Divinity: Original Sin Enhanced Edition: la recensione di VMAG

Dopo il successo planetario iniziato con una fortunatissma campagna di crowfounding sulla piattaforma Kickstarter e la vittoria di oltre 150 premi e nomination a seguito della sua uscita per PC, ecco che arriva per le nostre console di nuova generazione Divinity: Original Sin Enhanced Edition. In questa versione troviamo una nuova classe, nuove armi, un nuovo stile di combattimento ed un sistema di crafting aggiornato e reso ancor più intrigante, due nuove modalità di gioco e la possbilità di godere del multiplayer in compagnia di un amico.

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Una fortunatissma campagna di crowfounding sulla piattaforma Kickstarter che ha sfiorato il milione di dollari e la vittoria di oltre 150 tra premi e nomination

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Andando ad esplorare questo titolo, rispolverato ed adattato per console, possiamo sicuramente affermare che i ragazzi Larian Sudios ci hanno nuovamente fornito un piccolo gioiello. Divinity: Original Sin Enhanced Edition incarna alla perfezione l’idea di RPG isometrico anche nella versione console, con una visuale ruotabile ora di 360° rispetto ai soli 180° della versione PC, riuscendo a non perdere nulla o quasi del suo fascino che in un batter d’occhio ci ha riportarto ai tempi di Baldur’s Gate, quando spendevamo interminabili ore soltanto nella creazione del nostro personaggio, valutando con estrema attenzione ogni singolo punto da spendere in una determinata caratteristica, abilità o talento in modo da generare il nostro alter-ego di livello 1 nel miglior modo possibile.

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 Esplorando a fondo questo titolo possiamo sicuramente affermare che i ragazzi Larian Sudios ci hanno nuovamente fornito un piccolo gioiello

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La creazione, momento in cui si decide tutto o quasi.
La creazione, momento in cui si decide tutto o quasi.

Divinity: Origina Sin Enhanced Edition offre sia il piacere della personalizzazione metodica relativa ad ogni aspetto del personaggio che una sua veloce generazione per chi volesse direttamente tuffarsi in questa splendida avventura. Il gioco ha inizio con i nostri due protagonisti, appartenenti all’ordine dei Source Hunter, diretti alla città portuale di Cyseal per investigare su di un misterioso omicidio commesso con un tipo di magia oscura e proibita chiamata “Source”. Dal momento stesso che avrà inizio l’avventura, il giocatore non potrà fare a meno di rendersi conto della ricchezza e della profondità di questo titolo per una serie quasi infinita di motivi che vanno dalla caratterizzazione dei personaggi, tutti diversi tra loro, forniti di tutto punto in questa versione con un doppiaggio che si è guadagnato la tripla A, e con un motivo ben preciso per essere in quel luogo in quel momento, alla moltitudine di modi per affrontare una missione. Un sistema di interazione tra i personaggi basato sul gioco “sasso, carta, forbice” che, influenzato dal parametro di Carisma, strappa più di un sorriso durante lo svolgersi dell’avventura ed infine un sistema di combattimento che, per chi di strategia e tattica ne mastica qualcosa, è una vera manna dal cielo.

Far valere le nostre ragioni non è stato mai così... imprevedibile!
Far valere le nostre ragioni non è stato mai così… imprevedibile!

Soggette a turni e punti azione, le schermaglie devono essere affrontate con intelligenza in modo da poter sfruttare appieno tutte le combinazioni che il gioco consente tra abilità del personaggio e ambiente circostante. Ad esempio un mago potrà invocare la pioggia, bagnare i suoi nemici e fulminarli raddopiando il danno con possilità di stordimento, come anche dar fuoco a nubi velenose o congelare nemici dagli abiti e la pelle poco asciutti. Ma esempi del genere scalfiscono appena la superfice delle possibilità che il gioco offre e questo ci porta al nucleo dell’innovazione che Divinity: Original Sin Enhanced Edition porta con se. La nuova classe disponibile, l’Inquisitore, ed il nuovo sistema di combattimento a doppia arma, si sposano alla perfezione con l’introduzione della nuova categoria di armi: le bacchette. Ibrido per sua natura, l’Inquisitore può essere giocato come una commistione tra due o tre rami di abilità, creando un combattente pericoloso e versatile che, con l’aggiunta del combattimento a doppia arma, rende veramente molto efficace l’utlizzo delle nuovissime bacchette. Avendolo giocato in prima persona però, a mio avviso l’Inquisitore ha una curva di rendimento migliore se dotato massimo di due rami di abilità e alle cui mancanze si può sopperire, appunto, con delle bacchette create ad arte con incantesimi potenti ed essenziali a rendere il vostro personaggio un duro avversario da fronteggiare.

