DokeV Anteprima: il nuovo action RPG ci porta in Corea!

Il nuovo trailer anteprima, mostrato alla Gamescom 2021, di DokeV, nuovo gioco dai dev ideatori di Black Desert Online, ha sollevato in me una domanda eclatante, complessa; che sfiora lo psicologico e affonda le radici nella più totale meraviglia e stupore che ho provato dal primo all’ultimo dei quattro minuti messi a disposizione dal team di sviluppo. La domanda delle domande, che suona più o meno così: come scusi? O meglio: come (pausa ad effetto) scusi? Già. Immerso in un folle sogno coreano, tutto lustrini, colori, bambini-bambolotti iper kawaii che ballano, vanno sullo skate, sui pattini; volano (???) appesi a ombrelli di luce e si dondolano come novelli Spider Man nel cielo, ho appena avuto il tempo di formulare in me l’interrogativo basilare del “come scusi?”, seguito a corto giro da un “cosa, prego?”; e, infine, da un roboante “Ellapeppa”, nel momento esatto in cui ho estratto dal cassetto della memoria l’MMORPG di Pearl Abyss annunciato nel 2019. Pardon, il fu MMORPG; infatti, DokeV è ora diventato un action RPG in single player!

DokeV Anteprima, guarda mamma, è come Pokémon!

No, figliuolo, non è come Pokémon. Non più di quanto una fetta di prosciutto possa aspirare ad assomigliare ad una lente per occhiali da vista. Eppure, l’errore sembrano averlo commesso in molti, che sui social e per strada (oh, non mi funzionava la connessione, ho condiviso una stories alla vecchia maniera, dal balcone) hanno iniziato a inneggiare a DokeV come all’ammazza Pokémon; e a Pearl Abyss come al Witcher che porrà fine all’esistenza di una Game Freak mostrificata da anni di release non proprio al top. Tuttavia, DokeV di “Pokémonoso” ha solamente la presenza di creature non umane, i Dokebi, che combattono al fianco di giovani e giovanissimi contro altri Dokebi selvatici (apparentemente). Di fatto, da un punto di vista concettuale, DokeV è in tutto e per tutto un Yokai-Watch basato sul folklore coreano. Gli stessi sviluppatori hanno confermato che i Dokebi sono creature che gli umani normalmente non possono vedere, alimentate e generate dalle emozioni. E’ verosimile pensare, quindi, che a emozioni positive corrispondano Dokebi socievoli, come quelli che circondano il/la protagonista e lo/la aiutano a spostarsi nella città che fa da sfondo al gioco. E che, anche, lo assistono durante i combattimenti contro i Dokebi “cattivi”, gonfiati e ingigantiti, pare, dalle emozioni negative. Infatti, a ben guardare,alcuni dei Dokebi che combattono contro il protagonista sono composti di elementi nocivi quali spazzatura, gas, fuoco, attrezzature edilizie e simili. In mancanza di altri dati sulla trama, sull’identità dei personaggi giocabili (quanti anni hanno ad esempio? Lo stile chibi è ingannevole al riguardo) non vogliamo andare troppo in là con le elucubrazioni. 

DokeV Anteprima

Tra Ni No Kuni e Yokai-Watch

Possiamo, però, parlare più approfonditamente e coscientemente del gameplay; I cui elementi emergono con sufficiente chiarezza nel corso del lungo trailer. Ad esempio, è evidente che, al momento e in questa build del gioco, gli scontri con i Dokebi ostili inizino quando incrociamo un avversario a zonzo per la città. Il protagonista si pone in assetto da battaglia, e al suo fianco sono evocati i Dokebi (tre sembrerebbe) della sua squadra. A questo punto iniziano le domande: l’arena dello scontro è forse quella delimitata dalla tempesta che inizia a impazzare intorno al giocatore? La sua ampiezza è fissa e serve a delimitare i confini della battaglia per evitare di caricare troppe zone in contemporanea mentre a schermo compaiono particellari, effetti, e i Dokebi alleati? Oppure dietro alla tempesta si nasconde un elemento di gameplay più interessante? L’impressione che ho avuto, infatti, è che la tempesta vada restringendosi con il tempo, limitando non solo i confini spaziali, ma anche quelli temporali della battaglia. 

Vediamo poi il personaggio che controlliamo esibirsi in schivate, colpi diretti tramite martelli, fucili spara coriandoli, aspirapolveri (forse lo strumento di cattura dei Dokebi?) e altri oggetti chiaramente ispirati a giocattoli per bambini. Come la “palla rimbalzella” (non so come altro definirla) che si gonfia sempre più con noi sopra, per poi esplodere contro l’avversario. Resta ancora ignota la natura delle suddette armi: sono equipaggiabili prima della battaglia? O forse dipendono dal nostro team di Dokebi? E ancora: non ci è stato mostrata nessuna inquadratura in soggettiva sui Dokebi. Dobbiamo dedurre che il loro controllo e mosse sono ad appannaggio dell’IA di gioco? Oppure, in stile Ni No Kuni, potremo scegliere come posizionarli sul terreno, e farli attaccare direttamente?

DokeV Anteprima

Pattini, longboard, macchinine e… ombrelli volanti?

