Ranma ½ First Look: stesso spirito, nuova immagine!

Le nostre prime impressioni sul recente remake anime Ranma ½, disponibile sulla piattaforma Netflix

Ranma 1/2

L’acqua fredda lo trasforma in una lei, quella calda lo fa ritornare lui … le esilaranti vicissitudini di Ranma ½  rivivono in un remake tutto da ridere! Il nuovo anime è disponibile su Netflix dallo scorso 5 ottobre, che rilascerà gli episodi settimanalmente in versione originale sottotitolata. La serie è il secondo adattamento animato del manga della rinomata Rumiko Takahashi, autrice di numerosi successi tra i quali Lamù (うる星やつら?, Urusei yatsura), Maison Ikkoku ed Inuyasha. Questa riedizione è realizzata dallo Studio MAPPA, con la regia di Konosuke Uda ed il character design di Hiromi Taniguchi, mentre la colonna sonora è di Kaoro Wada, compositore delle musiche del già citato Inuyasha. Ranma ½ , è una commedia degli equivoci, a tratti assurda, dove comicità ed azione s’intessono plastiche all’intreccio pseudo amoroso dei due protagonisti ed alle bislacche peripezie dei loro comprimari. La trama, difatti, s’incentra sulle vicende dei sedicenni Ranma Saotome ed Akane Tendo, entrambi abili praticanti di arti marziali, che si ritrovano promessi sposi per decisione dei loro padri. Tuttavia il giovane Ranma convive con uno stravagante problema. A causa di un incidente durante l’allenamento in Cina, presso le sorgenti maledette, quando s’immerge nell’acqua fredda… si trasforma in una ragazza! Sebbene basti un po’ di acqua calda per risolvere l’inconveniente, le complicazioni sono innumerevoli soprattutto considerando i non meno bizzarri compagni di (dis)avventure.

Ranma 1/2

Prime Impressioni

Un primo episodio brioso e farsesco capace di catturare egregiamente l’essenza umoristica dell’opera di Rumiko Takahashi. L’impatto iniziale di questo remake è da considerarsi indubbiamente positivo. Il suo punto di forza è la fedeltà al manga, oramai linea guida imprescindibile nell’attuale panorama anime, specie delle riedizioni, le quali spesso nascono proprio in virtù proporre un adattamento più conforme all’opera primigenia, regalandole così nuovo lustro. Una corrispondenza che, nel caso del “nuovo” Ranma ½, non è perfettamente pedissequa, tuttavia si tratta di difformità inique e non sempre da considerarsi negative. La rielaborazione riguarda da un lato le sequenze di lotta, più lunghe ed articolate (tratto assolutamente promosso!), dall’altro le scene di nudo che, all’opposto, sono lievemente castigate. Differenze, quest’ultime, veramente minime e capziose, nonché giustificate dalle regole televisive giapponesi. Per dovere di precisione va menzionata anche la parziale modifica di alcune battute, quantomeno stando ai sottotitoli, aspetto però trascurabile in quanto le variazioni non alterano il senso delle frasi originarie. Nonostante queste piccole disuguaglianze, la narrazione segue la storia del manga, risultando scorrevole ed estremamente calibrata nei tempi, dal ritmo dinamico e frizzante. Questa prima puntata ci presenta i due protagonisti, Ranma ed Akane, con le loro rispettive famiglie, fornendoci una caratterizzazione sommaria, ma non superficiale, dei singoli personaggi. Un’introduzione ben concepita per corrispondere alle specifiche esigenze del contesto.

La riedizione di Ranma ½  è realizzata nell’usuale ibrido tecnico tra animazione tradizionale e digitale, che regala a questo remake una piacevole fluidità, specie nelle sequenze di combattimento. Il tratto, pur non discostandosi di molto dal primo adattamento anime, è percettivamente più simile al manga, riproducendo con maggior accuratezza alcuni dettagli tipici dello stile della Takahashi. I disegni sono puliti e minuziosi, caratterizzati da una palette colori soft, dalla saturazione meno marcata rispetto alla serie precedente. Piacevoli e ben inseriti gli effetti grafici stile manga, come le onomatopee, la texture “carta stampata” e le cornici, le quali richiamano quelle dei videogiochi, soprattutto dei cabinati, anni ‘80/’90. Componenti visivi ben ponderati, che mescolano sapientemente il gusto contemporaneo ad elementi vintage, donando vivacità e carattere alle scene, enfatizzandone l’aspetto comico.

