanciamento, poiché quasi tutte le armi sembrano essere equiparate.
Sebbene il comparto multiplayer del titolo presenti alcuni aspetti negativi, è opportuno analizzarli nel dettaglio. In primo luogo, critico severamente l’introduzione relativa al suono dei passi. Si fa riferimento a una tecnologia di audio spaziale denominata Embody, che consente ai giocatori di percepire in modo più chiaro i passi dei nemici. Fin qui, nulla di strano, se non fosse per il fatto che questa funzionalità sarà accessibile solo a pagamento, con un costo di 19.99 euro. Questa decisione da parte di Treyarch e Activision poteva essere evitata, poiché, nonostante il sound design sia stato realizzato in modo eccellente dal team di sviluppo, poi ti chiedi perché gli utenti dovrebbero sostenere ulteriori spese oltre all’acquisto del gioco completo? Questa scelta, come si evince dalle mie parole, non è stata per nulla gradita e poteva essere facilmente evitabile. Un’altra problematica persistente riguarda un bug che impedisce il cambio di alcuni accessori, nonostante venga indicato che alcuni non possano essere utilizzati in quella modalità; purtroppo, non era chiaro quali accessori fossero esclusi, e sarebbe stato preferibile avere un’icona che segnalasse chiaramente l’impossibilità di equipaggiare determinati accessori su quella arma. Per quanto concerne il level design delle mappe multiplayer, queste mi sono piaciute, anche se non si discostano molto dai capitoli precedenti del brand, offrendo comunque soluzioni interessanti per i giocatori. Le modalità di gioco sono simili, con qualche nuova introduzione, ma nulla di particolarmente memorabile; temo che dovremo attendere diversi mesi prima di vedere novità significative, ma chi può dirlo. Detto ciò, il multiplayer, nonostante le problematiche sopra menzionate, risulta soddisfacente e convincente. Passiamo ora a discutere di una delle modalità più apprezzate dai veterani del brand Black Ops, ovvero Zombie.
Finalmente la modalità Zombie che volevamo
Sin dalla sua uscita, Call of Duty Cold War ha introdotto la modalità Zombie, la quale, sebbene presentasse delle premesse interessanti, non riusciva a replicare le meccaniche dei capitoli precedenti della serie. Con l’arrivo di Call of Duty Modern Warfare 3, è stata proposta una versione completamente rinnovata, ambientata nella mappa di Warzone. Tuttavia, nonostante la modalità fosse divertente, dopo alcune ore di gioco risultava eccessivamente ripetitiva e appariva chiaramente come una copia di DMZ, la modalità ad estrazione di Call of Duty Modern Warfare 2, concepita per competere con titoli come Escape From Tarkov. Con Black Ops 6, invece, assistiamo a un vero e proprio ritorno alle origini. Per quanto riguarda il contenuto, la modalità Zombie offre due mappe: Liberty Falls, più ampia, e Terminus, più contenuta, entrambe con una propria identità, un aspetto positivo della modalità. Inoltre, ritornano elementi distintivi come le Gobblegum, che forniscono perk per migliorare le abilità del giocatore. Non mancheranno, infine, alcune meccaniche amate dai fan, inclusa la possibilità di attivare i famosi easter egg.
Inoltre, è possibile attivare le diverse trappole presenti nella mappa, consentendo al giocatore di utilizzarle contro i non-morti. Saranno previsti alcuni passaggi per compiere determinate azioni, ma non vi sveleremo nulla per non rovinare la sorpresa. Come era prevedibile, anche in questa occasione troveremo armi casuali; oltre a quelle già note, ritorna la classica Ray-gun, conosciuta in italiano come pistola a raggi, che sicuramente sarà subito riconosciuta e desiderata dai fan più appassionati del franchise, grazie alla sua potenza distruttiva. In sintesi, possiamo affermare che la modalità Zombie è quella che sembra aver ricevuto maggiore attenzione, poiché rappresenta una lettera d’amore per i giocatori nostalgici, pur mantenendo uno sguardo al presente, il che è senza dubbio un’ottima notizia per i fan!
Prima di giungere alla conclusione e di emettere il verdetto finale, desidero discutere il funzionamento grafico del gioco. La configurazione su PC che abbiamo utilizzato è dotata di una RTX 4070 e di un i5-13600K. Naturalmente, essendo una scheda video NVIDIA, abbiamo immediatamente attivato il Frame Generation, disponibile esclusivamente per i possessori di GPU della serie 4000, insieme al DLSS e ad altri upscaler. Per quanto riguarda l’AMD FSR 3, questo si è rivelato piuttosto efficace, offrendo un frame rate molto stabile e elevato. Tuttavia, va notato che il gioco non raggiunge le prestazioni del DLSS, il quale, con un preset ottimizzato per le prestazioni, offre una qualità visiva straordinaria, con frame rate che supera i 200 fps in risoluzione 2K. In Full HD, utilizzando questa opzione, è possibile persino avvicinarsi ai 300 fps, garantendo un’esperienza visiva davvero eccezionale. Negli ultimi giorni, molti utenti hanno segnalato un input lag attivando gli upscaler menzionati; tuttavia, nella mia esperienza, non ho riscontrato alcun problema di questo tipo. Insomma, su PC, Call of Duty Black Ops 6 è bello da giocare e con una configurazione del genere non avrete problemi a farlo girare, ma anche build più vecchie non dovrebbero presentare problemi. Per quanto riguarda l’engine, parliamo dello stesso usato in Call of Duty Black Ops Cold War, però non sfigura in alcun modo nel 2024, presentandosi molto bello da vedere e senza troppi problemi.
Call of Duty Black Ops 6 si presenta come uno dei capitoli più notevoli pubblicati negli ultimi anni. Treyarch ha realizzato un lavoro straordinario su Call of Duty Black Ops 6, offrendo una campagna che, sebbene non priva di difetti, supera la durata media dei precedenti episodi, in particolare quella poco memorabile di Call of Duty Modern Warfare 3. Il multiplayer, vero fiore all’occhiello della produzione, risulta coinvolgente e propone numerose opzioni di personalizzazione, affiancato da un gameplay avvincente, grazie all’introduzione dell’Omnimovement. Il design del gioco si integra perfettamente con il level design delle varie mappe incluse nel titolo. Inoltre, la modalità Zombie rappresenta un tributo per i fan storici della serie, offrendo due mappe e una longevità quasi illimitata, con il gradito ritorno delle Gobblegum e di altri oggetti. In tutta sincerità, quest’anno Call of Duty ha raggiunto un grande successo, non solo per le qualità sopra menzionate, ma anche perché il nuovo capitolo è stato lanciato sull’Xbox Game Pass, offrendo un’ottima opportunità per chi desidera avvicinarsi al gioco investendo solo il costo dell’abbonamento al servizio di Microsoft. In conclusione, e con grandissima soddisfazione, posso affermare che ci troviamo di fronte a uno dei migliori capitoli della serie degli ultimi anni, auspicando che d’ora in avanti Activision e i suoi team di sviluppo continuino su questa strada.