Indiana Jones e l’Antico Cerchio Provato: fedora, frusta e avventure antifasciste

Abbiamo messo in valigia frusta e fedora, quindi ci siamo imbarcati per un volo diretto al prestigioso Marshall College, istituto che si รจ eccezionalmente trasferito a Londra. Lรฌ abbiamo incontrato Axel Torvenius, Creative Director di MachineGames che ci ha offerto lโ€™opportunitร  di provare in anteprima lโ€™ultima fatica del suo team: Indiana Jones e l’Antico Cerchio. Avevamo giร  avuto occasione di testare lโ€™attesissimo titolo in occasione della gamescom 2024, ma questa volta, in un contesto piรน rilassato e con una demo piรน rifinita, abbiamo potuto immergerci nellโ€™esperienza per almeno un paio dโ€™ore. I risultati del nostro test sono stati… interessanti. Da ciรฒ che abbiamo visto, Indiana Jones e l’antico Cerchio ha il potenziale per soddisfare i fan della saga, anche se l’esperienza generale presenta sfumature complesse che meritano unโ€™analisi piรน approfondita.

Il modello di Indiana Jones รจ un’ottima rappresentazione degli anni d’oro dell’attore Harrison Ford.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio: tra il sequel e la nostalgia

Come noto giร  da tempo, Indiana Jones e l’antico Cerchio รจ ambientato nel 1937, ovvero nellโ€™anno che separa I Predatori dellโ€™Arca Perduta da L’Ultima Crociata, rispettivamente primo e terzo capitolo della trilogia filmica originale. Questa scelta si riflette nel materiale da noi provato, il quale richiama toni e tematiche piรน vicini all’identitร  che il brand aveva alla fine degli anni Ottanta, piuttosto che a quella sviluppata che ha sviluppato dal 2008 in poi. Un presupposto importante, soprattutto considerando l’accoglienza profondamente divisiva riservata agli ultimi due film della saga di Indiana Jones. Grazie alla magistrale digitalizzazione di un giovane Harrison Ford, MachineGames รจ riuscita infatti a ricreare con passione le alchimie del passato, attingendo a piene mani dagli archetipi narrativi di sempre e riportando in campo gli antagonisti piรน gettonati, i nazisti.ย 

Ma non solo. Con una svolta interessante โ€“ soprattutto per il pubblico italiano โ€“ l’avventura del celebre archeologo lo vede scontrarsi in modo significativo anche con le forze dell’esercito fascista, portando in scena addirittura un Benito Mussolini accompagnato dal suo inseparabile fez. Tuttavia, qualcosa รจ in effetti cambiato: Indiana Jones, da sempre simbolo di un machismo aspirazionale, viene ora rappresentato con sfumature che evidenziano piรน chiaramente la tossicitร  insita nel suo comportamento. I suoi tratti negativi emergono in modo particolarmente marcato quando viene esplorata la sua relazione con Marion Ravenwood, amante con cui ha avuto un rapporto altalenante fin da quando lei aveva quindici anni. Indiana Jones e l’antico Cerchio guarda dunque al passato, ma senza omettere richiami alle evoluzioni registrate dalla sensibilitร  odierna.

Indiana jones e l'antico cerchio
La frusta รจ un’accessorio molto utile a stordire e disarmare gli avversari. Forse anche troppo.

La linea rossa che unisce molte destinazioni

Durante il nostro hands-on abbiamo esplorato tre contesti di gioco, ciascuno caratterizzato da una forte identitร  individuale. Abbiamo compiuto i primissimi passi all’interno dei corridoi di un Marshall College digitalizzato con notevole dedizione. Nottetempo, il dottor Henry Jones si sveglia nel suo studio, disturbato da un forte frastuono proveniente dalle sale interne all’universitร , il nostro compito รจ quello di indagare su cosa stia succedendo. Sebbene l’accademia risulti a suo modo estremamente lineare, l’eccellente level design crea l’illusione di un ambiente complesso, fatto di stretti corridoi e numerose porte da esplorare. La struttura, distribuita su piรน piani e attraversata da corridoi interconnessi, trasmette efficacemente quella sensazione labirintica tipica degli antichi atenei. La prima impressione tecnica รจ notevole: l’ambiente รจ ricchissimo di dettagli, tutto sembra vivo e vissuto, mentre il ritmo lento e immersivo richiama vagamente le atmosfere horror di ispirazione lovecraftiana.

