Chicken Police Recensione PC | Pur trattandosi di un genere abbastanza di nicchia, il noir è un filone artistico che ancora trova spazio nell’infinito oceano dei videogiochi. Lasciando da parte sfarzosità di gameplay o novità tecniche particolari, gli sviluppatori che si concentrano sulle tinte in bianco e nero di questa corrente puntano quasi sempre agli stessi pilastri: una solida narrazione, una visione tanto poetica quanto cruda della realtà, e un focus sugli aspetti più aspri della vita – tragedie, malavita, piaceri e morte. Da conoscente, ma non appassionato del genere, potete immaginare la mia sorpresa nell’apprendere dell’esistenza di un progetto come Chicken Police. Una vicenda classica, un poliziesco ombroso e malsano che parla di detective solitari e femme fatale, raccontata però da animali antropomorfi estremamente realistici. Se quindi riuscite a immaginarvi un gallo pronunciare una battuta alla Martin Scorsese con estrema serietà e profondità di tono (enfasi su “riuscire”), allora potete capire il primo impatto di un’opera simile. Stupore, confusione, assurdità, ma anche curiosità, interesse e infine attrazione. Possono un leggendario duo di polli-poliziotti, una gatta seducente e un ratto mafioso dare vita a una memorabile avventura noir, con tutte le sfumature e i caratteri del genere? Che mi venga un colpo, certo che sì!
Chicken Police è un titolo narrativo sviluppato da The Wild Gentlemen e pubblicato da HandyGames, su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e PC. Ed è anche la mia nuova ossessione da una settimana a qui. Come può un racconto basato su animali antropomorfi realistici (si intende, fotorealistici) possedere una scrittura così superba da tenere incollato il giocatore allo schermo per ore e ore? E dei personaggi così carismatici da finire in breve tempo a innamorarsi di una coppia di pennuti ben vestiti? Ci troviamo nell’ennesimo caso di un team di sviluppo così appassionato a un genere da saperlo adattare anche al contesto più assurdo, distribuendo infine una perla capace di soddisfare gli esperti di noir e coinvolgere i neofiti, partendo da una premessa esilarante e accompagnando il pubblico con una narrativa da capogiro fino agli ultimi istanti. Che purtroppo è godibile solo in inglese o in altre lingue. Niente italiano pure questa volta.
Una gatta misteriosa. Uno strano caso. E i polli più spregiudicati delle Lande Oscure.
La trama di Chicken Police potrebbe sembrare quella di un classico romanzo nero, se escludiamo la presenza di pennuti e predatori. Un duo di famosi detective, divenuti prima leggenda e poi sciolti per una tragedia personale, si ritrova coinvolto in una faccenda delicata: una brillante star di un night club, moglie di un noto mafioso, sta ricevendo minacce che la fanno sentire in pericolo. A indagine avviata, la coppia scopre di essersi incamminata su una strada pericolosa, che li porta ad abbandonare il sentiero della legge, riaccendere vecchi conflitti e rompere l’equilibrio che reggeva in piedi una città già tremendamente in bilico. Quella che parte come una storia riciclata da classici del genere trova forza inizialmente nel suo setting, un mondo abitato esclusivamente da animali antropomorfi, e poi in una scrittura eccezionale dei personaggi, uno più memorabile dell’altro, che rimane solida e appassionante per quasi tutta la durata del viaggio – se non fosse per una piccola, dannata crepa.
Come un proiettile mancato che costa la vita ai protagonisti, solo l’ultimo atto di Chicken Police mostra un po’ di debolezza rispetto all’intero resto del gioco. Dove ci si aspetterebbe di trovare l’aspra ma potente conclusione di una lunga nottata di crimini e ricerche, sbattiamo di fronte a un battito debole che lascia l’amaro in bocca e smorza il ritmo incalzante che si era riusciti a mantenere fino a quell’attimo. Si tratta solo di un piccolo inciampo, piuttosto che una vera caduta. Il finale non è un disastro, per nulla, e non sfibra la scrittura d’eccezione degli eventi che la precedono. Una piccola ombra che non dovrebbe scoraggiare chi è interessato all’opera, la quale mantiene un livello elevatissimo.