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Ranma ½ : un po’ di storia

L’argomento dei remake, specie negli anime, è sempre un tema un po’ spinoso, poiché inevitabilmente si tende a confrontare l’opera passata con la sua nuova versione. Un approccio non propriamente corretto, in quanto è importante considerare e classificare i due prodotti come entità distinte e separate, seppur correlate. Questo non implica che i paragoni siano vietati, ma piuttosto che le modalità di raffronto si fondino su logiche diverse e, soprattutto, che non si persegua l’odioso e fazioso obiettivo di decretare un vincitore. Non c’è mai, salvo rarissimi casi, un migliore od un peggiore nel senso assoluto, ma solo due versioni di un’opera primigenia, entrambe figlie del loro tempo. La parola chiave è, come sempre, contestualizzare, esaminando contenuti e differenze in modo scientifico. Ranma ½ ben si presta a questo genere di comparazione, permettendoci di approfondire alcuni aspetti interessanti dell’evoluzione degli adattamenti anime. Prima però, è doveroso da parte mia fornirvi qualche informazione sull’opera.

Ranma ½ nasce come manga dalla penna dell’iconica Rumiko Takahashi nel 1987, serializzato, con cadenza settimanale, sino al 1996. L’opera, come altre dell’autrice, ha una conclusione aperta, lasciando ai lettori la libertà di immaginare le possibili evoluzioni della storia. Nel 1989 inizia la prima trasposizione anime, trasmessa in Giappone su Fuji Tv, realizzata, come da prassi per l’epoca, in animazione tradizionale. La sua, tuttavia, è storia un po’ particolare in quanto, in realtà, è composta da due serie separate. La prima, intitolata Ranma Nibun no ichi, prodotta da Kitty Films e Studio Deen, è stata interrotta dopo sole 18 puntate a causa dei bassi ascolti. Nonostante ciò, visto il successo del manga, si è deciso di produrne una seconda, Ranma ½ Nettōhen, ad opera sempre dello Studio Deen, che riprende la storia da dove è stata sospesa. Nonostante il budget ridotto, con conseguente discontinuità nella qualità del prodotto, ed un cambio di palinsesto, la nuova produzione riscuote il plauso del pubblico, terminando nel 1992 dopo 143 episodi. Essendo concluso prima della fine del manga, il suo epilogo, che ricalca un passaggio del tankōbon  n.22, risulta provvisorio ed indefinito. Nelle edizioni estere, invece, le due produzioni sono state accorpate in un’unica serie indistinta, con tanto di numerazione progressiva delle puntate. In Italia è stata mandata in onda tra il 1995 ed il 2005, dapprima su TMC –  Telemontecarlo (oggi LA7) nel programma contenitore per bambini Zap Zap (rinominato in un secondo tempo Zap Zap TV), poi successivamente su alcune reti locali ed, in versione integrale, su MTV. L’adattamento italiano si distingue per un’ulteriore particolarità, poiché per diversi episodi esiste un doppio doppiaggio, uno più fedele e corretto ad opera della Dynamic e l’altro, censurato e con errori di traduzione, di Doro TV, registrato alla CRC di Roma. Per gli altri vi è solo una traccia audio ad eccezione del 136, il quale è privo di doppiaggio ed è stato trasmesso solo su MTV in lingua originale sottotitolato.

