Con l’uscita di Baldur’s Gate III, il mercato videoludico dallo stampo generalista si è nuovamente innamorato del genere classic-role-playing-game basato su un tipo di esperienza simile a quella da tabletop che i fanatici di Dungeons & Dragons conoscono a menadito. E tra le varie realtà dello sviluppo di videogiochi che ora si stanno buttando a capofitto su questo “rinascimento”, Microids si presenta alla gamescom 2024 con Flint Treasure of Oblivion, un nuovo CRPG ispirato al mondo dei pirati e dallo stile fumettistico nato dalla collaborazione tra lo sviluppatore Savage Level e un illustre rappresentante del fumetto francese. Durante la fiera tedesca abbiamo avuto modo di provare tramite invito da parte di Plaion una corposa demo di questa nuova avventura attraverso i sette mari.
Flint Treasure of Oblivion un crossover ludo-comics
La demo di Flint Treasure of Oblivion ci ha trasportato all’interno del mondo dei pirati, fatto di viaggi alla ricerca di tesori perduti, luoghi sconosciuti, ma anche rischi e storie di sventure e disgrazia. Ed è proprio così che inizia la storia del gioco, introducendo il capitano Flint e il suo compare Billy Bones alla deriva e senza speranza, con la fame e la stanchezza che hanno iniziato a giocare brutti scherzi alla mente dei protagonisti, con un primo combattimento che gioca sul cannibalismo spontaneo del capitano. Il baccano allerta un gruppo di marinai in perlustrazione, portando alla cattura del duo e all’inizio dell’avventura, che li porterà alla scoperta di un tesoro ignoto nascosto nei meandri più reconditi dei sette mari. La particolarità di Flint: Treasure of Oblivion nei confronti della narrazione è il modo in cui essa viene trasposta a schermo.
Al posto di box di dialogo, ad animare il racconto del gioco ci saranno varie tavole a fumetto suddivise in varie strisce verticali illustrate dal fumettista francese Fabrice Duret, autore d’annata 1972 e che in madre patria si è fatto conoscere con come Methraton e “Double Assassinat dans la rue Morgue”, ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe e che regala alle avventure di Flint un look unico e originale, al netto di una navigazione delle strisce un po’ scomoda e che avremmo preferito assumesse uno stile in grado di mettere in risalto tutto lo schermo.
I dadi segneranno il tuo destino
A livello di gameplay, durante la demo di Flint Treasure of Oblivion ci siamo trovati di fronte a ben 3 scenari di livello e complessità differenti e che ci hanno permesso di mettere mano al suo combat-system basato sui turni e dallo stampo puramente tattico sotto vari aspetti. Una volta iniziato un combattimento, il giocatore potrà selezionare fino a 4 membri della proprio ciurma da far scendere in campo, creando anche una sorta di elemento gestionale per quanto riguarda statistiche e differenziazione delle unità reclutabili, oltre che a una potenziale varietà nel numero di combinazioni disponibili. Dunque, in base alle varie circostanze, sarà possibile selezionare i membri della ciurma che più saranno utili in determinate circostanze.
Ogni unità è in grado di gestire fino a 4 pezzi d’equipaggiamento e 5 abilità, entrambe rappresentate da delle carte da gioco ottenibili tramite l’esplorazione e che andranno a variare non solo il tipo d’attacco e il range di esso, ma anche il tipo di dado da utilizzare. Da lì in poi la struttura sarà familiare ad ogni giocatore da RPG tradizionale: Punti Armatura, resistenze, tiri salvezza, situazioni di vantaggio dettate dal posizionamento dei nemici e il semplice numero che comparirà a schermo saranno fondamentali per avere la meglio sugli avversari o anche aprire degli scrigni unici presenti nel mondo di gioco, e che conterranno carte da collezionare o carte bonus speciali con cui ottenere ulteriori vantaggi e ribaltare la situazione. Il risultato è un gameplay dal potenziale intrigante, ma che dovrebbe rivedere leggermente il bilanciamento di alcuni elementi come gli status negativi e il modo in cui le carte bonus vengano giocate, magari segnalando al giocatore l’opportunità per un reroll che potrebbe mitigare eventuali ricaricamenti del salvataggio dettati dalla frustrazione.
Flint Treasure of Oblivion arriva alla gamescom 2024 presentando una demo che mette in mostra tutto il suo potenziale. Al di là di una veste grafica in Unreal Engine 5, ma anche per una produzione “al budget” coerente con l’offerta del catalogo Microids, il titolo in questione ci ha regalato degli scorci interessanti, e uno stile illustrativo che potrà soddisfare i palati dei fan del fumetto di stampo europeo, questa nuova avventura piratesca ha mostrato alcuni spunti interessanti dal punto di vista di gameplay. Al netto di alcune imperfezioni che potrebbero essere ri-bilanciate in tempo per la sua uscita questo ottobre, Flint Treasure of Oblivion va sicuramente incluso nella lista dei giochi da tenere in considerazione in questo 2024, nonostante la tipologia di gameplay proposto difficilmente riuscirà a raggiungere quei giocatori che guardano in maniera avversa il genere “ruolistico”
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