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Ibrido per sua natura, l’Inquisitore è un combattente pericoloso e versatile che riesce ad esprimere il suo massimo potenziale con lo stile di combattimento a due bacchette

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Incendiamo il terreno per bruciare l'avversario e impedrgli la visuale con il fumo
Incendiamo il terreno per bruciare l’avversario e impedrgli la visuale con il fumo

Ed eccoci quindi arrivati a parlare del crafting che, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, la fa da padrone soprattutto nelle fasi finali del gioco. In questa nuova versione, creare oggetti ha raggiunto un livello veramente esagerato di complessità e realismo. Le diverse centinaia di ingredienti hanno una pressochè infinita serie di combinazioni tra loro; le ricette possono essere apprese tramite tentativi alla cieca, leggendo libri ed annotazioni durante l’avventura, parlando con i personaggi o sentendo dei racconti da vecchi alchimisti pazzi, ma la cosa incredibile è che alcuni elementi potranno essere combinati tra loro solamente in determinati luoghi che, saturi di magia, renderanno veramente eccezionali le vostre creazioni. Sarà possibile, quindi, incantare come al solito armi ed armature, inserire potenti incantesimi all’interno del nostro equipaggiamento e, udite udite, creare delle vere e proprie granate con tanti di quegli effetti che solo per elencarli… dovremmo averli prima scovati tutti!

Creare o inventare... questo è il problema!
Creare o inventare… questo è il problema!

In sostanza gli approcci all’avventura ed al combattimento sono limitati soltanto dalla fantasia e l’inelligenza del giocatore, tenendolo incollato allo schermo per un elevato numero di ore. Basti pensare che per concludere la parte iniziale di Cyseal, che poi è solo un quarto del gioco, si dovranno spendre intorno alle 20 ore di gioco, senza contare poi le missioni secondarie e l’esplorazione di tutte le aree di gioco. Larian Studios però, come nella versione per PC, ci dà la possibilità di giocare l’avvenura dei nostri Source Hunter in multiplayer, sia on-line, con un sistema facile ed intuitivo, sia off-line riportando in auge il sistema Split-Screen dinamico (schermo diviso a metà) che, pur non rendendo come a schermo intero, ci consente di giocare nel salone di casa con un nostro amico per interminabili ore di combattimenti, dialoghi ed avventure.

Schermo diviso, stessa partita ma in due posti differenti
Schermo diviso, stessa partita ma in due posti differenti

Tutta questa innovazione è condita da un comparto grafico migliorato e perfettamente adattatto a quelle che sono le caratteristiche delle console, in modo da rendere l’esperienza di gioco fluida e stabile anche se, in alcuni momenti, i tempi di caricamento potrebbero sembrare un po troppo lunghi. L’interfaccia grafica è stata resa veramente al meglio rendendo il passaggio da mouse e tastiera al joypad semplice e comodo. Infine Divinity: Original Sin Enhanced Edition inserisce due nuove modalità di gioco: la Modalità Esploratore, se si preferisce la storia e l’esplorazione più dei combattimenti, e la Modalità Onore, dove si avrà un solo salvataggio a disposizione e se il gruppo verrà sconfitto il salvataggio verrà automaticamente cancellato.

Bhe che dire, le novità sono molteplici e questo titolo merita veramente molto per via delle innovazioni che abbiamo sopra descritte. Purtroppo però se il titolo è stato giocato in precedenza, non presenta poi tutta questa appetibilità considerando l’assenza di un DLC che ne espande la storia e che il prezzo non è poi così contenuto. Per le nostre PlayStation 4 e Xbox One, infatti, il titolo in questione sarà venduto intorno ai € 60. Vero è che, però, non sono molti i giochi che al giorno d’oggi riescono a dare quelle emozioni ormai sopite dei vecchi giochi di ruolo, dove la pazienza e la dedizione sono le armi migliori e che ricordano, sotto alcuni punti di vista, l’esperienza dei giochi di ruolo cartacei che tanto hanno fatto songare le passate generazioni. La scelta spetta solo a voi aspiranti Source Hunter!