Senza svelare troppo, Indiana si imbatte in un gigantesco monaco che lo strangola fino a fargli perdere i sensi. Il giorno seguente, l’accademico scopre che l’irruzione aveva come scopo il furto di un nuovo reperto, un gatto imbalsamato. Fin troppo fortunatamente, il ladro ha perso un medaglione che ne rivela l’affiliazione ai circoli segreti del Vaticano. Il professore prepara dunque il necessario per affrontare ogni ostacolo e si dirige a Roma. Qui le cose si fanno davvero interessanti, tuttavia in questo contesto emergono anche le prime osservazioni critiche. Il level design si riconferma eccezionale: sebbene la mappa segua nuovamente un percorso tendenzialmente lineare, la sua struttura offre al giocatore numerose possibilitร  di movimento, incoraggiandolo a esplorare e ad adottare diversi approcci per avanzare nella missione.

Sotto certi aspetti, questa rappresentazione di Roma ricorda per sfaccettature e profonditร  il level design dell’ottimo Dishonored, tuttavia viene arricchita da un’ambientazione che รจ a tratti ancora piรน dettagliata e immersiva della giร  notevole Dunwall. รˆ facile perdersi a osservare ogni poster propagandistico o a studiare la logica dietro il posizionamento di stanze e strutture, se non altro perchรฉ tutto appare coerente e โ€œveroโ€. Non che ci sia perรฒ troppo tempo per tergiversare, il Vaticano รจ costantemente sorvegliato da soldati fascisti, i quali ci hanno inconsapevolmente introdotti alle meccaniche di combattimento e alle fasi di infiltrazione furtiva. Nonostante il professor Jones sia un uomo d’azione, vale la pena ricordare che il suo corpo รจ piรน vulnerabile che mai: fragile e facilmente affaticabile, spesso รจ piรน prudente evitare lo scontro diretto che rischiare di subire una pioggia di manganellate o, peggio ancora, ritrovarsi al centro di una sparatoria.

Gli indovinelli sono una parte integrante dell’esperienza da archeologo.

Dallo stealth ai mondi aperti

Lo sviluppo di Indiana Jones e l’antico Cerchio รจ ancora in corso dโ€™opera, quindi non possiamo ancora esprimere un giudizio definitivo. Tuttavia, sia il combattimento che lo stealth non ci hanno colpito per eccellenza. Ambo funzionali, talvolta anche piacevoli, si dimostrano ripetitivi e semplicistici, soprattutto considerando che il loro ruolo รจ assolutamente centrale allโ€™interno del gameplay. Questa debolezza potrebbe perรฒ derivare dall’intelligenza artificiale, la quale non spicca per modernitร  o arguzia: spesso i nemici si dispongono in fila per essere presi a cazzotti, oppure le guardie non notano il protagonista quando questo corre davanti a loro, poichรฉ non riescono a riempire in tempo la fatidica barra di allarme. La mappa รจ inoltre disseminata di armi improvvisate โ€“ attizzatoi, padelle, stampelle, ecc. โ€“, oggetti propensi a rompersi rapidamente, ma che si dimostrano comunque molto efficaci per abbattere gli avversari. Se รจ vero che da un lato il gioco suggerisce di muoversi con cautela, รจ spesso piรน semplice e conveniente affrontare i combattimenti a testa bassa, piuttosto che evitare gli ostacoli, una scelta che indebolisce una parte significativa dell’iniziale idea progettuale.

Dopo aver esplorato il Vaticano, MachineGames ci ha fatto caricare un salvataggio piรน avanzato. Questa volta, Indiana Jones si trova in Egitto, a Giza, allโ€™ombra delle piramidi insieme alla sua nuova compagna di viaggio, la giornalista italiana Gina Lombardi. Con gli scavi locali caduti nelle mani delle truppe tedesche, il duo deve contattare un alleato del posto e infiltrarsi nei vari luoghi di sepoltura per recuperare i reperti archeologici desiderati dai nazisti. Rispetto ai livelli precedenti, lโ€™ambiente cambia radicalmente: non รจ piรน lineare, ma si sviluppa su una mappa aperta, dove i punti di interesse sono separati da vaste distese di sabbia e rocce. Complessivamente, il setting perde di profonditร  in favore di una dimensione piรน estesa e di una navigazione relativamente libera, la quale viene accompagnata da sporadici punti di viaggio rapido.