ranma 1/2

Due volti della stessa medaglia

Trentacinque anni dopo la prima messa in onda di Ranma 1/2, nel 2024, arriva questa riedizione. Nonostante sia uscito un solo episodio di questa riedizione, le differenze tra le due serie appaiono già significative e costituiscono il fondamento dell’esistenza dell’attuale remake, senza alcuna forma di delegittimazione del precedente adattamento. Il “vecchio” e “nuovo” anime non sono in competizione tra loro, poiché sebbene figli della stessa opera, rappresentano due prodotti derivativi distinti frutto delle logiche dell’industria audiovisiva nipponica della loro epoca. Nondimeno, poi, si tratta di opere con budget diversi, elemento che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità del singolo prodotto, indipendentemente dalle migliorie derivate dall’evoluzione tecnologica nel campo dell’animazione. La comparazione, quindi, si basa su criteri diversi, con un approccio analitico neutrale. La difformità primaria è che il remake di  Ranma ½ si prospetta essere una serie più fedele al manga sia nella storia che nell’estetica. Questo implica, o quantomeno ci fa auspicare, tanto l’assenza di fastidiosi ed inutili filler, quanto la possibilità di avere un finale conclusivo, anche se open – ended. La serie degli anni ‘80/’90, all’opposto, non gode di una conclusione definita ed è costellata di numerosi puntate riempitive, alcune delle quali, eccezionalmente apprezzabili. Si tratta di quei  pochissimi episodi in cui viene approfondito il rapporto tra Ranma ed Akane, che risultano interessanti riguardo l’evoluzione e la caratterizzazione dei due protagonisti. Un’altra diversità riguarda le scene di nudo. Se nel remake sono un’inezia più caste rispetto le tavole del manga, nella passata serie, invece, sono state enfatizzate ed aumentate di numero. Tale scelta nasce dalla consuetudine, in voga in quel periodo, di marcare sensibilmente l’elemento erotismo di molti anime. Pratica non connessa ad una forma di libertà sessuale, bensì ad un oculato sfruttamento commerciale, che sovente scade nell’oggettivazione dei corpi, specie femminili. Una prassi che all’estero ha scatenato spesso le affilate forbici della censura sui prodotti animati giapponesi, compreso Ranma ½. Revisioni che, ci tengo a precisare, sono ingiustificate, dettate unicamente dall’ignoranza e dal pregiudizio, nonché da un uso fallace dell’opera. Un martirio che presumibilmente risparmierà il remake, il quale, salvo imprevisti  sarà privo di tagli e modifiche rispetto l’originale nipponico.

ranma 1/2

L’ultima differenza attualmente rilevabile, per ovvie ragioni, risiede nella grafica e nella qualità audiovisiva. Il divario tra i due prodotti è palese, ma è più che giustificato in virtù tanto del budget, quanto dal divario tecnologico che le separa. Elemento, quindi, poco rilevante sul piano del confronto tra i due adattamenti, ma che assurge un ruolo più dirimente in merito ai cambiamenti nel settore dell’animazione nipponica. A partire degli anni 2000 è gradualmente maturata una vera e propria cultura degli anime, con una maggiore attenzione alle opere, sia in madrepatria che all’estero. Questo ha indotto l’industria audiovisiva ad adeguarsi in parte a tale richiesta, dedicando, quantomeno ai prodotti potenzialmente più commerciali, un certo riguardo, concentrandosi prioritariamente sulla qualità tecnica e non. Ciò si concretizza sempre più spesso in anime fedeli alla storia del manga da cui sono tratti, dalle serie più brevi, prive o quasi di episodi filler, che quando presenti sono spesso trasposizioni di novel canoniche. Tanto le aggiunte, quanto le revisioni sono minime, finalizzate unicamente all’adeguamento delle regole televisive. Un cambiamento notevole e lodevole, di cui Ranma ½ si prospetta essere un valido esempio.


Vivace e spiritosa, la nuova edizione di Ranma ½ non solo riesce a catturare l’essenza dell’originale, ma la arricchisce con una qualità visiva e narrativa che riflette i progressi dell’animazione moderna. Il remake del 2024 offre una prospettiva più fedele al manga di Rumiko Takahashi, capace di attrarre sia i nuovi spettatori che i fan di lunga data, senza sminuire il precedente adattamento. L’anime classico degli anni ‘80/’90 rimane un pilastro insostituibile per i nostalgici, al quale un buon restauro della sua versione integrale e, nel caso dell’Italia, un nuovo doppiaggio potrebbero donare una rinnovata vitalità, permettendogli di ritagliarsi un nuovo spazio nel panorama vintage. Le differenze tra le due versioni, sebbene evidenti, non fanno che sottolineare l’evoluzione del medium, permettendo a opere come Ranma ½ di adattarsi e valorizzarsi nella contemporaneità.


 

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