Nintendo; Nintendo Museum

Tra realtà e immaginazione: il Nintendo Museum apre i battenti

Il prossimo autunno, Kyoto si appresta ad accogliere un nuovo gioiello: il Nintendo Museum, edificato proprio nel luogo in cui l’azienda produceva carte Hanafuda prima di avventurarsi nel mondo dei videogiochi. L’esposizione permanente, dedicata alla storia e all’innovazione di una delle aziende più iconiche del settore videoludico, promette di offrire un’esperienza unica agli appassionati di tutto il mondo, anche se il sistema di accesso basato sull’utilizzo di monete virtuali non ha mancato di sollevare qualche perplessità.

Data l’assenza di parcheggi, il Nintendo Museum sarà raggiungibile solo con i mezzi pubblici.

Il tocco del maestro

Dietro la genesi di una simile istituzione c’è lo zampino di Shigeru Miyamoto, leggendario game designer e figura di spicco della società, nonché padre di autentiche icone come Mario e Zelda, il quale ha seguito da vicino lo sviluppo del progetto per garantire che lo spirito di Nintendo fosse presente in ogni dettaglio. La sua passione per i videogiochi e la sua profonda conoscenza della storia dell’azienda sono state fondamentali per dare vita a questo luogo magico. Un aspetto singolare della realizzazione del Nintendo Museum è il coinvolgimento della community dei fan: nel corso dei mesi, sono state infatti avviate diverse iniziative di crowdfunding che hanno permesso ai giocatori di tutto il mondo di contribuire alla sua concretizzazione. Tali campagne non sono servite soltanto a raccogliere i fondi necessari, ma hanno anche generato un forte senso di appartenenza e partecipazione tra i sostenitori.

Al secondo piano dell’edificio sono esposte tutte le generazioni di console Nintendo.

Insert coin

Nel corso di un recente Nintendo Direct dedicato, Miyamoto ha svelato un sistema di accesso alle attività all’interno del museo basato sull’utilizzo di monete virtuali. Ogni visitatore riceverà una carta con un numero limitato di gettoni, da spendere per partecipare alle varie esperienze interattive, come una gara di battute con un macchinario lanciapalle da baseball, un tiro al bersaglio che utilizza una classica NES Zapper e sessioni di gioco con un vasto assortimento di console vintage. Si tratta di scelta di design che, se da un lato potrebbe incentivare una maggiore attenzione da parte dei visitatori, dall’altro rischia di limitare la libertà di esplorazione e di creare un senso di frustrazione. È infatti lecito chiedersi cosa accada se si esauriscono le monete, se sarà possibile acquistare ulteriori gettoni nel corso della stessa visita, ma soprattutto se verranno integrate anche aree comuni visitabili gratuitamente oppure no. Musei come il V&A di Londra o il MoMA di New York, pur ospitando mostre dedicate ai videogiochi, non adottano sistemi di accesso così restrittivi, ma consentono ai visitatori di immergersi nell’universo videoludico a proprio piacimento.

L’Ultra Machine è stato uno dei giocattoli di punta negli anni ’60, e sarà possibile provarlo in una stanza dell’epoca ricostruita ad hoc!

Un futuro promettente

Malgrado i dubbi ancora da sciogliere, il Museo Nintendo rappresenta comunque un passo avanti importante per la valorizzazione della cultura videoludica. Sarà un luogo dove i fan potranno rivivere emozioni indimenticabili, scoprire i retroscena della creazione dei loro giochi preferiti e celebrare l’eredità di una delle aziende più innovative del mondo.

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Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.