Back 4 Blood Recensione: Un ritorno tanto atteso

Versione Xbox Series X

Back 4 Blood Recensione| Sono ormai passati quasi undici anni dall’uscita di Left 4 Dead 2, il multiplayer che ci ha fatto passare innumerevoli serate con i nostri amici all’insegna di urla e sventramenti vari causati da Witch allertate per errore. Il suo successo non è durato solo un paio di mesi, e nemmeno qualche anno. Ad oggi il titolo continua a rimanere nella classifica dei giochi più popolari, in base al numero di utenti di Steam. Perché questa premessa? Perché dopo tutta questa attesa è finalmente arrivato Back 4 Blood, il successore spirituale della serie di Left 4 Dead.

Progettato e sviluppato dai creatori dei suoi predecessori, Back 4 Blood riuscirà a dimostrarsi il degno erede di una serie così importante? Noi di VMAG abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima il titolo e oggi siamo qui per dare una risposta ai vostri dubbi. Benvenuti nella nostra recensione di Back 4 Blood!

Back 4 Blood

 

Una base solida

Lo scheletro che compone Back 4 Blood è lo stesso che sostiene Left 4 Dead: Una grande campagna cooperativa divisa in quattro atti e giocabile da quattro giocatori in simultanea. Esci dal rifugio, completa gli obiettivi e fatti strada tra le orde di Infestati prima di raggiungere il successivo punto sicuro. Questa semplice eppur efficace formula è ciò che ha in parte garantito il successo dei giochi, e tuttora riesce ad intrattenere gli utenti in maniera egregia.

Una volta scelte le armi e lasciato il rifugio, non ci si può rilassare neanche per un secondo. I nemici continuano ad arrivare in un flusso costante, e gli infetti maggiori rappresentano un serio pericolo per il gruppo anche alle difficoltà più basse. La coordinazione del gruppo è un fattore chiave nelle partite, basta disperdersi un secondo per rischiare di compromettere irrimediabilmente la missione.

Non esiste una vera e propria strategia vincente che permetta di arrivare fino in fondo, tutto dipende dalle situazioni in cui il gioco ci fa ritrovare, ma di come ciò accada ne parleremo in seguito. Adesso invece parleremo di quanto sia importante conoscere bene gli Infestati speciali, in quanto essi rappresentano la barriera più imponente che ci separa dalla vittoria. In Back 4 Blood sono presenti una grande quantità di nemici, ognuno di essi deve essere affrontato con particolare attenzione.

Back 4 Blood

I rischi del mestiere

Un membro del gruppo è solito andare da solo? Un Colosso potrebbe afferrarlo e portarlo chissà dove. Il vostro gruppo viaggia troppo unito? Allora dovreste stare attenti ai Maleolenti, possono farsi esplodere e fidatevi, non vi conviene finire ricoperti di bile. Se poi qualcuno viene atterrato bisogna provvedere subito ad eliminare le Acuminate, il loro acido causa danni ingenti e rende le rianimazioni estremamente pericolose. Ovviamente poi sono presenti le orde, le quali vengono allertate tramite vari espedienti all’interno del gioco.

I corvi, noti portatori di sventura, si faranno carico dell’onere di allertare tutto l’esercito di Infestati nel caso in cui li doveste disturbare. Sono anche presenti alcuni esseri denominati Talpe, praticamente infetti dal collo particolarmente lungo. Consiglio spassionato: non sparate alle Talpe, mai, a meno che non vogliate dare inizio a una festa a sorpresa a base di proiettili e adrenalina. Sempre ritornando all’argomento degli Infestati maggiori, avete presente la bile nominata in precedenza? Sappiate che, se colpiti da essa, le creature vi prenderanno particolarmente in amicizia e ci terranno a farvelo notare in modi poco simpatici.

Turtle Rock Studios ha inserito una meccanica molto interessante in Back 4 Blood che rende i nuovi infestati speciali molto più divertenti da affrontare o impersonare. Ognuno di loro presenta un punto debole in una determinata parte del corpo, identificabile come un ammasso di pustole color rosso acceso. Questa debolezza fa in modo che gli esseri non siano delle semplici spugne per proiettili dalle capacità sovraumane, ma delle vere e proprie mini-sfide di abilità.

Ma cosa sarebbe una storia il cui fulcro sono gli “zombie” senza dei sopravvissuti da impersonare? Allo stato attuale delle cose, Back 4 Blood conta ben otto sterminatori diversi. Come mai sono così importanti? Dunque, i suddetti non hanno un ruolo puramente estetico, anzi presentano delle differenze sostanziali in gioco. Partiamo dal fatto che ogni sterminatore ha le proprie abilità peculiari: Walker gode di danni maggiori e precisione aumentata, laddove Doc (come d’altronde il nome suggerisce) possiede diversi vantaggi legati alle cure e alla salute del gruppo.

