Sumo Digital

La crisi non risparmia Sumo Group

La crisi sembra essere inarrestabile e continua a mietere vittime. Questa volta è il turno di Sumo Group. La società, proprietaria di Sumo Digital e Secret Mode, ha pubblicato sui suoi canali social un inequivocabile comunicato dove annunciano che, nonostante siano stati capaci di fronteggiare la maggior parte delle avversità che questa terribile crisi ha portato con sé, purtroppo, arrivati a questo punto la compagnia si vede costretta a una riorganizzazione aziendale.

Parliamo di una società attiva sul mercato da oltre 20 anni e che ha lavorato con publisher del calibro di Sony, Disney e Activision. Ma la crisi è impietosa e non sceglie chi colpire. Negli ultimi anni i successi dei giochi da loro sviluppati e dei numerosi porting realizzati avevano spinto l’azienda inglese ad aprire altre sedi in Inghilterra e all’estero, fino ad arrivare ad avere nel suo portfolio oltre 20 studi di sviluppo. Un risultato che riflette l’impegno e la qualità del lavoro di Carl Cavers, Ceo e fondatore della compagnia insieme a Paul Porter, Darren Mills e James North-Hearn, tutti ex manager degli storici Infogrames Studios. 

E’ molto probabile che ad essere vittime del processo che porterà ad una riduzione dell’organico di più o meno 250 dipendenti, non saranno solo le persone ma anche una parte degli studi stessi di cui si prevede la chiusura. Sul tema in questione non ci sono notizie certe, ma Carvers ha confermato che questa operazione è fondamentale per poter affrontare le sfide che subentreranno da qui al prossimo anno. 

“La riorganizzazione delle operazioni in tutta l’azienda […] è un percorso che dobbiamo intraprendere per garantire la sicurezza dell’azienda in futuro.” Questo è quanto scritto sul promemoria prima circolato internamente e poi condiviso via X. Parole che fanno da specchio a quelle pronunciate da Matt Booty solo qualche settimana fa e di cui vi abbiamo parlato sulle pagine del numero 2 di V a proposito della chiusura di alcuni studi Bethesda. Una serie di ovvietà e giustificazioni che risulterebbero credibili solo nel caso in cui fossero seguite dalla riduzione degli stipendi di tutto il top management ma, chiaramente, questo non è dato saperlo. Nel frattempo, entro la fine dell’estate, 250 persone in più saranno a casa senza lavoro.

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