Chernobyl Liquidators Simulator Provato | Quest’oggi faremo un salto indietro, al 26 aprile 1986, a Pryp”jat’, nella RSS Ucraina. Quel giorno, più precisamente all’una di notte ora locale, si consumò uno sbaglio fatale alla centrale nucleare di Černobyl’, una disgrazia che sarebbe rimasta nella storia, tanto dell’umanità, che dell’ingegneria nucleare. Una vicenda che è rimasta nell’immaginario della Russia e non solo, una storia centrale ed evocativa per numerose opere musicali, televisive, cinematografiche e videoludiche che ha avuto un ruolo rilevante non solo nei passi indietro riportati in Europa e nel mondo nei confronti dell’energia nucleare, ma anche nel collasso dell’Unione Sovietica. Allora, quello che doveva consumarsi come un semplice test di routine per verificare la capacità del Reattore #4 di tipo RBMK di autoalimentarsi e mettersi in sicurezza in caso di assenza di produzione di vapore per le turbine elettrogene, ebbe risultati catastrofici.
Un test che come sappiamo fallì, dando luogo all’avvelenamento da xenon del reattore e ad un drastico calo della sua reattività. Calo che nel tentativo di venir arrestato diede luogo ad una terribile reazione a catena che portò alla creazione di corio e ad un fallito SCRAM, ovvero un fallito arresto rapido. Il risultato, lo conosciamo tutti: una mortale esplosione, molte morti dovute alle radiazioni e la creazione di una vasta zona di esclusione attualmente inabitabile nei pressi di Pryp”jat’. Chernobyl Liquidators Simulator, titolo sviluppato da Live Motion Games, si presuppone di farci rivivere con serietà ed un attento lavoro di ricostruzione, proprio questi eventi. Noi di VMAG abbiamo avuto modo di provare il titolo in pre-alpha, e questo è il nostro Provato.
Un errore umano, un disastro sovrumano
Chernobyl Liquidators Simulator prende i prolegomeni proprio dopo quando tutto ebbe inizio, ovvero in seguito a quando Aleksandr Akimov, il supervisore del turno per il reattore, premette il bottone AZ-5, con i risultati che tutti oramai sappiamo. A chiamare i vigili del fuoco – i primi a rispondere al disastro – furono proprio Akimov e i suoi operatori, minimizzando la catastrofe. Un semplice incendio, nulla di grave: ma la realtà era un’altra, il reattore era esploso. La reazione era stata così forte da far volare un tappo dal peso di numerose tonnellate ben lontano rispetto alla sede della reazione atomica.
Ed è proprio in questo modo che inizia il gioco, mettendoci nei panni di un vigile del fuoco che, svegliato nel cuore della notte, viene inviato proprio alla centrale. Già in questa fase introduttiva, per nulla dilungata, possiamo apprezzare una certa cura riposta nel titolo in questione, già in fase pre-alpha. Infatti, ci ritroviamo dinnanzi ad una ricostruzione certamente credibile non solo del complesso edilizio, ma anche degli altri elementi del livello, come i veicoli e gli equipaggiamenti dei personaggi. Ma siamo solo appena arrivati, non sappiamo cosa sta veramente succedendo, i reali rischi che il nostro pompiere sta per affrontare.
Il pompiere paura non ne ha
In questa fase di Chernobyl Liquidators Simulator, ci ritroveremo ad una sorta di tutorial implementato in uno dei modi migliori per un simulatore come questo: ovvero un tutorial operativo. Questa infatti è molto spesso una delle fasi più delicate di titoli come questi, in cui bisogna presentare le meccaniche di gioco in modo additivo, costruttivo e ragionato, evitando sia di essere troppo prolissi, sia di presentare nello stile e nella forma errate le informazioni salienti.
