Ashwalkers A Survival Journey Recensione – Cenere alla cenere

Ashwalkers A Survival Journey Recensione Versione PC | Spesso l’essere umano si chiede come finirà il mondo. Molti si affidano alla famosa frase manzoniana “Ai posteri l’ardua sentenza” preferendo non preoccuparsi e vivere la propria vita nella maniera più agevole possibile. Altri usano la propria immaginazione per creare delle opere post-apocalittiche basate su studi scientifici (il più classico è l’arrivo di un meteorite come in Deep Impact o una catastrofe nucleare come nella saga di Fallout) e altre volte sulle credenze religiose come l’Apocalisse biblica o il Ragnarok della mitologia norrena. Ashwalkers: A Survival Journey fa parte di questa categoria di opere, infatti ci inoltrerà in un mondo devastato da un cataclisma dove la civiltà umana si e ridotta a vivere in cupole protettive e a sopravvivere nelle nuove lande desolate.

Il titolo, partito inizialmente come un progetto studentesco è stato pubblicato da Dear Villagers, nota per giochi come ScourgeBringer e Edge Of Eternity, sviluppato dallo studio Nameless XIII e prodotto dal co-fondatore di DONTNOD e co-creatore di Life is Strange, Hervé Bonin. Ashwalkers: A Survival Journey è un’avventura narrativa–story driven dalle meccaniche survival, punta e clicca per PC. Ma bando alle ciance e iniziamo la nostra recensione!

Ashwalkers A Survival Journey

Un mondo di cenere e desolazione

La storia di Ashwalkers A Survival Journey è ambientata in un mondo distrutto da un cataclisma naturale dove la società umana è collassata. Gli uomini sopravvissuti si sono divisi in due categorie: i primi, e più fortunati, che si sono stabiliti all’interno di cupole nate appositamente per preservare e proteggere la vita dai fenomeni naturali sopracitati; i secondi, nominati appositamente “Selvaggi” nel gioco, che vivono nelle aride lande di polvere tentando di sopravvivere utilizzando metodi, a volte, primitivi. La terra è desolata, composta dalle rovine di un passato migliore, e la maggior parte di essa è stata ricoperta dalla cenere. Essa arriva e “piove” da un grande vulcano che, da quando è accaduto il disastro, erutta ad ogni ciclo temporale seguito poi dalle tempeste e da grandi tsunami in ogni parte del pianeta.

La storia inizia quando gli scienziati della cupola “principale” prevedono che alla prossima onda la loro casa non resisterà e verrà distrutta. Ed è qui che entrano in gioco i protagonisti, un gruppo di quattro persone formato dagli elementi più vari dei propri settori: Petra il capitano, Sinh il guerriero, Kali la diplomatica e Nadir l’esploratore. Essi sono l’ultima speranza della popolazione e la loro missione sarà trovare la leggendaria “Cupola delle Cupole”, unica nel suo genere per resistere ad ogni tipo di calamità.

 

La narrazione è completamente dedita agli eventi in-game. Infatti la trama ci verrà spiegata tramite intermezzi tra le zone di esplorazione, rappresentata da disegni e descrizioni dei fatti che avvengono. Dopo averci dato la base per la missione principale, il resto sta a noi scoprirlo. Infatti, gran parte della lore la si potrà approfondire tramite i collezionabili ed i dialoghi tra i nostri protagonisti e con i Selvaggi. Giocato nella sua interezza, Ashwalkers A Survival Journey tratta di una tematica molto profonda e spesso trascurata nei contesti post-apocalittici: l’imperfezione dell’essere umano. Dopo una catastrofe gli umani dovrebbero imparare dagli errori ed aiutarsi a vicenda per ricostruire ciò che è stato perduto. Ma come la storia ci ha insegnato, l’egoismo e l’avidità continuano e continueranno ad esistere nei cuori delle persone. Essendo che la società è crollata il giudizio morale è venuto meno ed infatti la stessa missione principale è lasciata interamente alla mercè del gruppo, solo la loro (o per meglio dire la nostra) integrità personale li guiderà.

Ashwalkers A Survival Journey

Un gameplay fatto di scelte e contornato dal survival

Essendo uno story-driven, qua come non mai le scelte sono il punto cardine del gioco. Bisogna essere molto pragmatici e ragionare perché ogni decisione avrà sempre conseguenze, se non istantanee, nell’immediato futuro. Anche la semplice gestione del nostro gruppo quando monteremo l’accampamento può portare a molteplici risultati, sia generali che ai singoli. In generale le opzioni saranno quasi sempre quattro, una per protagonista (ognuno di loro ha un carattere diverso). Quattro approcci diversi per ogni situazione e dialogo, con queste basi il titolo si dirama in 34 finali diversi. Abbiamo apprezzato molto la grandissima varietà di sviluppo della storia, anche se il numero di finali può spaventare. Questa caratteristica garantisce di dare un’impronta diversa ad ogni volta che ricominceremo il gioco, e la sua durata di circa 2 ore è fatta apposta per garantire il ritorno sul gioco.