Ad armi pari…

Bisogna dire che non finisce qui: un’altra caratteristica che contraddistingue i vari avatar è la scelta delle armi secondarie. Esse variano da personaggio a personaggio; alcuni utilizzano armi corpo a corpo, altri pistole o mitragliette. La scelta dello sterminatore ovviamente non è un fattore che stravolge l’esito delle partite, tuttavia un team ben studiato può aiutare molto.

Ma come possiamo concludere questa sezione senza prima parlare della modalità Sciame? Sicuramente coloro che hanno giocato a Left 4 Dead 2 avranno già intuito dove stiamo andando a parare. La modalità Sciame è nientemeno che l’opportunità di giocare come infestato. Due squadre da quattro si scontrano in una delle varie mappe: l’obiettivo degli sterminatori è quello di sopravvivere il più a lungo possibile all’attacco degli infetti.

Il compito degli infetti invece è, prevedibilmente, quello di eliminare gli avversari il più in fretta possibile. Per fare ciò sono stati messi a disposizione ben nove Infestati speciali, ognuno dei quali presenta punti di forza e debolezza. Una volta terminato il round i ruoli si invertono, i sopravvissuti diventano gli Infestati e il ciclo ricomincia. È bene notare che il massacro non inizia da subito, gli sterminatori hanno infatti un certo lasso di tempo da poter impiegare per equipaggiarsi al meglio. Questa scelta permette partite sempre diverse e facilita il compito dei giocatori, d’altronde non è esattamente facile combattere orde intere senza un equipaggiamento adeguato.

Alla fine di questo ciclo i due tempi di sopravvivenza vengono confrontati, la squadra che ha resistito di più guadagna un punto. La vittoria viene assegnata al primo gruppo che riesce a raggiungere un determinato numero di punti. Sciame è, oggettivamente, una modalità ben studiata e certamente divertente, tuttavia è molto diversa dalla sua predecessora. Se prima l’obiettivo era quello di arrivare alla fine con il maggior numero di sopravvissuti possibile, adesso è quello di performare al meglio in una gara di resistenza che si svolge in una specie di arena. A questo punto subentrano i gusti personali, in questo caso dunque il giudizio definitivo nei confronti di Sciame spetta a voi e voi soltanto.

Diversi assi nella manica

Left 4 Dead 2 è senza dubbio una pietra miliare dei giochi online della sua epoca, nonostante questo non avrebbe avuto senso copiare e incollare le vecchie meccaniche in un nuovo engine per creare un terzo capitolo. No, per il seguito spirituale della serie era necessario portare qualcosa di nuovo, cambiare le carte in tavola. L’avete capita? Si, perché qui si parla proprio di carte, anzi di interi mazzi. In Back 4 Blood è stato introdotto un nuovo sistema di carte, utilizzato sia dai giocatori che dal Game Director. Che hanno di così speciale queste carte?

La risposta è semplice: cambiano la partita. No, non è un’esagerazione, ma ciò che realmente accade. Partiamo da quello che il giocatore può fare creandosi un mazzo. Nel gioco è presente una quantità sorprendente di carte, ognuna delle quali sortisce diversi effetti. Questi ultimi consistono sostanzialmente in vari bonus (o malus, in alcuni casi) passivi, che possono andare a influenzare la velocità di ricarica, la quantità di salute, i danni, ecc. Tenete presente che abbiamo appena elencato gli effetti più semplici, ma vi assicuriamo che tra le sedici pagine di carte equipaggiabili si possono trovare capacità di ogni tipo e per tutti i gusti.

Una volta scelte dalla collezione bisogna creare il proprio mazzo, composto da quindici carte. Una cosa fondamentale da tenere presente durante la creazione è che la prima carta viene giocata automaticamente all’inizio di ogni partita, in qualunque caso. Le restanti vengono mostrate al giocatore nella sequenza in cui si trovano all’interno del mazzo, l’ordine è quindi un elemento fondamentale. Ad ogni round vengono pescate cinque carte, di queste solo una può essere scelta, le restanti vengono scartate.

Back 4 Blood

Aiuto dal pubblico?

Come abbiamo detto poc’anzi i giocatori non sono gli unici ad utilizzare le carte, anche il Game Director ne fa uso nei vari round. Le sue carte, a differenza di quelle normali, presentano sempre un ostacolo e una sfida ai giocatori. Che sia una fitta nebbia od orde molto più corpose, potete essere sicuri che Back 4 Blood non vi tratterà coi guanti. Le sfide invece non sono un ostacolo di per sé quanto delle condizioni extra che, se soddisfatte, vi garantiscono delle ricompense maggiori che vi torneranno utili negli atti successivi. Un esempio di sfida può essere il portare a fine livello tutti e quattro gli sterminatori in vita, cosa che ci fornisce gettoni extra.