Chernobyl Liquidators Simulator al contrario agisce nella via corretta, ponendo subito il giocatore nelle scarpe di un personaggio con uno scopo chiaro ed un ruolo centrale nella vicenda: il vigile del fuoco. La minaccia principale al momento è il fuoco, bisogna estinguerlo il prima possibile per evitare ulteriori avarie e vittime. Se l’incendio dovesse raggiungere l’impianto elettrico, metterebbe in serio pericolo molte persone, oltre ad ostacolare le operazioni di gestione dell’emergenza. E così, armati di manichetta, ci daremo subito da fare. La resa della meccanica dell’estinzione delle fiamme potrebbe essere rivista, in quanto non c’è una indicazione visiva che stiamo estinguendo le fiamme nel modo esatto. Nella realtà, per soffocare un incendio, si dirige il getto d’acqua, di anidride carbonica o di altro materiale anti-fiamme alla base del fuoco, cosa che non sembra funzionare in gioco.
Fiamme e grafene
Proprio dopo aver spento gli incendi gestibili ci troveremo a fare i conti con i primi effetti delle radiazioni. Difatti, come ci ricordano le cronache di quei momenti tragici, i vigili del fuoco inizialmente non erano per nulla equipaggiati nell’affrontare questo nemico invisibile. Certo, le loro tute offrivano una certa protezione ambientale, specialmente ignifuga, ma nulla di adatto nell’occupare un ambiente tanto ostile per non più di qualche minuto. Pelle ustionata, svenimenti, tremori, vomito, i sintomi immediatamente tangibili che qualcosa non andava, quella malaugurata notte alla centrale.
Ed infatti, in questa fase del gioco, sfruttando come artefatto una animazione, ci vengono introdotti due nuovi elementi: lo smaltimento del grafene mediante una pala, e la gestione dei sintomi dell’avvelenamento da radiazioni, attraverso l’assunzione di farmaci e stimolanti. Due meccaniche che potevano essere approfondite meglio, che al momento si limitano in una animazione predefinita in cui facciamo sparire coprendo di macerie i cristalli attivati di grafene, e con una puntura di siringa generica che ricarica la nostra vita. La speranza, per il futuro, è quella di un “sistema medico” basato sulla gestione realistica dei sintomi delle radiazioni e delle ustioni, così da rendere maggior fede al titolo che si autoproclama come un simulatore.
Parkour atomico
Chernobyl Liquidators Simulator affronta in ultima analisi un dilemma significativo, il medesimo già affrontato numerose volte: il bilanciamento fra accuratezza e gameplay. E attualmente, sembra che sia avviato a farlo nel modo giusto. Infatti, fin da questi primi momenti in cui ci viene illustrato cosa fare con una certa semplicità; abbiamo ben chiaro quale sarà il nostro obiettivo a lungo termine. Discendere nelle viscere della bestia, farci strada in zone sempre più pericolose ed ostili, in luoghi dove oramai la radiazione la fa da padrona, e per farlo dovremo farci strada fra le macerie e restare vivi.
Ora come ora, il titolo si mostra ancora acerbo, come naturale per una pre-alpha, ma con presupposti notevoli e tutti i requisiti per espandersi ed offrire in futuro un’esperienza valida e significativa, in memoria dei Liquidatori. La navigabilità e la gestione delle “zone morte” dei livelli potrebbe beneficiare dall’uso di un’overlay oppure di un indicatore nell’HUD, in quanto, ora come ora, avvicinandosi a zone pericolose per radioattività o fuoco che causano la nostra veloce morte non può essere impedito in nessun modo senza andare a tentoni, e l’effetto di “respawn” che subiamo in questo caso si rivela senza dubbio alquanto fastidioso e poco immersivo.
In conclusione, Chernobyl Liquidators Simulator si prefigge una missione molto sfiziosa ed interessante: quella di offrirci un’esperienza accurata e completa del nobile sacrificio – a volte inconsapevole ed obbligato – che prestarono i Liquidatori nel lottare contro il disastro che colpì Chernobyl e l’Europa intera. Un titolo che intende mostrarci il lato sinistro ed atmosferico di questa vicenda oramai entrata a pieno merito nella storia, un gioco che senza dubbio seguiremo e terremo d’occhio, certi che se è già stata esercitata una certa cura in una mera versione pre-alpha, il risultato finale avrà i numeri per offrirci un prodotto certamente valido.