Il mito rivive sul grande schermo. Kenshiro, il sessantaquattresimo discendente della Divina Scuola di Hokuto, l’uomo dalle sette stelle, è tornato con la sua forza inarrestabile. Ken Il Guerriero – Il Film approda, per la prima volta nei cinema italiani, il 14, 15 e 16 ottobre per celebrare i quarant’anni dall’esordio del leggendario anime. La pellicola, disponibile solo in alcune sale selezionate, è il secondo appuntamento della nuova stagione Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo Studios in collaborazione con Yamato Video, RTL 102.5 (radio ufficiale dell’evento), assieme i media partner Cultura POP, MYmovies.it e ANiME GENERATION. Realizzato nel 1986 dalla Toei Animation, in Italia era stato precedentemente distribuito solo nel circuito Home Video. Il lungometraggio è basato sull’iconico manga Ken il Guerriero (北斗の拳?, Hokuto no ken) scritto da Buronson, pseudonimo del fumettista giapponese Yoshiyuki Okamura, e disegnato da Tetsuo Hara pubblicato dal 1983 al 1988. Dall’opera sono tratte due serie TV, prodotte sempre dalla Toei, alle quali, oltre alla succitata pellicola, fanno seguito altri adattamenti derivativi. Proprio quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario del debutto del primo episodio dell’anime trasmesso l’undici di ottobre del 1984 su Fuji TV. Per festeggiare tale evento la Yamato Video ha curato questa nuova edizione italiana di Ken Il Guerriero – Il Film, per l’occasione restaurato in alta definizione e ridoppiato.
Una catastrofica guerra nucleare ha trasformato la Terra in un deserto senza vita, trascinando l’umanità al limite della sopravvivenza in vortice di caos e violenza. In queste terre devastate dall’olocausto atomico, Kenshiro, sessantaquattresimo discendente della Divina scuola di Hokuto, parte alla ricerca della sua amata Julia, rapita dal suo ex amico Shin.
Una metamorfosi cinematografica
Struggente e brutale, Ken Il Guerriero è una delle opere più iconiche del panorama manga e anime, capace di fondere magistralmente azione e dramma in un’epopea senza tempo. Un vero e proprio cult che, a distanza di quarant’anni dalla messa in onda del primo episodio, permane attuale e continua a risuonare con le nuove generazioni grazie alla sua capacità di affrontare tematiche universali e profonde con una intreccio avvincente ed uno stile visivo inconfondibile. Ken Il Guerriero – Il Film ripercorre la prima parte della storia di Kenshiro, dal rapimento di Julia sino allo scontro con suo fratello Raoul. La pellicola adatta, rielaborandoli sensibilmente, gli eventi del manga, conservando alcuni aspetti della prima serie televisiva. Le differenze sono di notevole rilevanza, poiché interessano sia la trama, incluso l’epilogo, che i personaggi ed alcune delle loro dinamiche relazionali. Variazioni giustificate dalle esigenze intrinseche del formato cinematografico, che richiede sequenze più concise e focalizzate, al fine di mantenere un ritmo avvincente e coeso. Tuttavia, queste modifiche, seppur importanti, non ledono il senso generale del racconto e, soprattutto, conservano immutata l’essenza dell’opera. In ragione dei diversi avvicendamenti che si susseguono, la narrazione procede necessariamente per blocchi distinti. Il ritmo si mantiene scorrevole, sebbene i passaggi possano talvolta risultare un po’ bruschi e dissonanti. Malgrado ciò, il film fluisce inarrestabile, riuscendo a non risultare mai tedioso.
La pellicola vanta un’elevata qualità artistica considerando il periodo di produzione, che le conferisce un fascino imperituro, inscalfibile nonostante la distanza di anni dalla sua produzione. Realizzata in tecnica tradizionale, è caratterizzata da splendidi ed accurati disegni, dai fondali minuziosi dotati di un peculiare realismo. Il design dei personaggi, pur mantenendo lo stile alla serie televisiva, presenta un tratto più rifinito e raffinato. Le animazioni sono fluide e dettagliate, capaci di valorizzare i combattimenti esaltandone l’innata e brutale violenza. Spiccano, a tal proposito, i primi piani dei dettagli anatomici, come i muscoli pulsanti o le vene sanguinanti, i quali, per merito della maniacale attenzione ai particolari, risultano vere e proprie esplosioni di potenza viscerale. Alcune di queste scene sono enfatizzate dal cosiddetto effetto ghosting. Tale espediente crea una sorta di scia o doppia immagine, ed è utilizzato per accentuare i movimenti rapidi e l’energia dei colpi durante le sequenze di lotta. Al quadro visivo si coniugano euritmici musica e suoni, creando un’esperienza sensoriale completa che amplifica l’intensità emotiva delle scene. Lodevole il nuovo doppiaggio, che si distingue per il ritorno di Alessio Cigliano – voce storica di Kenshiro nell’adattamento italiano originale della serie animata – nonché per un adattamento più fedele e preciso dell’opera originale. Nel complesso, il lungometraggio si distingue come un prodotto audiovisivo accattivante ed artisticamente impeccabile, che continua ad impressionare ed affascinare il pubblico contemporaneo.