Tante domande, e, a dispetto delle parole degli sviluppatori di Pearl Abyss e della durata del trailer, poche risposte. E pensate che non ho ancora iniziato a parlare del mondo di gioco, la vera ciccia di DokeV. Nonchè, l’elemento più sorprendente e a tratti “incredibile” del gioco. Incredibile è inteso sia in senso positivo, quanto… negativo. Sappiamo bene che Pearl Abyss è abilissima nella gestione di dettagli minuziosi, ambientazioni evocative, art direction e risultanti grafiche poligonali complesse. Black Desert, del resto, è una gioia per gli occhi. Ma DokeV… è su un altro livello. A prescindere dai comprensibili lag osservati durante scontri ed animazioni complesse con particellari ed effetti di luce complicatissimi (è pur sempre una beta, o forse un’alpha). Lo stacco tra design Chibi e caricaturale dei personaggi, e il fotorealismo della gigantesca città dove si ambienta DokeV è voluto, accentuato da una gestione dell’illuminazione portentosa, e mi ha ricordato da vicino il manga Made in Abyss (omonimie parziali a parte). Del resto, giocare sulle proporzioni è tipico delle produzioni di questo tipo, estremamente Pop, scintillanti e basate sui gusti di un certo tipo di player.

A sorprendere e rendere a tratti fiabesco (come se non potesse essere vero…) DokeV è l’incredibile qualità, rapidità, varietà e flessibilità degli spostamenti in un mondo tanto rifinito e dettagliato. Lo sappiamo per esperienza: scalinate, piccoli elementi come pali della luce, barriere, cancellate e marciapiedi fanno spesso “a cazzotti” con gli spostamenti dei veicoli e dei personaggi nei videogiochi. Eppure, che si tratti di pattinare, skateare, scivolare, saltare, correre, camminare o… danzare sulle superfici di pietra, terra, asfalto o sabbia, DokeV sembra restituire un feeling mai cedevole o scattoso; che coniuga perfettamente iperrealismo e fisica (sregolata) in game). E poi, se proprio il suolo vi sta stretto, Breath of The Wild docet: via di paraglider. Oltre a svilupparsi orizzontalmente per un’ampiezza che parrebbe sregolata (e varia quanto a biomi e tipologia di terreni, come anticipavo) DokeV è altimetricamente vario e flessuoso. Tanto che, tramite strumenti di varia natura, il protagonista si può spostare volando; a colpi di ombrello magico, dondolandosi con corde di luce simili a quelle di Monster Hunter Rise; o anche solo camminando sull’aria come fosse solida, schivando persino i colpi dei Dokebi nemici. 

DokeV Anteprima, cosa può andare storto?

Capite perchè sono diffidente? O meglio, perchè cammino con i proverbiali piedi di piombo? Non posso permettermi, come i protagonisti, di fluttuare leggero nell’aria e sognare un altro Biomutant, salvo poi rimanere scottato dalla realtà. Ci sono tante, tantissime cose che possono andare storte, seguendo il detto di uso comune. A partire dal design dei Dokebi, che non è parso granchè ispirato (al contrario di quello degli abiti indossabili dai giocatori) o vario. E poi, rimanendo in tema Dokebi, la loro gestione in battaglia nebulosa potrebbe rendere il gioco fin troppo ripetitivo, qualora risultassero solo alleati passivi che possiamo solo “guardare combattere”. La ripetitività staglia il suo spettro inquietante su tutta la produzione a dire il vero. Come si sviluppa DokeV? Di scontro in scontro con Dokebi selvatici? Privo di qualunque elemento multiplayer, cooperativo o meno che sia? Senza Dungeon da esplorare, segreti da scoprire, forzieri da aprire et similia? C’è un motivo per il quale ogni genere, per quanto contaminato, ha i suoi topoi: perchè funzionano. E potrebbe non bastare un’esplorazione stimolante, unita agli omaggi alla cultura coreana disseminati un po’ ovunque. Inediti, o quasi, dato che se pensiamo al mondo orientale e ai videogiochi viene in mente più il Giappone che la Corea. Ma, in fondo, non è nemmeno questo il punto. 

DokeV sarebbe stupefacente, intrattenente e di successo anche se fosse “solo” quello che abbiamo visto nel trailer. In effetti, l’ho già detto fra le righe, sembra semplicemente “troppo bello per essere vero”; e lo sembrava già nel 2019, quando era un MMORPG; con la sua grafica disturbante da quanto è bella, invitante, contemporaneamente realistica e Pop, fanciullesca e adulta. Come fosse uscito dal videoclip di un brano K-pop, o dalla sigla di un anime, DokeV si presenta a noi come una produzione mastodontica. Ora che è un single player, ancor più difficile da portare a termine compiutamente e in tempo per la release (probabilmente fissata nel 2022); capace, se tutto risultasse effettivamente calzante al trailer, di rivoluzionare l’industria degli Action RPG basati su mostriciattoli. Diversi da Pokèmon, o almeno dal filone principale della serie. Leggende Arceus, infatti, è anche lui un Action RPG; e, trailer contro trailer (quindi nulla è detto) perde su tutta la linea contro DokeV

Chi vincerà? DokeV corre veloce sui suoi mille strumenti magici e colorati, mentre Yokai Watch procede compassato a bordo della sua “Nippon Mobile”, lontano dal mondo commerciale occidentale e dalle nostre console (per ora). Pokèmon, infine, ha appena fatto inversione a U sulla strada del genere di appartenenza, e sta cercando di dare il meglio di sé a dorso di Stantler. Quanto peseranno gli anni di staticità, e la mancanza di veri concorrenti diretti degni? Raffreddiamoci un attimo: non è una gara… vero? E anche se lo fosse, siamo ben lontani dalla linea di arrivo, e dalla bandiera a scacchi. Rigorosamente colorati, glitterati ed esplosivi.  

V MENSILE
V007 Mensile