C’è qualcosa di più magico di un racconto per bambini? Pensiamo alle favole dei fratelli Grimm, per esempio. O ai grandi classici reinventati dalla Disney, che hanno prodotto libri, album di figurine e accessori per la gioia dei più piccini. Se un tempo i prodotti per i più piccoli erano strettamente cinematografici (sì, includiamo anche l’animazione televisiva) e giocattoli, negli ultimi decenni sempre più sviluppatori hanno provato a immaginare esperienze videoludiche destinate proprio ai bambini. Tra esperimenti più o meno riusciti, come per esempio alcuni prodotti della linea Nintendo e qualche buon gioco per Kinect o PlayStation Eye, complice la grande diffusione di Unity e di altri motori di sviluppo, sono sempre di più i team che decidono di creare esperienze family friendly, spesso destinate proprio ai giocatori più giovani, ma che allo stesso tempo possano essere divertenti e perfettamente godibili anche dagli adulti. È il caso di KAKU: Ancient Seal, opera del team di sviluppo BINGOBELL.
Un nuovo eroe è pronto alla battaglia
Che cos’è KAKU: Ancient Seal? Il gioco è appunto una sorta di fiaba, che fa sue alcune atmosfere rese famose da altri giochi come per esempio Zelda, Tunic o RIME, ma che cerca di trovare una sua identità in un mercato decisamente affollato di esperienze videoludiche più o meno valide e che sembrano ormai aver detto tutto. Il risultato di questo mix? Un gioco abbastanza semplice, che però forse non riesce a esprimersi come vorrebbe. Il protagonista di KAKU: Ancient Seal è… Kaku. Si tratta di un bambino che avrà l’arduo compito di portare la pace in un mondo creato grazie ai cinque elementi primordiali. Il setting di gioco è fantastico: ci troviamo davanti un mondo creato millenni prima e dove Kaku, accompagnato da un maialino volante (che a inizio gioco ci metterà non poco nei guai), dovrà ristabilire l’ordine. La trama è semplice ed è la classica di ogni racconto fantastico, in cui ognuno di noi potrebbe tranquillamente immedesimarsi. In fondo, Kaku è un bambino come tanti altri, che lavora ogni giorno per vivere e procurarsi il cibo. Una storia che abbiamo già visto e anche rivisto in tantissimi racconti, soprattutto per i più giovani. L’ambientazione di KAKU: Ancient Seal è sicuramente intrigante. BINGOBELL ha lavorato duramente per poter creare un gioco open world, ricco di biomi fantastici. Si passa da lande desolate a scenari che ricordano il Giappone feudale, dalle montagne innevate a grandi scorci naturali come per esempio montagne con corsi d’acqua praticamente infiniti. Tutta questa mole di lavoro però è troncata dalla presenza di muri invisibili, ostacoli impossibili da superare e dialoghi forse fin troppo semplici e scritti con un po’ di pigrizia. La magia che può scattare è presto interrotta proprio da queste mancanze, che rischiano di annoiare più rapidamente di quanto si possa immaginare.
KAKU: Ancient Seal è un bel racconto, ma…
Al di là dell’ambientazione, KAKU: Ancient Seal è un action che combina elementi RPG come ormai siamo abituati a vedere da diverso tempo. Il combat system è comunque ben studiato e combinato, al di là di alcune incertezze sui comandi e sulla telecamera. Non si può dire la stessa cosa della difficoltà: anche impostando il gioco al suo livello di difficoltà massimo, è complicato riuscire a essere sconfitti. Oltre al combat system, KAKU: Ancient Seal propone anche un sistema di crafting per il cibo e le armi, la possibilità di scegliere il proprio equipaggiamento e nasconde anche una serie di segreti e ricompense sparse per la mappa. Il gioco ci prende per mano e ci guida per l’esplorazione, ci invita ad andare avanti nel prosieguo dell’avventura, ma purtroppo la facilità del gameplay e una narrazione non proprio eccellente rischiano di farcelo abbandonare forse un po’ troppo in fretta rispetto a quanto previsto. KAKU presenta una discreta quantità di cutscene, realizzate generalmente bene, anche se di qualità piuttosto altalenante. Quando un intermezzo è rilevante per la trama, la sua importanza risulta evidente. Non è presente il doppiaggio, limitato a grugniti e urla dei personaggi principali e secondari. I dialoghi vengono solitamente mostrati attraverso i box di testo o i sottotitoli, ma a volte mancano gli effetti sonori che indicano l’inizio di una battuta. Spesso mi sono perso parte del testo mentre correvo, anche se immagino che gran parte di esso fosse di semplice contorno alla storia. La narrazione è abbastanza coinvolgente e nessun personaggio risulta particolarmente logorroico. La traduzione in italiano potrebbe essere migliore, ma svolge il suo dovere e permette di completare il gioco senza grossi problemi.
Conclusioni
KAKU: Ancient Seal è un buon esperimento, che però non riesce a eccellere. Si vede chiaramente che si tratta di uno dei primi prodotti del team di sviluppo. Seppur con delle buone basi, il titolo è un gioco divertente che non spicca il volo. Non un’occasione sprecata, piuttosto un buon punto da dove partire prossimamente.
Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile sul numero 4 di V – il mensile di critica videoludicaClicca sulla copertina per leggere