Ma cosa sono i gettoni, vi starete probabilmente chiedendo. La risposta è molto intuitiva: sono nient’altro che una delle valute di gioco. Utilizzati esclusivamente in partita, la loro funzione è quella di essere scambiati al negozio o in alcune situazioni diverse per acquistare armi e/o bonus. L’altra valuta viene invece utilizzata nell’hub centrale per acquisire nuove carte e cosmetici. Tornando a parlare delle armi, sappiate che in Back 4 Blood non scarseggiano di certo. Sono disponibili più di trenta armi, ognuna delle quali (tolte quelle corpo a corpo) è personalizzabile con degli accessori trovati durante le nostre scorribande.

Le modifiche delle armi possono essere ottenute in partita tramite il già citato negozio, oppure possono essere trovate in casse o simili. Non c’è bisogno di dirvi che queste forniscono diversi bonus ai nostri strumenti, è però bene notare come siano disponibili in diverse rarità. Queste ultime, indicate in gioco tramite colorazioni diverse, mostrano ovviamente quanto sia performante un pezzo. La rarità non si applica esclusivamente alle varie parti ausiliarie, ma anche alle armi stesse.

Che dire dunque, se non che Back 4 Blood riesce a trarre il meglio da un sistema di gioco ormai consolidato e ad aggiungere degli spunti di gameplay originali e interessanti che rendono ogni partita divertente da giocare? In realtà una cosa da dire purtroppo c’è, sebbene sia inevitabile per titoli come questo. Nonostante le carte permettano di avere partite con esiti abbastanza diversificati, alla lunga il titolo può risultare ripetitivo. La situazione non viene certo favorita dalla presenza di una sola campagna cooperativa. Essa è discretamente lunga e sicuramente divertente da giocare, ma a lungo andare ripeterla in continuazione può stancare. Sappiamo che in futuro verranno aggiunte altre campagne, ma allo stato attuale delle cose la situazione è questa.

Left for dead… Back for Blood

Arrivati alle battute finali di questa recensione, ci sentiamo in dovere di spendere qualche parola sul lato tecnico del titolo come nostro consueto. Partiamo col dire che Back 4 Blood, fortunatamente, non ha limitazioni quando si parla di formazione della squadra. Il titolo vi permette di giocare con chiunque, non importa la piattaforma o la generazione a cui quest’ultima appartiene. Volete voi, utenti PlayStation 4, giocare con un possessore di Xbox Series X? Potete tranquillamente farlo! Abbiamo avuto modo di giocare diverse partite con un team al completo, in quel frangente abbiamo testato a fondo la chat di gioco. Niente da dire se non che funziona molto bene.

Non abbiamo nulla di particolare da aggiungere neanche a livello di performance. Testato su Series X e PC con schede grafiche di diversa potenza, Back 4 Blood si è sempre mantenuto stabile nonostante la presenza di innumerevoli nemici a schermo. Prima di arrivare alle conclusioni finali dobbiamo fare un appunto: su console la modalità di mira assistita risulta particolarmente fastidiosa. Aperto il gioco vi accorgerete praticamente subito di come il vostro personaggio miri automaticamente ai bersagli di fronte a voi.

Potete abbassare il livello di aiuto a cui la vostra mira viene sottoposta, certo, ma il risultato non è esattamente desiderabile. Quel che vi consigliamo di fare è di rimuovere la mira assistita, dopotutto Back 4 Blood non punta ad essere un gioco competitivo e con l’enorme quantità di bersagli simultanei a schermo la vostra precisione non risulterà un problema.

In conclusione Back 4 Blood è in tutto e per tutto il degno erede di Left 4 Dead. Rimasto ancorato alle meccaniche che hanno reso famosa la serie, il titolo riesce comunque a dare una ventata d’aria fresca al gameplay grazie a delle intuizioni assolutamente non scontate. Il nuovo sistema di carte riesce ad aggiungere quel tocco di variabilità alle partite che permette di assistere ad esiti sempre diversi. Questo tuttavia non può impedire quell’inesorabile sensazione di ripetitività che, a lungo andare, si finisce col percepire. Sarebbe stata apprezzata la presenza di altre campagne cooperative nel gioco base, sebbene quella presente sia decisamente ben strutturata. Back 4 Blood permette di giocare con gli utenti provenienti da qualunque piattaforma, e la chat vocale presente in partita funziona ottimamente. Purtroppo la mira assistita su console non è il massimo, vi suggeriamo di disattivarla. Tirando le somme vi consigliamo l’acquisto di Back 4 Blood, in particolare se avete già altri amici ponderanti la spesa. Vi assicuriamo che varrà la pena giocare in gruppo e ci teniamo a ricordarvi che il gioco è incluso nel parco titoli di Xbox Game Pass.

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