Gli anni ’90 sono stati un periodo di forte sperimentazione videoludica. Di questo periodo sono titoli indimenticabili come ad esempio Final Fantasy VII, che ha rivoluzionato il genere RPG, o Metal Gear Solid 2, con l’abbattimento della quarta parete (se non sapete di cosa sto parlando, dovete assolutamente recuperarlo). Questa spinta all’innovazione, nel tentativo anche di portare sempre più la sala giochi nel salotto di casa, non era però prerogativa di Stati Uniti e Giappone. Anche l’Italia, nel suo piccolo, è stato teatro di una piccola rivoluzione videoludica che permise anche a chi non aveva una console, di poter giocare comodamente dal proprio salotto. Un successo che aveva il nome di The Lion Trophy Show e non richiedeva nulla di particolarmente tecnologico se non un televisore e il telefono di casa.
The Lion Trophy Show: iniziamo a giocare
Gli anni ’90 in Italia videro una sempre maggiore diffusione delle emittenti locali. Mediaset aveva liberalizzato il mercato e molti imprenditori decisero di investire nella creazione di un canale televisivo. La moltiplicazione delle emittenti aveva portato anche una forte competizione per accaparrarsi il maggior numero di spettatori possibili. Tra queste vi era anche TeleMontecarlo, meglio conosciuta come TMC, che ebbe l’intuizione di rivolgere la propria attenzione a un altro crescente mercato del settore dell’intrattenimento: i videogiochi. Era il 1994 e sulla sempre più famosa rete televisiva venne lanciato un programma che voleva andare oltre il semplice intervento telefonico in diretta. Un game show dove si poteva giocare non semplicemente rispondendo alle domande di un quiz, ma dimostrando la propria abilità videoludica. Naque così The Lion Trophy Show, uno spettacolo televisivo in cui i ragazzi potevano chiamare e giocare a un vero e proprio videogioco. Per partecipare, i giocatori dovevano utilizzare il telefono di casa come gamepad.
Questo innovativo programma era sponsorizzato dalla barretta al cioccolato e caramello Lion, motivo per cui il protagonista indiscusso era proprio un leone. La prima edizione era condotta da Emily Di Cesare e prevedeva una serie di partite in cui i partecipanti guidavano un leone seduto in un carrello minerario volante, con una struttura molto simile a quella che oggi definiremmo endless run. Tutti i giorni alla stessa ora su TMC, i ragazzi dell’epoca si piazzavano davanti al televisore, con il telefono accanto. Il programma poi iniziava e si chiamava per poter partecipare. Dopo una piccola chiacchierata con la presentatrice, la partita veniva avviata e il leone partiva per la sua avventura, guidato dal telespettatore. Utilizzando i tasti 4, 6, 2 e 8 sul tastierino telefonico, era possibile far svoltare il leone, saltare, proseguire dritto, aprire porte o chinarsi per evitare ostacoli. L’obiettivo era raccogliere il maggior numero di punti, recuperando oggetti (come ovviamente le barrette Lion) e scrigni, in un percorso desertico o innevato. I giocatori avevano tre vite e se commettevano errori, il leone mangiava una barretta per dare loro un’altra possibilità, fino al Game Over. Il programma non era solo divertente ma offriva anche la possibilità di vincere premi come pattini a rotelle e persino un’auto. I migliori giocatori del giorno, della settimana o del mese venivano inseriti in una classifica Top 12, rendendo la partecipazione a The Lion Trophy Show un’esperienza entusiasmante e ricca di ricompense.
Un Lion verso l’infinito e oltre
Ovviamente The Lion Trophy Show fu un vero successo, spingendo TMC ad organizzare una nuova edizione. Ma come in tutti i seguiti, non si può semplicemente fare copia incolla. Per il suo ritorno sul piccolo schermo furono introdotti alcuni elementi per renderlo ancora più coinvolgente. Lion si trovava ora in una missione per salvare la sua fidanzata Leila, rapita dallo scienziato pazzo Malvagius. I livelli del gioco furono aggiornati, trasformandosi in un viaggio verso la base del malvagio rapitore. Nel video introduttivo, Lion si preparava con le sue tre barrette al cioccolato e partiva con il suo carrello per affrontare il primo livello, una campagna simile a quella della prima stagione. Seguivano poi un Bosco, una Miniera d’oro e infine il Castello di Malvagius, dove il giocatore affrontava varie sfide per arrivare alla resa dei conti finale. Il percorso, però, non era lineare come nella precedente edizione. Stavolta, tra un livello e l’altro, lo spettatore doveva far scegliere una strada a Lion, portandolo ad affrontare ogni volta difficoltà differenti. Ci si trovava quindi a dover scegliere tra due porte dove una lo avrebbe condotto ad affrontare un fantasma lanciatore di padelle e l’altra dei mulini a vento. Terminata questa sfida, si doveva scegliere la via giusta tra tre tubi, in cui uno soltanto gli avrebbe permesso di procedere, mentre gli altri due lo avrebbero riportato all’inizio del livello. La sfida finale consisteva in uno scontro all’ultimo sangue proprio con il perfido Malvagius, a bordo di una navicella spaziale in grado di lanciare raggi laser.
