Blizzard Arcade Collection Recensione – Vichinghi, soldati e gare aliene

Blizzard Arcade Collection Recensione PC | Siamo agli inizi degli anni ’90, quando Blizzard Entertainment era conosciuta con il nome di Silicon & Synapse, e i grandi titoli che conosciamo oggi sarebbero arrivati verso la fine del decennio. Quindi, come molti si possono chiedere, di cosa si occupava la compagnia prima di questo momento? Molto semplice: sperimentava. Appena entrata nella game industry, Blizzard cercava di emulare ciรฒ che giร  esisteva studiando quali modifiche effettuare per renderli unici nel loro genere, e il piรน delle volte ci sono riusciti. Tre grandi nomi svettano sopra ogni altro: The Lost Vikings, Rock n’Roll Racing e Blackthorne, ognuno dei quali aveva un gameplay diverso dagli altri. Durante il Blizzconline 2021, la compagnia ha deciso di riportare in vita questi grandi classici in un unico pacchetto disponibile su tutte le piattaforme, chiamato Blizzard Arcade Collection, dove le versione remasterizzate dei titoli sono disponibili al pubblico. Oggi, a nome di VMAG, vi auguriamo una serena e godibile lettura, mentre esploriamo il ritorno di questi grandi videogiochi.

Siccome abbiamo tre argomenti differenti, รจ giusto parlare di ciascuno dividendo la recensione in tre parti distinte, incominciando con The Lost Vikings, originariamente uscito nel 1992 per SNES, Amiga e Sega Mega Drive. La trama รจ estremamente semplice, implicito il fatto che a quei tempi i videogiochi non disponevano ancora di storie elaborate: Erik, Olaf e Baleog sono un gruppo di vichinghi che si godono la vita, cacciando e mostrando le loro abilitร  speciali che li rendono un trio incomparabile, finchรฉ ad un certo punto vengono rapiti da un’astronave aliena. Nonostante non sappiano la loro posizione, ciรฒ non li fermerร  da spaccare tutto quello che hanno davanti per tornare a casa, anche se dovranno di certo imparare a gestire il proprio autocontrollo.

 

Blizzard Arcade Collection continente tre grandi videogiochi degli anni ’90: The Lost Vikings, Rock n’Roll Racing e Blackthorne.

 

Partiamo, quindi, subito con il gameplay, rimasto praticamente invariato anche trent’anni dopo. Ogni vichingo รจ unico, dotato di abilitร  che gli altri non possiedono, permettendo ad ognuno di ribaltare un rompicapo proprio grazie ai tratti distintivi. Erik รจ conosciuto come Il Rapido, capace di saltare e usare la propria testa per schiantarsi contro muri rotti e liberare il passaggio. Olaf Il Robusto รจ dotato di uno scudo che bloccherร  ogni tipo di attacco, e cliccare il tasto speciale farร  cambiare la posizione dello scudo in alto, dando la possibilitร  ad Erik di raggiungere vette altrimenti impossibili, e permettere a Olaf di planare cadendo da altezze elevate. Baleog Il Forte รจ il vostro unico mezzo per eliminare fisicamente i nemici, usando la spada per combattimenti ravvicinati o l’arco per punzecchiare dalla distanza. Alcuni pulsanti possono essere solo colpiti da quest’ultimo, dandogli un utilizzo al di fuori del combattimento. Ogni vichingo ha il suo ruolo: dovrete studiare con cura il livello e cercare la migliore combinazione tenendo ciascun membro in vita, risolvendo i rompicapi e portando il gruppo all’uscita.

 

I vichinghi sono le star: senza uno, gli altri non vanno avanti. Dovrete lastricarvi nei livelli puzzle capendo chi usare e come, tenendo d’occhio i loro punti vita; perchรฉ una volta morto un membro, รจ praticamente game over.

