Ieri vi avevamo già parlato di Longdue, nuovo studio con ex-sviluppatori di ZA/UM che sta lavorando all’erede spirituale di Disco Elysium: ebbene, sempre nella giornata di ieri, è stato svelato un nuovo team fatto proprio da altri ex-sviluppatori che avevano lavorato ad una delle più gradite soprese videoludiche del 2019. Si tratta di Summer Eternal, che si pone di portare qualcosa di “completamente fresco ed originale” e il team include:
- Argo Tuulik e Olga Moskvina, che erano tra i cinque sceneggiatori di Disco Elysium.
- Lenval Brown, doppiatore noto per il suo lavoro su Disco Elysium.
- Dora Klindzic, scrittrice principale di ZA/UM.
- Anastasia Ivanova, concept artist senior presso ZA/UM.
- Michael Oswell, grafico di ZA/U.
- Aleksandar Gavrilovic, amministratore delegato dello studio di sviluppo di videogiochi Gamechuck.
- E altri ancora saranno annunciati nelle prossime settimane.
L’obiettivo di Summer Eternal è creare uno spazio di proprietà dei lavoratori, cooperativo e liberatorio che garantisca a ogni lavoratore, a ogni creativo e a ogni giocatore di avere una voce. Che pone l’integrità artistica sopra i comfort personali, margini di profitto, interessi a breve termine e bolle di profitto della grande tecnologia.
Quei sotto un paio di estratti della presentazione del team, da parte di Klindzic:
“Sono decenni che ci si chiede se i giochi siano arte. Quando i giochi diventeranno arte? Sono già arte? Siamo convinti che che fino a quando gli sviluppatori di giochi non saranno disposti ad assumersi il tipo di rischio e di prese di posizione da parte degli artisti, che tengono la loro onesta verità più in alto di un assegno aziendale versato da uno che li odia, che li osserva con il disgusto clinico di un avvoltoio, questo mezzo di comunicazione sarà limitato a poco più di un cinico strumento consumistico. Non c’è opera che non rifletta la perversione della dignità del suo creatore.
La nostra forza è che ci preoccupiamo l’uno dell’altro più di quanto potremmo mai temere le difficoltà. Questo è ciò che ci permette di rischiare, di essere veri mercenari dell’anima. Se non è una misura di salute essere una società profondamente malata, allora la nostra missione è quella di inoculare, invogliare il malcontento fino a quando il paziente non avrà espulso le sue tossine del cinismo e della rassegnazione.”
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