Dov’eravate il 31 marzo del 1993? Forse qualcuno se lo ricorda ancora, qualcun altro non era ancora nato, e qualcuno probabilmente non ricorda affatto i primi giorni di primavera di quell’anno. Sicuramente, però, per i più appassionati cinefili, quella data rappresenta un giorno specifico, quello in cui l’attore Brandon Lee perse la vita sul set de Il Corvo.
Dopo oltre trent’anni da quella tragedia, Il Corvo torna al cinema, con un nuovo protagonista, ripercorrendo la vendetta di Eric Draven e della tragica storia d’amore narrata all’interno della pellicola. In questo speciale andremo a parlare del primo sguardo al remake de Il Corvo di Rupert Sanders, osservando il look dell’attore protagonista, e raccontando il percorso che dal fumetto ci ha condotti a questo nuovo film.
Dal fumetto alla pellicola
Il Corvo è un fumetto pubblicato tra il 1988 e il 1989 da James O’Barr, che narra la storia di Eric Draven e della sete di vendetta nei confronti degli assassini della sua fidanzata. Si tratta di un racconto molto intenso e profondo, segnato nella perdita, poiché l’idea venne all’autore in seguito alla tragica morte della sua stessa fidanzata, che lo ha portato a incanalare questa terribile esperienza all’interno delle tavole del suo fumetto.
Non solo questo, infatti nella storia ci sono riferimenti ad alcuni fatti veramente accaduti di cronaca nera, come l’omicidio di due fidanzati per un anello da soli venti dollari nella stessa cittadina di Detroit, città nella quale è ambientato il racconto.
Siamo al 30 ottobre nella città di Detroit, e per mano di una banda di criminali, Eric Draven e Shelly Webster vengono brutalmente uccisi. Dopo circa un anno, sepolto nella sua tomba, Eric Draver viene riportato alla vita da una forza sovrannaturale, rappresentata da un corvo. Da questo momento in poi Eric diventa immortale, camminando ancora tra gli uomini con il solo scopo di fare giustizia sulla terribile uccisione della sua amata. Solo una volta concluso il crudele percorso di vendetta, Eric può riunirsi a Shelly nel regno dei morti, e finalmente trovare la pace nel silenzio dell’eternità.
Il racconto ha come protagonista un antieroe, quindi, immune alla morte e reso oscuro dalla lacerante sofferenza della perdita, mutata in bramosia di vendetta. A rendere così celebre l’opera sono state sicuramente le tinte oscure e inquietanti delle tavole, che hanno subito acceso l’immaginazione di vari artisti. Tra questi il più importante fu sicuramente Alex Proyas, il quale decise di farne un film.
Il Corvo del 1994: il confine tra la vita e la morte
La morte non è la fine, ma è solo il principio: tante volte, nei film, sentiamo questa frase, tanto che ormai ha perso la sua connotazione profonda, diventando quasi un modo di dire così comune da riempire solo i vuoti tra una battuta e l’altra. Tuttavia, nel caso de Il Corvo, si può dire che questa frase abbia più senso di tante altre, soprattutto nel caso del primo film. Fu Alex Proyas il regista che girò il film tra il 1993 e il 1994, scegliendo come protagonista Brandon Lee.
Il film seguiva di pari passo la trama originale, raccontando le vicende oscure accadute sulle strade piovose di Detroit, facendo emergere un giustiziere oscuro accompagnato dall’ombra alata di un corvo immortale. Passò alla storia, diventando un cult cinematografico, e l’immagine di Brandon Lee come Eric Draver rimase indelebile anche per un altro terribile fatto accaduto durante le riprese del film. A soli tre giorni dalla chiusura del set, infatti, per una svista dello staff, all’interno di una pistola di scena scattò un proiettile vero, che perforò l’addome dell’attore.
Il dramma fu accompagnato dalle grida della moglie dell’attore e dall’incredulità del regista, che impiegò diversi minuti dopo lo “stop!” prima di accorgersi che Brandon Lee giaceva al suolo a un passo dalla morte. L’ironia è crudele, e chiude il cerchio oscuro del racconto de Il Corvo, che racconta del sottile velo tra vita e morte fino a condurlo nella realtà stessa. Dopo la morte dell’attore, il film riuscì comunque a raggiungere una conclusione, sebbene l’evento rimase indelebile nel ricordo del film, e seguirono anche dei sequel, i quali tuttavia non raggiunsero mai una certa fama.
Rupert Sanders’ new film is a different take on James O’Barr’s source material, but the director also considers it a tribute of sorts to Brandon Lee’s memory.
“Brandon was an original voice,” he tells VF. “I hope he’s proud of what we’ve done.”
🔗: https://t.co/7UWmspwyXH pic.twitter.com/TDYWBqHKIi
— VANITY FAIR (@VanityFair) February 28, 2024
Il Corvo di Rupert Sanders: un nuovo racconto
What drew me to this was the opportunity to make a dark romance, something that dealt with loss, grief, and the ethereal veil between life and death and reaching through that
E arriviamo infine ai giorni nostri, introdotti dalle parole del regista al primo sguardo di questo remake. Il Corvo di Sanders vuole essere una pellicola a se stante, che sicuramente celebra il primo film, ma che porta con sé un significato diverso dall’originale. Per questo, il nuovo Eric Draver, vale a dire Bill Skarsgård, non solo ha un look completamente diverso dal protagonista che abbiamo conosciuto nelle opere precedenti, ma porta con sé anche un obiettivo diverso, con lo scopo di mettere in luce la bellezza della malinconia.
Per alcuni fan, questo stile sembra snaturare l’aspetto originale di Eric Draver, e va a richiamare molto il Joker di Jared Leto, tuttavia, stando alle dichiarazioni di Sanders, l’obiettivo è quello di portare il progetto in una direzione differente dal primo film di Alex Proyas. Mentre il film del 1994 era principalmente incentrato sulla vendetta, questo remake vuole concentrarsi nel raccontare una storia d’amore, il vero dramma che genera nel cuore di Eric, spinto alla violenza come conseguenza di quella perdita. Non abbiamo ulteriori notizie, per il momento, ma siamo speranzosi di vedere presto un trailer del film, in modo da poterci preparare a quanto Sanders e Skarsgård hanno realizzato. Come sempre, rimaniamo in attesa di futuri aggiornamenti!