Konami e Kojima: luci sulle motivazioni della rottura

Pochi giorni fa vi avevamo ampiamente informato sulla nuova partner fra Sony e Kojima parlandovi abbondantemente anche del nuovo studio: la neo Kojima Productions. Ebbene, nonostante il cambio di sede e software house con cui lavorare, le voci sul passato del celebre game designer in Konami e le motivazioni che lo hanno portato alla rottura non sono affatto cessate, anzi, semmai alimentate proprio dal recente addio; in quanto, adesso, molti dei collaboratori che hanno lavorato a stretto contatto con il developer sono liberi di esporre la propria idea sull’accaduto, come nel caso di Julien Merceron ex Worldwide Technology Director per Konami. Egli è stato uno dei protagonisti della conferenza parigina: Cité des Sciences et de l’Industrie discutendo, fra i vari argomenti trattati, del successo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e del dissidio tra Kojima-san e la celebre casa di sviluppo giapponese.

Ecco la splendida location in cui si è tenuta la conferenza stampa
Ecco la splendida location in cui si è tenuta la conferenza

Inizialmente, Merceron ha spiegato degli immensi dubbi che Konami aveva sull’eccessiva lunghezza dei tempi di sviluppo e sugli ingenti costi che il progetto stava apportando, dimostrando sostanzialmente poca fiducia nelle capacità di Kojima; rivelatisi invece dei timori del tutto infondati osservando poi il grande successo riscontrato dal titolo. Inoltre, l’ex direttore tecnico ha voluto sottolineare che il team di sviluppo non ha mai avuto dubbi sulle capacita del loro leader sostenendolo in ogni circostanza. Continuando l’intervista, Julien ha chiarito ulteriori aspetti sul divorzio fra le due parti rivelando che un momento di rottura fosse già stato raggiunto nel mese di marzo, quando Konami decise di rinominare lo studio, cancellare il nome del designer dalla copertina del titolo e rimuovere quest’ultimo dal proprio staff ingaggiandolo come semplice dipendente. Quando ciò accadde, il team si trovava alla Game Developers Conference di San Francisco, nella quale tutti appresero la notizia del dissidio venendo però prontamente rassicurati da Kojima affermando di dover dare il massimo per portare a termine il progetto. In conclusione, Merceron ha svelato che tutti i membri del team speravano che il titolo ottenesse un ottimo risultato in modo tale da poter risanare la frattura con Konami, cosa mai accaduta e che lo ha portato infine a lasciare la compagnia.
Insomma, ulteriori retroscena arricchiscono il quadro generale della situazione in cui imperversavano Kojima e la sua squadra; ancora non è ben chiaro quale sia stato il motivo vero e proprio del litigio, ma una cosa è certa: Konami ha perso colui che tramite il proprio ingegno e lungimiranza è riuscito a renderla nota al grande pubblico proiettandola come una delle capostipiti della rivoluzione videoludica di fine anni novanta.

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