ร sempre una sfida incredibile quella che intraprende uno studio deciso a creare il seguito di un gioco che ha fatto impazzire sia la critica che il pubblico, e la sfida si duplica quando del seguito, che era sorprendentemente riuscito a eguagliare il suo predecessore, viene deciso di fare un remake. Ma non voglio confondervi con queste mie elucubrazioni: cerchiamo di analizzare insieme quel piccolo gioiellino uscito da una capsula temporale che รจ Riven.
Riven: tanto tempo fa…
Sono passati oltre 30 anni, da quando Cyan Production ha pubblicato Myst, e piรน di 25 del suo seguito, Riven. Il primo gioco, unico per ambientazione e meccaniche, era differente da qualsiasi avventura grafica coeva, sebbene proprio in quegli anni il genere fosse al suo apice e ogni anno sfornasse titoli che avrebbero fatto la storia del medium. A differenza dei vari Gabriel Knight, Monkey Island, Indiana Jones e compagnia cantante, prima Myst e successivamente anche Riven (e i suoi tre seguiti) facevano dellโenigmaticitร dell’ambientazione e della narrazione, unita alla difficoltร dei puzzle, la loro caratteristica distintiva. Giochi meravigliosi, ma indissolubilmente legati a un modo di intendere (e affrontare) il videogioco molto diverso da oggi. Ammetto quindi di essere rimasta molto sorpresa nello scoprire che Cyan avesse deciso di riprendere in mano le sue opere di maggior successo per rifarle da cima a fondo utilizzando l’Unreal Engine 5. Nel 2021 abbiamo avuto il nuovo Myst e finalmente, quest’anno, il migliore dei suoi seguiti, Riven.
Ancora in trappola
Esattamente come Myst, Riven รจ un rifacimento incredibilmente fedele dell’opera del 1997. Sebbene la navigazione tramite frecce su quadri fissi sia stata sostituita da una piรน comoda esplorazione tridimensionale, l’ambiente di gioco, la sua mappa e perfino le strutture architettoniche, sono una riproduzione maniacalmente fedele di quelle originali: un grandissimo punto di forza per il titolo, che aveva proprio in questi elementi una delle sue caratteristiche piรน significative. La totale assenza di interfaccia, cosรฌ come il minimalismo del menรน e delle azioni a disposizione, trasmettono oggi cosรฌ come all’epoca un’incredibile sensazione di spaesamento, che ci cala, in modo brutale e anche piuttosto repentino, all’interno della gabbia in cui la nostra avventura comincia. La visuale in prima persona suggella infine unโarchitettura di gioco pensata per massimizzare il livello di immedesimazione.
Stesso livello di fedeltร puรฒ essere applicato agli enigmi e alla loro risoluzione. I novizi avranno di che scervellarsi, ma, soprattutto dovranno armarsi di pazienza, non abituati alle pratiche di trial and error che un titolo come Riven impone. Piรน volte il titolo richiede al giocatore di fare avanti e indietro tra le diverse location, alla ricerca di un ordine preciso in cui svolgere una serie di azioni, nonchรฉ di un senso logico che quasi mai รจ chiaro e troppo spesso รจ totalmente assente. E, nonostante mi sia divertita da pazzi a calarmi in quella piacevole frustrazione generata da questo sadico impianto ludico, che porta all’estremo i concetti base dell’avventura grafica, non posso che domandarmi se un’esperienza di questo tipo possa davvero essere apprezzata da un pubblico contemporaneo.
Riven: siamo ancora in tempo?
Se dovessi trovare un punto debole del remake di Riven (che si applica ugualmente bene al suo predecessore) risiede purtroppo nella sua stessa natura. Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, Riven รจ troppo calato in unโepoca specifica che, oggi, รจ anni luce lontana da ciรฒ in cui il videogioco si รจ trasformato. In un mondo in cui The Witcher 3 รจ stato finito solo da una minoranza di giocatori, perchรฉ considerato troppo lungo (per stessa ammissione di CD Projekt RED), c’รจ spazio per un titolo che ti richiede di ispezionare piรน e piรน volte gli stessi limitati ambienti alla ricerca di dettagli che possano risultare significativi senza darti indicazioni chiare o guide di sorta? Capisco che ritenere questo un difetto del gioco puรฒ essere considerato sbagliato, ma se giร allora lโermetismo era il piรน grande limite di Riven, oggi non posso non considerarlo, in sede di recensione, come un elemento rilevante. Non tanto disturbante da rovinarne l’esperienza, ma sicuramente abbastanza penalizzante da renderla troppo ostica per il pubblico contemporaneo.
Conclusioni
Il remake di Riven รจ una lettera dโamore da parte dei suoi stessi autori a un capitolo ormai chiuso della storia dei videogiochi. Tutti dovrebbero, almeno una volta nella vita, perdersi tra quelle isole sospese nel tempo. Quanti effettivamente risolveranno senza aiuti collaterali il mistero di quel luogo mistico? La risposta a questa domanda รจ irrilevante, purchรฉ sia concesso loro di fare un’esperienza altrimenti irreperibile, oggi come oggi.
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