Era il 2017 quando Aloy arrivava sull’ultima console targata Sony uscita all’epoca, PlayStation 4. Era la ragazza arrivata dal futuro che dava la caccia a cybermostri, simili a creature preistoriche ma rilette in chiave futuristica, esplorando mondi dalla natura incontaminata, affrontando lo stigma che il destino aveva posto su di lei e mettendosi alla ricerca della sua identità . Una storia, quella raccontata in Horizon Zero Dawn, che ha saputo affascinare orde di giocatori, facendo breccia fin da subito nel loro cuore e portandoci alla scoperta di un’opera davvero ben riuscita. Cosa ne è allora del suo ritorno, dopo sette anni, sulla console next-gen di Sony? Dal 31 ottobre infatti farà capolino Horizon Zero Dawn Remastered, nuova versione che vorrebbe ridare lustro a questo capolavoro di Guerrilla Games e in uscita sia su PS5 che PC, ma che aveva fatto discutere parecchio sin dal suo annuncio. Avevamo davvero bisogno di un’ennesima rimasterizzazione? E soprattutto, le migliorie apportate sono evidenti, o avranno ancora qualche difetto come retaggio del passato, vedasi il recente remake di Until Dawn (di cui vi rimandiamo qui per leggere la nostra recensione)? Scopriamolo insieme nella nostra analisi tecnica di questo nuovo approdo nelle nostre librerie videoludiche, che abbiamo testato su PlayStation 5!
Horizon Zero Dawn Remastered: storia di emarginazione e di riscatto
Tuttavia, secondo la nuova analisi tecnica di Digital Foundry, il lavoro svolto è di grande qualità , in particolare con miglioramenti visivi notevoli e prestazioni impeccabili che danno nuova vita al mondo post-apocalittico di Guerrilla Games. Ma partiamo con una brevissima infarinatura di quello che ci attende in questa avventura, in termini di storia, per chi ancora non ne fosse al corrente. Primo capitolo dell’omonima serie Horizon, la storia segue le avventure di Aloy, una cacciatrice che vive in un mondo postapocalittico e dominato da robot ostili, le cosiddette “Macchine”, dove gli esseri umani si sono riuniti in fazioni tribali. Avendo vissuto fin da bambina la condizione di emarginata sociale dalla sua stessa tribù, Aloy decide di scoprirne il motivo e di cercare delle risposte sul suo passato e sulla calamità che ha colpito l’umanità .
Il gioco mette a disposizione un open world esplorabile liberamente, con un gran numero di missioni principali e secondarie da completare, e dove possiamo combattere contro le Macchine attingendo a un arsenale di armi abbastanza ampio e completo, che prevede la presenza di lance, armi da lancio e la messa in pratica di tattiche stealth, accanto alla possibilità di saccheggiare i resti dei nemici dopo averli sconfitti, per ottenere utili risorse, e un sistema di sviluppo ad albero che consente ad Aloy di imparare nuove abilità e di ottenere utili bonus passivi. Ma concentriamoci ora su quelli che sono i pilastri principali di questa versione remastered, dove spiccano in primis le migliorie a livello grafico. Ma vediamo nel dettaglio cosa abbiamo notato nel corso della nostra prova.
Nuove luci illuminano le terre dei Nora
Horizon Zero Dawn Remastered rispetto alla versione originale di oltre sette anni fa, mostra miglioramenti notevoli, per via di diversi accorgimenti che il team di sviluppo Nixxes ha messo in pratica. Pare infatti che banalmente sia stata utilizzata la tecnologia del sequel per apportare dei potenziamenti in termini di texture e di sistema di illuminazione, ma non solo. In particolare, la vegetazione gioca un ruolo fondamentale nel rappresentare le rigogliose rovine di una civiltà perduta nel mondo di Horizon, con il team che ha voluto dedicare la stessa cura e attenzione alla vegetazione rispetto a quanto fatto in Forbidden West, secondo capitolo del franchise. Di conseguenza, migliorano elementi quali shader, texture, geometria e interazione con la natura, così come sono stati rivisitati tutti gli asset vegetali di Horizon Zero Dawn e aggiornati con queste nuove caratteristiche.