 

Le ambientazioni sono quello che ci si aspetterebbe da un gioco del ’92: colorate eย vivaci, con tanto di musichette a tema per il livello (musica tecno-futuristico nell’astronave, eccetera), rendendo l’esperienza rilassante e per nulla fastidiosa. I nemici possono essere ostici le prime volte, visto che al giocatore serve tempo per capire come funzionano e come sconfiggerli, ma dato che la vita dei vichinghi รจ recuperabile tramite carne o pozioni, non risulta neanche cosรฌ tanto punitiva a primo impatto. รˆ inoltre presente l’opzione per scambiare oggetti nel gruppo. Vecchie recensioni risalenti al periodo della SNES lodarono la caratteristica peculiare del gioco, e vi possiamo dire che anche in questo la premessa รจ stata mantenuta seppur mantenendo i suoi piรน “mal ricevuti” problemi: continuare a cambiare il vichingo selezionato puรฒ risultare ripetitivo e tediante, mentre la frustrazione di alcuni livelli puรฒ essere percepita giocando intensamente. Detto questo, cambiamo totalmente prospettiva e spostiamoci al prossimo titolo: Blackthorne.

The Lost Vikings
Olaf protegge Baleog, che si appresta ad usare l’arco per colpire il nemico, mentre Erik sfrutta la sua mobilitร  per esplorare aree elevate.

Violenza e sparatorie. Ecco come si puรฒ descrivere la premessa di Blackthorne. Pubblicato da Interplay nel 1994 per SNES e in seguito anche su PC, il gioco offre brutali combattimenti contro alieni simili a orchi fantasy, ma con tecnologie avanzate in mappe dove il platforming e la risoluzione di rompicapi diventa un’avventura con i controfiocchi. Anche in questo caso, non aspettatevi chissร  quale trama: il protagonista Kyle รจ il principe di una razza umana abitante nel pianeta Tuul, ma quando gli invasori guidati dal perfido Sarlac decidono di schiavizzare la popolazione, il ragazzo viene mandato sulla Terra per crescere e un giorno vendicare la propria gente. C’รจ solo un minuscolo particolare: Kyle diventa un ganster sempre incavolato e voglioso di crivellare qualcosa di proiettili, e quando finalmente riesce a tornare a Tuul, reclamerร  nuovamente il suo trono garantendo spargimenti di sangue senza fine. Come possiamo intuire, il protagonista non รจ certo il migliore dei galantuomini, ed รจ questo che lo rende cosรฌ affascinante: l’idea dell’eroe predestinato viene ribaltata e mescolata con Doomguy e Super Mario, dove in mappe 2D dovremo muoverci sparando, ricaricando e schivando i colpi nemici fino a raggiungere la fine del livello.

 

Blackthorne unisce concept di diversi giochi e li butta in una pentola, mescolando il tutto.ย 

 

Kyle รจ un uomo dai mille gadget: ha solo una pistola inizialmente, ma col passare della storia e sbloccando contenuti extra e potenziamenti, si ritroverร  armato fino ai denti. L’esplorazione ricompensa immensamente, si puรฒ procedere nel modo facile o nel modo difficile, tutto sta nella propria scelta. Non si potrร  saltare e l’unico modo per schivare i colpi รจ tramite un comando speciale in grado di posizionarvi in uno stato di invulnerabilitร , dove niente vi potrร  colpire, ma neanche voi potrete fare alcuna mossa. L’azione dei combattimenti รจ un continuo spara, ricarica e schiva, in cui dovrete rispettare i nemici e i loro momenti di vulnerabilitร  per sfruttarli a vostro vantaggio. Il sangue esce a fiotti, tanto che alcune opzioni limitano la fuoriuscita di contenuti troppo pesanti per i giocatori piรน suscettibili. I comandi sono veloci e puntuali, dimostrando la precisione degli sviluppatori per quanto riguarda un titolo sparatutto.

 

Il risultato รจ un titolo frenetico che riesce a coinvolgere anche trent’anni dopo il suo rilascio ufficiale.

