Lo Steam Next Fest è da sempre una vetrina fondamentale per gli sviluppatori indipendenti, che hanno così modo non solo di valutare cambiamenti e bugfix dell’ultimo minuto, ma anche sondare il terreno con titoli di stampo sperimentale, in grado di sfondare gli stilemi base del medium videoludico proponendo meccaniche inusuali e diverse da qualsiasi cosa sia già disponibile al pubblico. Great God Grove rientra all’interno di questa categoria, e, con una demo breve ma intensa, ci introduce all’interno di un’avventura stravagante e carismatica, guidandoci alla scoperta del potere delle parole attraverso un’estetica deliziosa e un riflessione dai tratti comici, ma in realtà molto profonda, sul valore della comunicazione oggi.
Un megafono dalle potenzialità divine
Il mondo di Great God Grove è basato sull’armonia e la cooperazione tra le varie divinità che governano differenti aspetti della vita all’interno di questo mondo idilliaco: l’agricoltura, la musica, la leadership o l’invio della posta… Perché sì, in Great God Grove esiste un “Dio della Posta” e anzi è quest’ultimo a detenere il potere di coinvolgere le persone attraverso la comunicazione e radunando le varie divinità nel caso il mondo dovesse incontrare un pericolo insormontabile. In un contesto così spensierato e solare, l’avvento di una nuova apocalisse in grado di porre fine all’esistenza di ogni essere non dovrebbe risultare una grande minaccia. Purtroppo però all’avvio degli eventi del gioco scopriamo che questo già citato Dio della Posta è impazzito del tutto e ha cominciato ad inviare a tutte le altre divinità messaggi di scherno e disprezzo, generando il caos tra la gente, oltre che cataclismi innaturali derivati dalla rottura di questo delicato equilibrio. Ed è qui che, per una sorta di unione di varie coincidenze tragicomiche degne della più sottile commedia degli equivoci, che il giocatore entra in gioco. Una una misteriosa lettera d’aiuto e il Megapon, un leggendario megafono in grado di “togliere le parole di bocca” dalle persone, ci trasformano ben presto nell’unica persona in grado di risolvere questa preoccupante situazione. Come? Comunicando!
“Paper” al di fuori, Immersivo negli interni
Una volta messo piede sulla prima isola di Great God Grove, abbiamo modo di prendere familiarità con il gameplay che segue i canoni di un’avventura “a tecnica mista”, combinando l’avventura grafica in 2D per quanto riguarda l’esplorazione degli scenari esterni, e l’uso di una prospettiva tridimensionale in prima persona per mostrare gli ambienti interni. Una tecnica già adoperata dallo sviluppatore, LimboLane, nel loro precedente lavoro Smile for Me (2019) e che ormai è diventata la loro firma stilistica. Esplorando questo mondo alla deriva incontreremo personaggi unici, caratterizzati da personalità esuberanti che vengono fuori in ogni singola linea di dialogo. Ciascuno di questi NPG ci proporrà problemi da risolvere, in una sorta di macro struttura “puzzle” grazie alla quale la risoluzione di un enigma porta progressivamente all’avanzamento della trama, che ci condurrà di conseguenza al prossimo enigma. Ma in che modo Great God Grove riesce a distinguersi in termini di gameplay dalle altre avventure? La risposta è nel Megapon. Per raccogliere gli indizi che servono a completare un puzzle, il giocatore sfrutta le due funzioni principali dello strumento, aspirazione e sparo. Attraverso un sistema che mette in risalto i dialoghi o gli oggetti più utili al contesto, sarà possibile aspirarli sia dallo scenario che dall’interfaccia di gioco stessa (in una sorta di patto metanarrativo con l’autore) e raccoglierli all’interno del proprio inventario, pronti per essere utilizzati al momento giusto. In che modo? Ma ovviamente sparandoli in faccia ai diretti interessati e facendo risuonare le parole all’interno dei loro pensieri. Un’esperienza assolutamente peculiare e paradossalmente adatta a qualsiasi tipo di giocatore, purché sia disposto ad accettare l’irrazionale follia di tutto questo.
Un mondo di facce simpatiche
Great God Grove è un caleidoscopio di personaggi stravaganti e sono proprio loro a essere il fulcro del titolo. Il modo in cui questi prendono vita sullo schermo attraverso sprite bidimensionali dettagliati ed espressivi ha dell’incredibile: immaginate una sintetizzazione vocale in grado di dare un tono specifico a ciascuno, che riesce a differenziare in modo unico personaggi come la Boscaiola Jackeline e il suo timido fidanzato Bug Worth, e ancora le varie divinità, come Inspekta il dio della leadership. Questo stile esuberante implementato da LimboLane contagia anche alcune sfumature dell’esperienza utente, coinvolgendo il giocatore in questa follia tramite dialoghi con brevi interazioni basate sullo spostamento della telecamera e in grado di variare l’impostazione dei dialoghi in positivo o in negativo.. Ciononostante, in una sola oretta questa demo ci ha catturato e coinvolto in un’esperienza che non vediamo l’ora di continuare una volta che il gioco arriverà su Steam, Nintendo Switch e Xbox.
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