Kosmokrats Recensione | Il settore del videogioco è abbastanza vasto per quanto riguarda tematiche e trame, ed ogni tanto è normale imbattersi in bizzarri titoli che non fanno altro che porre altrettante domande. Questa volta, la indie company Pixel Delusion ci porta nello spazio, dove vestiremo i panni di un soldato dell’unione sovietica alle prese con la costruzione di flotte spaziali. Se quanto detto finora fosse strano, non avete visto ancora niente: Kosmokrats infatti eleva il concetto dei puzzle games (specie Tetris) e lo mescola in una grande scodella di gameplay caotico ma preciso, semplice ma complesso, frustrante ma anche dannatamente divertente nelle giuste mani.
Rilasciato pochi giorni fa su Steam, Kosmokrats è già riuscito a parlare di sé nella community della piattaforma: alcuni sospettano che sia il titolo indie puzzle game più grande del 2020, altri invece sostengono che determinate meccaniche di gioco lo vincolino dall’uscire dalla mediocrità. Nonostante queste siano voci, è giusto che noi di VMAG vi diamo una solida opinione su quello che pensiamo. A nome della redazione, vi auguriamo una bella lettura mentre leggete la recensione di Kosmokrats, l’ultimo titolo realizzato da Pixel Delusion e pubblicato da Modern Wolf su PC.
Siamo negli anni ’60: la grande Unione Sovietica è una delle potenze più forti del pianeta, e dopo aver messo ferro e fuoco il mondo con una sanguinosa guerra nucleare, è giunto il momento per l’umanità (sovietica, chiariamoci), di intraprendere il prossimo passo, la conquista di un nuovo mondo abitabile. In qualità di astronauti della prima stazione spaziale, inizialmente non sarete altro che un mero pela patate, per poi assumere il controllo della capsula spaziale, la quale è responsabile dell’assemblamento delle stazioni che orbitano intorno alla Terra. I nostri superiori saranno “felici” di darci le istruzioni per eseguire il nostro compito al meglio senza commettere fatali errori.
Kosmokrats rimescola la tematica della Guerra Fredda e le conseguenze che avrebbe comportato in un contesto utopico ed assurdo.
Ma si sa, lo spazio è piccolo, e infatti i Capitalisti americani sono anch’essi alla ricerca di un nuovo mondo da colonizzare. Vi ricorda qualcosa questa trama? Lo stereotipo dello scontro tra le due forze è il punto principale del gioco, il quale accentua praticamente ogni secondo il divario tra le nazioni. Non è certamente la più originale delle idee, ma la storia comincia poco a poco a cambiare in qualcosa di più complesso, invogliando il giocatore a scoprire cosa succederà nel futuro. Inoltre, la trama continuerà a prendere pieghe diverse in base alle scelte che prenderete lungo il vostro gameplay, che varierà anche dalla più piccola cosa, come aver salvato un ingegnere. Ovviamente, sarà compito del giocatore stesso di assicurarsi perfetti assemblaggi, ed è qui che discuteremo la meccanica di gioco.
In Kosmokrats, la vostra cabina sarà anche la vostra oasi. Al suo interno, avrete innumerevoli attività da poter svolgere, come guardare il giornale e scoprire cosa succede nel mondo, guardare la lista delle vostre medaglie, mangiare patate e così via. Non sono compiti di vitali importanza, ma aiutano il giocatore a distrarsi momentaneamente dalla frenetica missione di assemblaggio, la quale può spesso risultare frustrante. Interagendo con lo schermo principale avvierete la prossima missione, durante la quale avrete il momento Scan e il momento Perlustra. Nel primo, vi verrà mostrata velocemente la pianta generale della stazione da costruire e i tipi di incastro da inserire (rosso con rosso, verde con verde e così via) per facilitarvi il riconoscimento dei pezzi. Tenete bene in mente le locazioni però, perché durerà estremamente poco. Una volta terminato, si passerà alla seconda parte nonché il cuore principale del gioco: il momento Perlustra.
Nello spazio, la vostra missione vi vedrà impegnati a comporre pezzi senza danneggiare l’attrezzatura e uccidere il personale. Perché si, potete uccidere l’equipaggio.
Prima di partire, ascoltate bene i dialoghi dei personaggi, qualora fossero presenti: i loro punti di vista e informazioni vi daranno una mano sul lavoro da svolgere. Appena la schermata comparirà, studiatevi con cura tutti i pezzi e in che modo potete incastrarli con successo, perché ricordate: i fallimenti sono permanenti. Avremmo dovuto menzionarlo prima, vero? Ogni vostra azione comporterà conseguenze nel lungo termine, e intendiamo letteralmente ogni cosa. Potete fallire per sbaglio un assemblaggio perché avete fatto un errore di calcolo, e comunque sentire la grande ripercussione in seguito. Ovviamente, i successi impeccabili saranno lautamente ricompensati con una valuta utilizzabile per acquistare cibo, acqua o in generale modi per continuare con costanza il gioco.
