“Il mondo dei videogiochi verrà salvato dagli sviluppatori indipendenti. Se dovesse andare male? Mi suiciderei.” Così commenta Philippe “Fish” Poisson, game designer indipendente.
Proprio con questa frase voglio introdurre uno dei giochi che più mi ha impressionato (positivamente) alla GameScom di quest’anno: Severed, prodotto dalla DrinkBox Studios, casa di sviluppo indipendente conosciuta principalmente per aver creato Guacamelee! distribuito poi digitalmente su Playstation Vita e Playstation 3. Il gioco, anch’esso giocabile su Playstation Vita, ci catapulta all’interno di un “incubo” che vede come protagonista una ragazza alla quale è stato reciso un braccio. Nei panni della ragazza, armati di una spada dataci da una sorta di spirito guida, dovremo ripercorrere tutta una serie di eventi per arrivare a scoprire il nostro passato e capire cosa ne sarà del nostro futuro.
I comandi sono semplici: si utilizza la croce direzionale della nostra console portatile per muoversi e la levetta analogica destra per girare la telecamera, mentre il sistema di combattimento si basa sullo stesso principio di Fruit Ninja solo che al posto di sminuzzare frutta in volo dovremo letteralmente recidere gli arti o gli occhi (o qualunque altra cosa) dal corpo dei mostri nemici.
La mappa di gioco è composta da tante piccole stanze collegate una all’altra e potremo seguire solo i percorsi che sono stati prestabiliti. Sebbene ci siano diverse direzioni da seguire, il gioco non è dispersivo e non c’è il rischio di perdersi cercando di risolvere enigmi o semplicemente esplorando.
Ma parliamo delle meccaniche di combattimento del gioco: una volta trovato un nemico non dovremo far altro che cominciare a colpirlo facendo scivolare il nostro dito (quello che meglio preferite, sia chiaro!) sullo schermo in modo da danneggiarlo o per respingere i suoi colpi. Una volta eseguita una serie di colpi, andati a buon fine, sarà possibile effettuare una mossa speciale attivabile nel momento in cui il nemico è vulnerabile: a quel punto il tempo rallenterà e verranno evidenziati i punti in cui il giocatore dovrà recidere gli arti del mostro. Così facendo il nostro malcapitato nemico lascerà cadere più materiali, utili al nostro potenziamento.
Non avremo a che fare con un solo mostro alla volta, ma andando avanti nel gioco ci imbatteremo spesso in diverse serie di mostri e solo con il giusto tempismo, muovendo la visuale in circolo, si possono sconfiggere. Molto divertenti sono anche le “Boss Battle”, in cui ci ritroveremo ad affrontare un mostro più potente dei precedenti che ha abilità uniche e che userà contro di noi senza pietà alcuna, come ad esempio l’accecamento che, oscurando lo schermo, renderà la battaglia più impegnativa. Una volta sconfitto il Boss, potremo impossessarci di un oggetto indossabile che ci darà la facoltà di utilizzare per tutto il resto del gioco la stessa abilità che ci siamo visti usare contro poco prima.
Questi oggetti speciali possono essere inoltre potenziati con i materiali recuperabili dai nemici, consentendoci di sviluppare un vero e proprio albero di abilità che lascia al giocatore la massima libertà di scelta.
Perché avete scelto questo stile artistico per la realizzazione di Severed? A tal domanda, posta a Chris McQuinn, designer del gioco, ho ricevuto una risposta più che soddisfacente:
“Non so dirti precisamente per quale motivo abbiamo scelto questo stile per il nostro gioco, forse è dipeso anche dal gusto dei nostri Art Directors. La cosa che posso dirti però, è che noi cerchiamo sempre di produrre qualcosa che sia diverso dal resto, qualcosa di particolare che colpisca a fondo i giocatori.”
Conclusa la demo, mi sono reso conto quanto sia indispensabile al mondo videoludico la presenza di titoli del genere. Videogiochi che non avranno mai il successo di grandi brand, ma che racchiudono dentro di loro tante filosofie e tante emozioni. Di seguito potrete vedere una serie di screenshot del gioco in sviluppo ed il trailer di 60 secondi che vi mostrerà il frastagliato mondo di Severed.