La terza edizione cambiò ancora la storia: Lion veniva mandato indietro nel tempo da Malvagius e doveva attraversare diverse epoche per tornare al presente. I livelli, scelti in ordine casuale, potevano portare il giocatore nella Chicago degli anni ’30, nell’Antico Egitto o in un Tempio Precolombiano, ognuno con le proprie sfide ed ostacoli. Una volta tornato nel presente, Lion doveva lanciarsi in un combattimento aereo per poi paracadutarsi su un sottomarino scintillante con cui distruggere la base di Malvagius con missili subacquei. Nella quarta edizione, andata in onda nel 1997 su TMC 2, Adriana Volpe sostituì la storica conduttrice Emily De Cesare. La trama rimase la stessa ma con l’aggiunta di due nuovi livelli: il Medioevo, in cui Lion doveva sfuggire a spettri, maghi e draghi, e uno Scontro sul Motoscafo contro gli sgherri di Malvagius. Il primo veniva inserito casualmente in sostituzione dei tre livelli ambientati nel passato mentre il secondo si alternava random al livello aereo. Venne inoltre introdotto un pregioco tra i partecipanti: tre concorrenti si sfidavano per ottenere il punteggio più alto nel livello della Campagna e solo il migliore poteva affrontare le sfide successive con Lion. Il continuo evolversi delle sfide e delle storie di The Lion Trophy Show manteneva alto l’interesse dei giovani spettatori, facendo di ogni edizione un evento atteso e apprezzato.
Non basta più lo Show, è giunto il tempo del Network
Dopo tre anni dalla sua creazione, The Lion Trophy era una vera e propria icona. TMC decise quindi di farlo evolvere ulteriormente, trasformandolo e ampliandolo. Naque così Lion Network, uno show live che conservava l’aspetto ludico che lo aveva reso celebre ma ne ampliava i contenuti, sempre in maniera divertente. Il programma voleva essere un punto di riferimento anche per la formazione dei giovani e così vennero aggiunte delle sezioni informative mirate. Le fasi di gioco rimasero invariate ma tra una partita e l’altra, i telespettatori potevano telefonare e scegliere uno tra tre argomenti proposti per un approfondimento. Questa struttura fu molto apprezzata e venne mantenuta anche nella sesta edizione, con una novità: ogni giorno era dedicato a un tema principale, come informatica, musica, sport, esplorazione e arte e spettacolo, ciascuno curato da un redattore diverso. Venne mantenuto anche il pregioco che stavolta si svolgeva nella Chicago degli anni ’30. Inoltre, durante la sfida, il giocatore doveva evitare il virus Max che faceva perdere 1000 punti se si sceglieva la strada sbagliata.
La settima e ultima edizione, trasmessa tra il 1999 e il 2000, vide Eleonora di Miele sostituire Adriana Volpe. Al termine del suo percorso di intrattenimento, si decise di eliminare il pregioco, facendo concentrare i giocatori sulle corse, rese però più coinvolgenti. Se infatti la sfida principale rimaneva invariata, venne però introdotto il Lion d’Oro che permetteva all’eroe di accedere a uno tra due livelli segreti: il Corridoio Misterioso o la Cloaca. Se riuscivi ad accedere, avevi la possibilità di raccogliere barrette dal valore di 5000 punti ciascuna, permettendoti di accrescere enormemente il tuo punteggio finale. Siamo però arrivati ormai all’inizio del nuovo millennio, un periodo in cui lo sguardo è rivolto verso un futuro ancora più distante. Le console casalinghe sono ormai diffuse in tutte le case e permettono di giocare ogni volta che si vuole e non solo a un orario specifico. Giunge quindi al termine la folle corsa di Lion, che pareva dovesse essere infinita. Ma nonostante la chiusura del programma, il valore intrinseco che ha rivestito non può essere dimenticato. The Lion Trophy Show è certamente il primo vero esperimento di interattività videoludica in televisione. Nel corso degli anni, altre emittenti televisive tentarono di replicarne il successo, con risultanti anche soddisfacenti, ma nessuno riuscì a conquistare un’intera generazione come il simpatico ed eroico leone a bordo del suo carrello volante.
https://www.youtube.com/watch?v=WrTjOz-Apq4
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