Il successo della missione sarà anche basato su quanto velocemente siete riusciti nell’opera. Noterete sin da subito la barra in alto sullo schermo che mostrerà la vicinanza tra voi e la superficie terrestre. Completare bene il lavoro vi garantirà premi e bonus aggiuntivi, mentre risultati mediocri non vi forniranno nulla di particolare, ed raggiungere l’indicatore rosso significa automaticamente missione fallita. Le navicelle, inoltre, conterranno pezzi essenziali per la sopravvivenza, come contenitori di patate o pannelli solari installati all’esterno, e il vostro drone può spaccarli accidentalmente. Certo, nessuno morirebbe di fame se in una missione le patate non ci sono, ma quando parliamo di due, o anche più missioni? Allora è tutta un’altra storia. Non menzioniamo neanche il fatto che il cannibalismo è una valida seconda opzione.
I game over vi lasceranno rabbrividiti, perché il gioco vi metterà in situazioni molto spiacevoli.
In una recensione non si può non parlare della parte tecnica e il motore grafico di Kosmokrats è adatto allo scopo. Il livello visivo è abbastanza minimale e non affatica il giocatore, con una fluidità sempre all’altezza della situazione. Il motore fisico è calibrato per fornirci una buona via di mezzo tra arcade e realismo. Può comunque offrire la possibilità di avere un’esperienza più alta modificando la difficoltà di gioco. Gli intermezzi video in low poly puntano più sul racconto della storia e sull’ironia dei personaggi piuttosto che alla perfetta resa visiva. Ed essendo un puzzle game, è più che sufficiente.
Anche la sezione audio fa il suo dovere, con effetti sonori non troppo invasivi e una soundtrack che richiama la “Madre Russia” nei primi momenti di gioco e la “solitudine spaziale” nei livelli successivi. Un ottimo lavoro che, nell’insieme, va a completare un gioco per certi versi innovativo. Inoltre, la colonna sonora è molto ansiogena, perché man mano che ci avviciniamo verso la fine della missione, la musica si fa più intensa e pericolosa, visto che ci segnala il pericolo imminente.
Abbiamo visto il gameplay, abbiamo visto le conseguenze degli errori e la componente artistica: come se la cava il titolo con la rigiocabilità?
La risposta può essere più veloce del previsto: non molto bene. Kosmokrats soffre di un simile problema riscontrato in un precedente videogioco raccontato sempre qui su VMAG, Legend of Keepers, nel quale spieghiamo come in un roguelike il concetto di rigiocabilità deve essere al centro di tutto, perché esso spinge il giocatore a riprovare continuamente fino ad ottenere risultati soddisfacenti. Visto che la componente puzzle è così ben accurata, ci si aspetta altrettanto dalla sorella, eppure non è questo il caso. Ci sono pochissimi motivi per ricominciare nuovi dati di salvataggio salvo l’aver finito il gioco ed aver sbloccato le nuove modalità, vale a dire Hardcore (una versione ben più ostica e punitiva delle precedenti) e quella Realistica, in cui i pezzi delle navicelle una volta toccate continueranno ad andare avanti all’infinito, non avendo più attrito. I risultati della storia, infatti, sono si diversi da un contesto narrativo, ma offrono pochi punti di svolta da far lasciare il giocatore a bocca aperta.
Non smetteremo mai di stressare, inoltre, sul fatto che il gioco punisce specialmente coloro che non prestano adeguata attenzione alle missioni e che falliscono ripetutamente. Questo metodo può essere negativamente interpretato da coloro che si approcciano al genere dei puzzle per la prima volta, i quali potrebbero addirittura smettere di giocare proprio a causa della rabbia e frustrazione alla quale il gioco li pone costantemente.
Detto ciò, possiamo confermarvi che Kosmokrats è un solido videogioco puzzle roguelike con curiosi ed innovativi elementi che ne abbelliscono la componente grafica e sonora, i punti principali dei quali si può vantare. L’ambiente di mappa 2D è assolutamente fenomenale, riuscendo ad immergere il giocatore nella missione e spronarlo a risolvere l’assemblaggio in minor tempo possibile, accompagnato dalla dolce musica che diventa improvvisamente ansiogena e preoccupante. Sfortunatamente, la componente roguelike deve essere seriamente rivista, poiché offre poco e niente a coloro che si approcciano al titolo per quest’ultima, e la frustrazione può seriamente toccare tasti dolenti degli individui più suscettibili. A nome di VMAG, spero abbiate avuto una piacevole lettura, ci vedremo in seguito in una nuova recensione!
Clicca sulla copertina per leggere