Giocando ad XCOM: Enemy Unknown avete combattuto la guerra contro gli alieni, siete arrivati alla famosa astronave madre e avete terminato il gioco con la grande esplosione. Oppure no? Quanti di voi non hanno mai sconfitto la minaccia? E intendo a qualsiasi livello di difficoltà. Secondo le statistiche, solamente il 27% dei giocatori su Steam hanno portato a termine la missione. Un solo giocatore su quattro. Per non parlare delle difficoltà più alte che portano ad un misero 1,1% la percentuale di giocatori vittoriosi. Terribile!
E’ proprio da questo spunto che i ragazzi di Firaxis hanno deciso di ambientare XCOM 2 venti anni nel futuro dopo le vicende narrate nel primo episodio. La battaglia l’abbiamo persa e la terra, tutta la terra, è in mano ai perfidi alieni. Logico e bisogna starci, prima di vincere anche io ho ritentato più e più volte. Più che uno sterminio totale, i non umani hanno instaurato un dominio dittatoriale, soggiogando la popolazione e rendendola schiava contenta del comando degli Antichi, con tanto di statue al centro delle piazze. Anche il nostro alter ego, il Comandante, è in coma e lo story mode di XCOM 2 inizierà proprio con il riportarlo in vita da parte di un nuovo gruppo di alleati con l’obiettivo di creare una nuova forza di resistenza. Non del tutto nuovo però, visto che faranno il loro gradito ritorno alcuni personaggi come l’Ufficiale Bradford, nostro fidato consigliere per le operazioni militari, invecchiato di due decadi e con un carattere diverso, indurito da una grande guerra persa. Nell’officina invece c’è una ragazza, è la figlia del dottor Shen, mentre in laboratorio uno scienziato di colore, Richard Tygon.
Il nuovo corpo speciale XCOM, i Vendicatori (dal nome originale Avenger), è agli antipodi di quanto era nel primo capitolo, ridotto ormai a piccolo nucleo di umani ribelli, confinato in una singola nazione (che probabilmente sceglieremo all’inizio della campagna) con l’obiettivo di combattere una guerra (o meglio guerriglia) di trincea, riconquistando man mano, nazione dopo nazione, il controllo del mondo intero, ristabilendo i contatti con i superstiti delle altre nazioni e ampliando le forze creando nuove basi sotterranee.
Le forze a nostra disposizione si saranno anche ridotte, ma la sensazione generale è che in XCOM 2 tutto è più grande, come i fan richiedevano dopo Enemy Within: nuovi tipi di missione, nuove categorie di soldati, nuove abilità, nuovi nemici e tantissime personalizzazioni in più. Vediamone alcune. Gli assaltatori si ampliano con i Ranger, esperti nel combattimento ravvicinato, con tanto di spade nel loro armamentario e sono pronti ad aiutare i compagni migliorando la percentuale di danni possibili. Lo Specialist invece è una sorta di ingegnere esperto nell’hacking, una delle nuove abilità di tutti i soldati, specialmente di questo, con cui sarà possibile sabotare e prendere dalla nostra parte i nemici meccanici come torrette e presumibilmente anche i soldati robotici. Il suo fidato compagno è il Gremlin, un drone volante tuttofare. Poco ancora sappiamo del Grenadier (che potrebbe essere tradotto in Granatiere o Artificiere), unità esperta in esplosivi capace di utilizzare i lanciagranate.
Tanti sono i nemici mai visti prima, dai soldati semi umani vittime del potere alieno, passando per i ritorni di (nuovi) Sectoidi, Muton e Crisalidi (maledette Crisalidi!), fino ai serpentiformi Viper e i poderosi Berserker Scream, visti nel trailer all’E3 di Los Angeles. I nuovi nemici non mi hanno entusiasmato molto, i Viper per esempio sono dei semplici serpentoni armati e non capisco perché debbano derivare da alieni, ma si vedrà una volta provato il titolo completo.
La personalizzazione è uno dei focus su cui si sono concentrati i Firaxis: scarsa in Enemy Unknown e ampliata in Enemy Within, è ora davvero completa con la possibilità di modificare in ogni minimo dettaglio le nostre unità, dalla corporatura (elemento per elemento), alla colorazione e alle parti di armature e armi, per rendere il nostro mini esercito variopinto e unico.
Grazie ad un utente di youtube possiamo mostrarvi quanto visto alla Gamescom:
Passando all’azione è qui che troviamo le grandi novità di gameplay. Seppur la struttura di base rimanga la stessa del primo capitolo, le nuove possibilità rendono possibili molti nuovi approcci alle missioni, che stavolta ci vedranno impegnati anche in compiti “hit and run” chiamati Sabotaggi, in cui dovremo raggiungere l’obiettivo il prima possibile e scappare subito dopo richiamando il velivolo per farci estrarre. A tal proposito potremo anche trasportare a bordo i compagni caduti per salvarli. Quello che rinnova di più l’esperienza però, sono i livelli creati proceduralmente, che garantiranno un esperienza praticamente infinita con mappe sempre nuove, che ci auguriamo varino abbastanza e in vengano costruite in modo equilibrato. Ultima novità, ma non per importanza, l’integrazione con lo Steam Workshop con la possibilità di realizzare (Allelujah!) delle mod per le mappe e ci auguriamo anche tutto il resto.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo notate un grosso passo avanti. Ciò che salta all’occhio è la grande definizione delle texture e le animazioni più articolate delle ragdoll, ma a livello di quantità di poligoni non c’è un vero salto in avanti. Di sicuro non intaccherà l’esperienza e anzi, mantiene intatta la grande accessibilità del primo XCOM, capace di girare anche sui PC meno potenti.
Il nuovo XCOM 2 sembra seguire la pista giusta per bissare il successo del primo reboot. Se le nuove meccaniche si integreranno bene con la struttura classica e il sistema procedurale delle mappe, il divertimento potrebbe protrarsi anche più a lungo.
Appuntamento a novembre per la recensione di VMAG!