Ken Il Guerriero – Il Film: nei meandri del mito
Un’epopea drammatica, dalla veemente violenza, nella quale, tuttavia, è racchiuso il seme della speranza. Ken Il Guerriero – Il Film preserva intatta l’essenza del manga originale di Buronson e di Tetsuo Hara, esprimendosi risoluta nel suo comparto tematico. L’ambientazione post-apocalittica riflette il pessimismo intrinseco dell’opera, figlio del contesto storico in cui è stata concepita. Siamo, infatti, negli irrequieti anni della Guerra Fredda, quando il destino del mondo vacillava precario, sospeso su un fragile equilibrio di potere. La bomba atomica era una minaccia tangibile, che risvegliava una paura ancestrale, specie per un paese come il Giappone, che aveva vissuto in prima linea gli effetti devastanti di tali arma. Il terrore di quelle catastrofiche conseguenze si concretizza vivo nella storia di Ken Il Guerriero, tramutandosi in quel contesto disastrato e desolato che le fa da sfondo. Un pianeta annichilito e sterile, nel quale il genere umano sopravvive a stento, lasciando emergere il suo lato più crudele, egoista e criminale. La legge del più forte domina incontrastata, senza alcuna giustizia o riscatto. In Ken Il Guerriero la violenza è uno dei tratti qualificanti dell’opera, dalla rappresentazione estrema e viscerale, visivamente cruda. Una brutalità non solo fisica, ma anche psicologica, specchio dell’inciviltà e della disumanità di una popolazione al collasso. Nel film tale aspetto è ulteriormente esaltato, meticoloso e sanguinolento. Ciò ha causato numerose polemiche, come già accaduto per l’anime, che è stato vittima di biasimi e censure, forse ancor più aggressivi delle sequenze incriminate. Tuttavia i detrattori non colgono due elementi basilari. In primis Ken Il Guerriero è destinato ad un pubblico adulto, il quale, si spera, sia in grado di discernere tra finzione e verità, senza degenerare in folli comportamenti emulativi. In secondo luogo, non meno importante, la violenza dell’opera, sebbene esplicita sino allo splatter, non è mai veramente gratuita ed arbitraria. Al contrario, nella sua energica esacerbazione, si annida un connaturato realismo atto ad evidenziare la brutalità dell’essere umano e delle sue azioni. Diviene, in tal modo, un mezzo narrativo per esplorare le profondità dell’animo, dalla dimensione catartica, che mette in luce la lotta tra il bene e il male. Un parossismo che ritroviamo nelle arti marziali praticate dalla scuola di Hokuto e Nanto, assolutamente inverosimili su un piano pratico, ma ispirate ai concetti astratti e filosofici di tali discipline. Un dettaglio sostanziale, in quanto questo conferisce loro la capacità di non infrangere il sacro patto della sospensione d’incredulità con lo spettatore.
Su questa Terra seviziata, tra le rovine di civiltà oramai annientate, resiste imperterrito il seme della speranza, personificato in Julia e Lynn. Miraggio in quella coltre di barbarie, sopravvive, silenzioso e resiliente, grazie all’amore. Un sentimento che, in tutte le sue sfumature, è la chiave per rigenerare il mondo dalla distruzione. Quella di Julia e Lynn è una resistenza emotiva, dalla forza intrinseca capace di sfidare le avversità più implacabili. Di questa speranza Kenshiro ne è il perseguitore e difensore. Guidato dall’amore procede determinato la sua ricerca, incarna l’essenza del giustiziere, forte del potere redentore di un animo buono. Con la sua fiamma inestinguibile persevera la sua battaglia per proteggere i deboli dai malvagi, combattendo contro un destino disperato che sembra condannare il suo mondo. Una missione che oltrepassa la sfera personale, in quanto questione anche di onore e dovere. In virtù del suo ruolo di successore della Divina Scuola di Hokuto, Kenshiro sente un profondo senso di responsabilità verso questo lignaggio. Forte ed inarrestabile, ma empatico e compassionevole, Kenshiro è una figura complessa, una metempsicosi simbolica di un eroe tanto canonico quanto antitetico. In Ken Il Guerriero – Il Film, tali caratteristiche vengono pienamente conservate, nonostante le modifiche apportate al racconto originale. La trasposizione cinematografica riesce a catturare l’essenza dell’opera di Buronson e Tetsuo Hara, valorizzandola con una qualità audiovisiva potente e ad una profondità emotiva che soddisfa appieno le aspettative degli spettatori.
Violenta ed epica, eppure permeata da un’intensa rapsodia tematica, Ken il Guerriero – Il Film sublima magistralmente le vicende dell’eroe dalle sette stelle in un adattamento cinematografico di grande interesse. Nonostante le notevoli differenze rispetto all’opera originale di Buronson e Tetsuo Hara, il film riesce a preservare intatto lo spirito della serie. L’elevata qualità tecnica, che trascende le barriere del tempo, valorizza appieno l’esperienza dello spettatore. Una pellicola dedicata non solo ai fan più accaniti, ma accessibile anche ai neofiti, che troveranno in essa un’opportunità preziosa per scoprire il mito di Kenshiro.
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