 

Se dicessimo che Blackthorne ricorda un DOOM con elementi platform, sarebbe l’impressione piรน azzeccata. Le uniche cosa che limita il titolo sono gli scorrimenti lenti e la complessitร  del gioco se si dovesse scegliere l’opzione difficile, ma tutto il resto รจ sul pezzo: grande atmosfera, adattamento su console moderne e PC degno e pulito senza problemi di framerate, e musiche pesanti che ci accompagnano in un mondo pieno di morte e mostri abominevoli. Fino ad ora abbiamo ottimi titoli, ma cosa ne pensiamo di Rock n’Roll Racing?

Blackthorne
Sangue, scheletri e armi da raccogliere, ogni livello รจ disseminato di problemi risolvibili con la polvere da sparo.

Dichiarato come il migliore videogioco di guida nel 1993 da numerose testate giornalistiche, non c’รจ da stupirsi sul perchรฉ sia considerato una gemma di Blizzard: la compagnia sperimentรฒ con diversi concept fino a trovare un miscuglio di titoli giร  esistenti che il pubblico stava felicemente apprezzando. In un futuro non precisato, la Terra รจ ora casa di diverse razze aliene che tendono a darsi battaglia in uno strano modo: gareggiando fino alla morte. Con tanto di piste a quattro corridoi e la telecamera dal punto di vista isometrico, Rock n’Roll Racingย  รจ un gioco di corsa dove il PvP รจ piรน accentuato che mai, dove i giocatori possono distruggersi a vicenda utilizzando armi e trappole da disseminare lungo la strada, rallentando o uccidendo gli avversari. Ad accompagnare il tutto รจ un’acustica lodata sino ad oggi, con temi musicali in stile rock e metal che alimentano la natura spericolata e distruttiva delle corse.

 

La frenesia della corsa e il ricco cast di personaggi sono il motivo per cui il gameplay di Rock n’Roll Racing รจ cosรฌ accattivante.

 

Che siate da soli o meno, dovrete provare la modalitร  multigiocatore, nonchรฉ il motivo secondo molti che rende il gioco un vero e proprio capolavoro. Tra amici รจ un’esperienza, e ho avuto il piacere di ridere e divertirmi in compagnia con un tipo di titolo che raramente mi capita di toccare, passando piacevoli momenti altalenanti tra la leggera frustrazione del quarto posto ma anche la gioia di raggiungere il podio a fine corsa. Rock n’Roll Racing รจ lungi dall’essere perfetto tuttavia, essendo la sua natura stessa un dilemma che molti giocatori non riescono ad interpretare appieno. La telecamera isometrica offre una migliore dinamicitร , ma al tempo stesso รจ una cosa bizzarra e difficilmente una persona riesce ad abituarsi ad uno stile del genere, per non parlare delle armi e delle trappole, cosa che avvantaggia i aggressivi e li premia con ulteriori mezzi di distruzione; mentre chi รจ rimasto indietro raramente riesce a recuperare il pesante distacco. Ciรฒ puรฒ essere comunque scusato dal fatto che al tempo non si possedevano le conoscenze moderne, e quindi รจ piรน una colpa della concezione di videogioco da parte dei fruitori, rispetto alla capacitร  stessa degli sviluppatori.

Rock n'Roll Racing
Avete i nemici alle calcagna, ma non temete: troverete un’arma in grado di ucciderli, ma occhio alle risorse!

Cosa ne pensiamo, quindi, di queste tre gemme degli anni novanta? Vi possiamo dire, che ne siamo entusiasti! L’etร  non ha rovinato il loro fascino, e il modo in cui sono stati preservati dona grande longevitร  in un mondo completamente cambiato. Non riusciranno di certo a competere con i maggiori titoli di Blizzard come World of Warcraft o Hearthstone, ma รจ piacevole vedere come l’azienda abbia ancora un posto speciale nel proprio cuore per questi tre veterani (e in fondo, in fondo, anche noi lo abbiamo).