Evidenti sono anche le migliorie in diversi punti dei biomi, apportate nel tentativo di avvicinarsi maggiormente all’intento originale di realizzazione grafica di questi ultimi, introducendo nuovi tipi di vegetazione e aumentando qualità e densità a livelli importanti. Anche le rive dei fiumi sono state aggiornate, con maggiore biodiversità , e i cambiamenti nella vegetazione hanno reso il gioco più vivo e all’altezza degli standard incredibilmente alti dei giochi di Horizon, offrendo ai giocatori come risultato un mondo coerente da rivivere, o scoprire per la prima volta. Non manca nemmeno l’importante lavoro sull’illuminazione del mondo di gioco e sulle scene cinematografiche, realizzato dagli artisti di Guerrilla e di Nixxes, e che ha visto in primis l’introduzione del nuovo sistema di nuvole, Nubis, già introdotto in Horizon Forbidden West, oltre al tentativo di mantenimento dell’intensità della luce. Molte delle luci del mondo di gioco sono state riequilibrate o reilluminate da zero, per creare anche una maggiore continuità nella sensazione visiva restituita al giocatore e mantenere lo stesso tono e allinearsi alla direzione artistica leggermente aggiornata.
Personaggi ancora più umani
Se quindi finora è evidente come la volontà del team di sviluppo sia stata quella di avvicinare le performance grafiche della nuova versione remastered di Horizon Zero Dawn a Forbidden West, non sono state meno importanti le revisioni contenutistiche. Infatti, un’altra grande novità in Horizon Zero Dawn Remastered è stata l’aggiunta di oltre 10 ore di contenuti in motion-capture per i personaggi, diretti e registrati dal team di Guerrilla, rendendo le conversazioni molto più vivaci. In versione originale, tutte le riprese di mocap provenivano da attori di altezza o genere diverso, quindi i personaggi guardavano troppo in alto o in basso, le spalle non corrispondevano al resto della posa, e altri aspetti dell’animazione non erano troppo verosimili e naturali. Accanto all’aggiornamento delle animazioni del corpo, sono state registrate anche nuove animazioni facciali per le conversazioni. Tutte queste migliorie nelle nuove animazioni corporee permettono movimenti più ampi, con innovazioni anche al movimento della telecamera per evitare che i personaggi uscissero dall’inquadratura o si trovassero fuori scena.
Horizon Zero Dawn Remastered presenta dunque significativi miglioramenti nei modelli dei personaggi e nella loro reazione all’illuminazione, che torna ancora una volta negli aggiornamenti principali di questa versione. Molti dettagli, come tonalità della pelle, qualità dei capelli e abiti, sono stati ripresi da Horizon Forbidden West, comportando un lavoro molto impegnativo per migliorare i vari shader e ottimizzare la qualità visiva, per garantire che i modelli reagiscano meglio alla nuova illuminazione del remaster. Le differenze estetiche in particolare si notano su Aloy, sia in fase adulta che da bambina, essendo stata sottoposta a un trattamento cinematografico completo, e aggiungendo dettagli come la peluria, e miglioramenti ai capelli, agli occhi e ai materiali.
E come si comporta questo titolo sulla console di Sony, beh, niente da dire: la stabilità del motore di gioco è evidente, non ci sono particolari difetti nella fluidità del gioco, sia in fase di gameplay, che (tantomeno) nelle sequenze cinematografiche, al netto di qualche lieve calo di fps, ma molto limitato e non inficiante nel corso della nostra esperienza. Una vera e propria rimasterizzazione ben congegnata e concepita nel dettaglio, in particolare grafico, che forse pecca di attenzione nei confronti di altri aspetti del gioco, tra cui le fasi di azione e di combattimento, rimaste praticamente identiche, e forse con qualche pecca di fluidità , rispetto alla versione originale.
Horizon Zero Dawn Remastered è un titolo che vale la pena di giocare, per chi desidera rivivere, o scoprire per la prima volta, gli albori delle avventure di Aloy. Una rimasterizzazione interessante, molto attenta e curata nella resa grafica delle ambientazioni e dei personaggi, non solo a livello estetico ma anche nel contenuto (solo parzialmente), con aggiunte ulteriori in fase di dialogo. Una “ristrutturazione” del mondo di Aloy solo parziale però, e forse poco equilibrata: nulla praticamente è stato toccato nelle fasi di azione e di combattimento, dove a volte qualche sbavatura si nota, anche in termini di resa di motore di gioco, non sempre al massimo della fluidità . Una remastered dunque che, lo ripetiamo, è interessante da testare, soprattutto per l’operazione di “allineamento” grafico ed estetico con il secondo capitolo, Forbidden West, per rendere più fluida e immediata la transizione tra un titolo e l’altro, anche se avremmo voluto vedere qualche aggiornamento ulteriore e non solo prettamente dedicato al comparto grafico, focus che ha tralasciato altri aspetti comunque importanti di un titolo così corposo e rilevante sul panorama videoludico.