Non è tutto rosa è fiori, però: ci siamo trovati a vedere lo stesso finale anche variegando sulle scelte più cruciali e per una persona che vuole assolutamente fare tutti i 34 finali, può diventare frustrante. Inoltre, Ashwalkers A Survival Journey è tanto ramificato quanto lineare perché, dove eccelle in approcci, perde in libertà di movimento. Infatti le zone di gioco saranno si ampie, ma saranno fortemente delimitate da dei muri invisibili che creeranno un percorso lineare. Infine gli approcci con le nostre decisioni influenzeranno solo la zona in cui ci troveremo, tranne il comportamento che terremo in tutti i luoghi che andrà a creare una scheda sul nostro stile di gioco e che, una volta giunti ad uno dei finali, cambierà un dettaglio di essi a seconda di come ci siamo approcciati.

Ashwalkers A Survival Journey

Ora voi vi chiederete, ma l’elemento survival? Ebbene, sin da subito Ashwalkers A Survival Journey si dimostra brutale e complesso. Dopo un’infarinatura di come gestire l’inventario e la raccolta oggetti, il gioco ci butta subito sullo stare attenti alle statistiche vitali di tutti e 4 i personaggi. Ma non solo, dovremo essere cauti anche rispetto alle condizioni meteo, casuali ad ogni run, le quali influiranno su tutti i valori. Gli oggetti che troveremo saranno solo 3: cibo, medicinali e legna per il fuoco. Rispetto ad altri survival, questi si troveranno lungo la nostra strada ed il loro drop sarà casuale. Come potremmo trovare la prima volta solo uno slot cibo, la seconda volta potremmo trovarne 4. Avendo una difficoltà impostata di base e modificabile, come ad esempio Dark Souls, l’affaticamento e la fame saranno sempre allo stesso livello per tutti, potenziate e rallentate dalle zone di gioco e dalla nostra gestione dell’inventario e dei personaggi.

Inoltre, altra caratteristica che ci è piaciuta molto è che i protagonisti avranno anche un livello “Determinazione” che influenzerà le proprie statistiche e che quindi dovremo mantenere più alta possibile, facendoli dialogare fra loro. Non ci saranno dei veri e propri combattimenti, gli incontri che faremo con i nostri nemici verranno fatti facendo le scelte. Queste riguarderanno azioni dirette, furtive, diplomatiche oppure più razionali e logiche. La morte di uno dei protagonisti prevede la perdita di una delle 4 opzioni classiche, e quindi anche ad uno dei finali. Per quel che riguarda il come si gioca, già come detto all’inizio è un punta e clicca. Quindi tutto sarà gestito dal nostro mouse e non avremo altri tasti da premere. La visuale è in terza persona e rialzata la quale darà molti campi lunghi, ma che può andare ad intaccare a volte con gli elementi che ci circondano; mentre negli spazi chiusi sarà fissa come nei vecchi Resident Evil.

 

Ashwalkers A Survival Journey ed il suo monocromatismo

La grafica di Ashwalkers A Survival Journey ricorda vagamente lo stile utilizzato nella saga di Borderlands (e non ci è risultato difficile, dopo aver conosciuto i protagonisti, vedere una certa smillanta con i cacciatori della cripta), quindi tra il realistico ed il fumettistico. La peculiarità che lo circonda, però, è il completo monocromatismo degli ambienti di gioco. Infatti tutto sarà colorato in bianco, nero e sfumature di grigio. Persino i personaggi, al di fuori del gruppo principale, saranno semplici ombre nere evanescenti. Gli sviluppatori hanno sfruttato la base della trama per poter dare questo effetto visivo, il quale funziona perfettamente. L’unica cosa che stonerà sarà il colore rosso, utilizzato per segnalare un pericolo o del sangue quando ci troveremo feriti. La nostra avventura ci porterà ad attraversare vaste zone desolate sommerse per di più nella cenere vulcanica, con uno sfondo monocromatico (che a volte risulterà fastidioso con l’HUD del gioco) che darà la sensazione di tristezza ed isolamento tipica del genere post-apocalittico. Il titolo riesce a far immedesimare bene il giocatore, rendendoci partecipi della decadenza della civiltà umana e della dura vita che circonda gli ultimi sopravvissuti.

A rafforzare ciò è il perfetto uso del sonoro. L’assenza, a volte, di musiche in questo caso è un pregio perché rende proprio l’idea di trovarci nel nulla più assoluto, accompagnati solo dal rumore dei nostri passi sul terreno, aggiungendo anche una certa ansia nel giocatore. Quelle volte dove, invece, la musica sarà presente darà più una sensazione di speranza e di successo per la missione, oppure darà un senso di responsabilità molto forte (specialmente quando durante le scelte cruciali).

In conclusione, Ashwalkers A Survival Journey è un ottimo titolo sia per gli appassionati dei giochi a scelte, sia agli amanti del survival. Si tratta di un gioco coinvolgente dal punto di vista visivo, sonoro e narrativo. Il suo gameplay, nella parte survival, e incredibilmente bilanciato seppur spesso fonte di frustrazione per quanto riguarda la difficoltà di gioco. Questo è un altro dei tanti esempi indie nel quale troviamo una storia molto complessa, diramata e ben caratterizzata (spesso più vista in giochi tripla A) che va a trattare tematiche psicologiche abbinandole ad un contesto post-apocalittico. L’incredibile varietà di scelte ed approcci lo rende, inoltre, versatile ad ogni tipo di stile di gioco. Pur avendo qualche errore tecnico, qualche imperfezione, qualche finale ripetuto su 34 possibili, riesce comunque a garantire un’esperienza interattiva molto accattivante e assolutamente ripetibile, in quanto ogni volta la storia che andremo a vivere sarà diversa.