Si è molto parlato finora di quanto encomiabile sia la narrativa di Chicken Police, ed è finalmente arrivato il momento di approfondire. Alla base di questo piccolo gioiello si cela infatti un elaborato worldbuilding, che si prende estremamente sul serio e mostra una cura maniacale dei dettagli e del contesto. Non pensate che la presenza di galline e ratti sia sinonimo di parodia o stupidaggini, giammai. Clawville, il mondo in bianco e nero dove è ambientata la vicenda, è viva dalla punta dei grattacieli alle oscure vie dei bassifondi, ricca di personaggi memorabili e una storia che si può scoprire tramite dialoghi e approfondimenti occasionali donati dall’ambiente stesso.
“Cluck up”
Gli abitanti stessi sono molto più curati di quanto si possa immaginare. La disparità di creature viene utilizzata come scusa per trattare di tematiche pesanti e attuali, prima menziona va al razzismo, qui genialmente incluso nella narrazione come motore di conflitti e pensieri contemporanei. Uniamo questa a una fortissima caratterizzazione di ciascun individuo, data da una scrittura in grado di trasmettere sensazioni e stati d’animo, un casting d’eccezione per i doppiatori, e un mix di ritratti e animazioni capace di donare vita a ogni animale. Il titolo si fa onore anche di un ottimo uso delle interazioni tra i suoi attori, che grazie a continui e variegati confronti guadagnano uno spessore ancora maggiore. E strappano spesso e volentieri una risata al giocatore, grazie a un accurato humour.
Insieme alla scrittura, Chicken Police può vantarsi di un eccezionale comparto artistico e musicale. Lato grafico, dagli sfondi ai personaggi stessi, nulla è lasciato al caso e tutto è frutto di cura e passione da parte degli sviluppatori. Pure un assurdo accostamento di un corpo umano con un volto da animale fotorealistico riesce bene e funziona, tanto che in breve si smette di provare stupore e ci si inizia ad affezionare a questi bizzarrissimi antropomorfi. La storia si svela tra brevi ma deliziose sequenze animate, lunghi dialoghi con tuttavia frequenti cambi di pose e scene per tenere l’occhio e l’attenzione impegnati, e infine luoghi da esplorare con l’ausilio del mouse per trovare indizi, segreti e approfondimenti. Accompagna tutto questo una colonna sonora azzeccata e orecchiabile, ben inquadrata nel genere e complice nel far immergere totalmente il giocatore negli eventi a schermo.
E arriviamo così, dopo oltre mille parole di recensione, a menzionare finalmente il gameplay. Lasciato per ultimo, purtroppo, perché meno interessante del resto. Chicken Police è un titolo narrativo, non c’è da stupirsi se tutto ciò che faremo per il 90% del tempo è cliccare in giro per esaminare l’ambiente o far avanzare i dialoghi. Raramente incontriamo qualche guizzo di diversità, sotto forma di occasionali sparatorie o interrogatori a opzioni multiple, che però non presentano certo alcun tecnicismo degno di nota. Non cercate dunque questo titolo per meccaniche innovative o azione frenetica, non ne troverete. Qualche gioia per i completisti è invece presente, sotto forma di collezionabili meno frustranti del solito e alcuni trofei per mettere alla prova le proprie abilità da detective.
Perché la gallina ha attraversato la strada? Per un trofeo, forse.
Infine, cosa dire di più? Chicken Police è il concetto più assurdo che si possa definire degno esponente del genere noir, eppure eccolo qui. Una scrittura eccelsa, dei personaggi magistralmente costruiti, una trama classica ma in grado di coinvolgere pure il più avvezzo di romanzi o film neri, e un worldbuilding curato nei minimi dettagli. Peccato per il gameplay e l’atto finale, entrambi un po’ sotto tono rispetto al resto, con il primo quantomeno perdonabile visto l’obiettivo di The Wild Gentlemen. Nella speranza di vedere più vicende da questa casa, sicuramente da tenere d’occhio per gli appassionati di opere narrative, vi lasciamo con una perla di saggezza: “Mai fidarsi di un pennuto che sa nascondere un fucile sotto la giacca. Potrebbe diventare il vostro miglior partner“.
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