Ricercato dai soldati, il professore rischia a farsi vedere per le strade dei bazaar a meno che non indossi dei travestimenti opzionali, i quali, tuttavia, non gli garantiscono lโ€™accesso ad alcune “zone rosse” completamente off-limits. Qui, i nemici lo attaccheranno a vista, senza troppe cerimonie o avvertimenti. In questa fase, diventa evidente che Indiana Jones e l’antico Cerchio non desideri guidare troppo i giocatori tenendoli per mano: molti ostacoli possono essere superati solamente osservando attentamente lโ€™ambiente o, se necessario, consultando il diario che il professore aggiorna progressivamente. Il quadernino compilato da Indiana contiene infatti indizi e riferimenti utili, i quali vengono spesso generati scattando fotografie ad alcuni elementi scenici rilevanti. Per evitare che dettagli cruciali della trama possano perdersi nella distrazione, lโ€™interfaccia utente segnala la presenza di immagini da immortalare con un’icona posta in cima allo schermo, tuttavia il gioco tende a non far uso eccessivo di indicatori che possano corrompere il grado di immersivitร  offerto dallโ€™avventura.

indiana jones e l'antico cerchio
Mappa ed eventuali puntatori sono rappresentati da un diario di viaggio.

I dungeon secondo Indiana Jones e l’Antico Cerchio

Lโ€™Egitto รจ stato anche il nostro banco di prova per sperimentare lโ€™idea che MachineGames ha dei “dungeon”. Questi uniscono combattimenti, platforming e risoluzione di enigmi, creando unโ€™esperienza integralmente focalizzata a rievocare toni cinematografici e avventurosi. Complice questo desiderio di adrenalina e appagamento, che si tratti di seguire cavi elettrici per alimentare un ascensore o di posizionare tavolette di pietra per svelare un indizio, il livello di sfida di Indiana Jones e l’antico Cerchio si mantiene su obiettivi accessibili e abbordabili. Lontano dalle logiche complesse di The Witness o dai coinvolgenti rompicapo di Outer Wilds, il titolo si allinea piuttosto alla semplicitร  degli enigmi di titoli quali Skyrim, allontanandosi dai paradigmi perseguiti dai puzzle games veri e propri, ovvero dai primi videogiochi punta-e-clicca che celebravano lโ€™immagine di Indiana Jones.

Lโ€™impressione maturata durante il nostro trial รจ quella di un videogioco che abbraccia diversi stili senza perรฒ approfondirne a fondo nessuno, rendendosi cosรฌ fruibile trasversalmente a un pubblico vastissimo. Tuttavia, รจ chiaro che lโ€™intento di MachineGames non sia tanto quello di innovare o di approfondire meccaniche di gioco audaci, quanto tradurre in chiave videoludica un universo cinematografico che ha alimentato le fantasie di almeno tre generazioni. In questo senso, la missione sembra riuscita, anche se va detto che lโ€™immersione nellโ€™esperienza รจ variabile e dipende fortemente dalla struttura delle singole mappe. Siamo quindi curiosi di scoprire gli equilibri dellโ€™opera completa e di verificare quanto possano risultare impegnative le rovine esplorabili nelle fasi finali del gioco. Non resta che attendere il 9 dicembre, data di lancio, per immergerci in quello che promette di essere un autentico trofeo per lโ€™archeologia videoludica.


Indiana Jones e l’Antico Cerchio si distingue per una ricostruzione romanzata degli anni Trenta, realizzata con meticolosa attenzione ai dettagli, che riesce a integrarsi perfettamente nella trilogia classica della celebre saga dโ€™avventura. Impugnando il controller, si ha la netta sensazione di vestire davvero i panni del professor Henry Jones, immergendosi in un mondo che fino a oggi avevamo perlopiรน conosciuto in una prospettiva bidimensionale. Sebbene lโ€™ambientazione sia impeccabile, non possiamo dirci altrettanto entusiasti del sistema di gioco: funzionale, sรฌ, ma non si sta dimostrandoย  dotato di quella dose di audacia e sfida che ci saremmo auspicati. Tuttavia, lo staff di MachineGames ha dichiarato di essere impegnato nel perfezionamento dell’intelligenza artificiale, e siamo curiosi di vedere il risultato finale dei loro sforzi.


 

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