Mad Max: Il Re del Cinema Post-Atomico Approda su NES

Il promettente Mad Max ancora in sviluppo nelle fucine degli Avalanche Studios (rinfrescatevi la memoria con questo trailer) non rappresenta il primo tentativo di riprodurre in chiave virtuale le imprese del guerriero della strada dell’omonima trilogia cinematografica interpretata da Mel Gibson tra il 1979 e il 1985. A ben cinque anni di distanza dal debutto nelle sale del suo terzo ed ultimo capitolo, i ragazzi della Mindscape scelsero infatti il NES come unico destinatario di un Tie-In volto a celebrare le storiche sequenze di guida che le erano valse tanta fama.

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Graficamente ordinario, con i piccoli sprite delle auto in pista ad animare scenari altrettanto semplici, il gioco proponeva una ricca introduzione caratterizzata dal campionamento audio del monologo tenuto da Mel Gibson all’inizio del secondo capitolo cinematografico della serie: Interceptor – Il Guerriero della Strada.

 

Coadiuvate dal supporto di una solida prospettiva top-view, dette intenzioni andarono concretizzandosi nei meccanismi di un racing-game alquanto immediato durante il quale l’utente veniva chiamato ad attraversare le desertiche lande della Terra postatomica in cerca di eventuali segni di civiltà. Sebbene il fulcro del gioco ruotasse intorno dall’obbligo di rifornire costantemente il serbatoio dell’auto controllata, questi non avrebbe dovuto preoccuparsi soltanto di raccattare le taniche di benzina sparse lungo il territorio: ad ostacolare la sua marcia sarebbero, per l’appunto, intervenuti barbarici pirati della strada disposti a tutto pur di accaparrarsi veicolo ed ogni eventuale risorsa presente a bordo.

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Mad Max arrivò su NES nel 1990, a ben 9 anni di distanza dal debutto del secondo capitolo cinematografico della trilogia, cui era palesemente ispirato.

 

Oltre ad aggiungere un po’ di sano pepe al pratico concept di fondo, quest’ultima variante spianava logicamente la strada a frizzanti siparietti shooter, che l’agile interfaccia di comandi già asservita alla gestione dell’auto avrebbe metabolizzato con una certa efficacia. Sommando a questo dettaglio l’apporto di un comparto tecnico magari non spettacolare, eppure abbastanza curato da conferire adeguato appeal al tutto, si può pertanto decifrare l’identikit di una produzione decisamente gradevole, che i fan della saga  non avrebbero potuto di certo ignorare.

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, svolge ruolo di docente presso l’Università degli Studi Link Campus di Roma in collaborazione con la Vigamus Academy rivestendo, in parallelo, la carica di Vice Direttore del mensile multipiattaforma V.