Ieri pomeriggio la brusca notizia dei 220 licenziamenti da parte di Bungie ha sicuramente scosso l’industria del gaming, con il team di Destiny che ha visto perdere il 17% della forza lavoro totale. Il CEO Pete Parsons, nella lettera ufficiale ha parlato di โalcuni dei cambiamenti piรน difficili che abbiamo mai dovuto fare come studioโ, con la scelta che รจ stata presa a causa dellโaumento dei costi di sviluppo e dei cambiamenti del settore, nonchรฉ delle condizioni economiche attuali.
Ma dietro a quel numero, 220, ci sono persone, che hanno deciso di parlare via social e criticare apertamente Parsons: bugiardo, ladro, richiesta di dimissioni, da parte della community manager Liana Ruppert. “Pete is a joke”, dice Griffin Bennett, ex community manager di Destiny, che poi ha aggiunto di come la scarsa leadership abbia distrutto uno dei piรน grandi sviluppatori di tutti i tempi, chiudendo con un “Vai in pensione, Pete”. Altra community manager, Sam Bartley, dandogli del codardo e del bugiardo sottolinea come sia stata una scelta di Parsons e di come pochi giorni prima non sembrava trasparire questa situazione. “Mi hai anche invitato a vedere le tue nuove auto due giorni prima di licenziarmi. Due. Fottuti. Giorni. Vattene. Ora”. Le sue parole, tra le tante altre arrivate in supporto agli sviluppatori licenziati e contro il CEO.
Situazione difficile per Bungie, che continuerร comunque a lavorare su Destiny (la roadmap resta invariata), e Marathon, oltre al fatto che una parte del team sarร scorporato per dar vita ad un nuovo studio che svilupperร un nuovo progetto, un gioco dโazione ambientato in un nuovo universo fantasy-scientifico.
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