The Elder Scrolls Online Markarth Recensione – Quando l’avventura si fa confusa

The Elder Scrolls Online Markarth Recensione PC | La nuova espansione di ESO che ci ha portato attraverso le familiari terre del nord, ben conosciute ai giocatori del singleplayer Skyrim, arriva finalmente alla conclusione. Con in mano una lotta all’ultimo sangue contro il potere di una cabala di vampiri e il difficile compito di mostrare vecchi territori in una luce completamente nuova, Zenimax ha puntato tutto sulle terre del Reach, la regione nordica dove vive il popolo dei rinnegati.

Nemici in Skyrim, questi guerrieri tribali sono ricchi di informazioni per i fan, che finalmente possono ammirare la città di Markarth mentre si trova sotto il controllo di una fazione che mai prima abbiamo potuto esplorare completamente. Una grande opportunità per un titolo come ESO, distintosi da molti altri MMO proprio grazie alla qualità della sua scrittura in ogni aspetto… E che purtroppo fallisce miseramente in questo capitolo, portandoci attraverso una grande avventura senza rivelarci nulla, ma anzi contraddicendo informazioni precedenti.

In compenso, Markarth trova la salvezza dal disastro totale attraverso uno dei migliori antagonisti delle ultime espansioni e una serie di divertenti meccaniche di gioco dal punto di vista tecnico: non è abbastanza, ma non è nemmeno un completo fallimento. Sebbene non siano apparsi nella storia, le menzioni di vecchi nemici come il Principe Daedrico Molag Bal e Mannimarco, il Re dei Vermi che abbiamo affrontato durante la storyline principale di ESO, ci fanno pensare alla possibilità di un ritorno futuro, specialmente nel caso di quest’ultimo personaggio, ricorrente attraverso la storia di Tamriel ma di cui non conosciamo i movimenti ai tempi in cui gli eventi successivi alla main quest di ESO sono ambientati.

Nel frattempo, con l’aiuto di alleati altrettanto familiari come Lyris Titanborn e il Conte Verandis Ravenwatch, noi di VMAG ci siamo immersi in una corsa contro il tempo per salvare il mondo, aggrottando le sopracciglia ad ogni “fatto” presentato durante la nostra avventura.

Dal punto di vista del gameplay, Markarth si rivela estremamente semplice, portando i giocatori attraverso il classico “parla con qualcuno, poi uccidi venti vampiri” familiare a tutti i videogiocatori. Non è particolarmente originale o eccitante e non ci ha dato lo stesso senso di frenesia e urgenza di Greymoor, ma non ha nemmeno compiuto passi falsi da nessuna parte, arricchendo l’occasionale boss battle con una meccanica simile ai rampini che abbiamo visto nel DLC introduttivo Harrowstorm.

L’atmosfera è uno dei punti più a favore per questa nuova espansione, con una Markarth (e un Reach in generale) in cui qualsiasi giocatore di Skyrim può camminare ad occhi chiusi, riconoscendo luoghi ben familiari, ma dal mood completamente differente. L’esatto equilibrio tra canon e innovazione che ci aspettavamo dall’intera storyline e che già in passato la produzione di Zenimax era riuscita a rendere con la capitale di Solitude. Sebbene stia ai giocatori scoprire la verità sul malvagio Rada Al-Saran, antagonista principale della storia, possiamo sicuramente dire di esserci trovati di fronte ad uno dei nemici più umani incontrati di recente e che la meravigliosa scrittura di questo personaggio ci ha dato uno dei pochi momenti in cui la trama è riuscita a catturarci. 

 

Uno tra i migliori antagonisti incontrati di recente, ma non basta per salvare la trama affrettata dell’espansione. 



Purtroppo, per una volta i difetti sono più delle qualità in ESO. Il popolo dei rinnegati, che governa le terre del Reach e la città di Markarth, è sempre stato estremamente ricco di lore e poco esplorato, ma Zenimax ci ha saputo dare soltanto accenni confusi e spesso contraddittori. Le genti che in Skyrim abbiamo visto maestri di antiche magie, e con mappe e libri nei loro rifugi tra le colline, improvvisamente non sono più in grado di leggere, nemmeno i praticanti dell’arcano.

La differenza tra le vecchie vie (la venerazione dei Principi Daedrici tramite cruenti rituali) e i nuovi modi è appena accennata, ma non crea il punto del conflitto interno tra gli abitanti delle terre, lasciando motivazioni vuote. L’intera trama viene percepita come una scusa per continuare l’espansione, invece di essere la forza trainante dietro essa, e in alcuni casi finisce addirittura per contraddire quanto stabilito in altri capitoli della saga di The Elder Scrolls. Dal punto di vista tecnico, abbiamo notato una serie di bug durante la partita: sebbene nulla abbia bloccato il nostro gioco, ci siamo spesso ritrovati ad aspettare che il motore aggiornasse i nostri obiettivi dopo aver completato una missione e un paio di volte il pavimento ha smesso di essere solido, conducendo il nostro avatar ad una morte rapida.

Markarth
Abbiamo parlato dei difetti e delle qualità della trama, ma Markarth non offre soltanto un nuovo capitolo di storie ed avventure ai propri giocatori: diverse meccaniche sono infatti state introdotte durante l’ultimo arco narrativo, dal nuovo sistema di antichità e archeologia alla possibilità per i giocatori più competitivi di sfidarsi in una nuova arena. Almeno sotto l’aspetto della competizione più serrata sembra che tutto stia funzionando correttamente, permettendo a ogni appassionato di mettere le proprie abilità di combattimento alla prova senza incontrare bug o difetti vari.

Le nuove harrowstorms ricalcano il sistema dei dollmen a cui i giocatori sono abituati sin dall’esordio del titolo, con un nuovo tema vampirico per dare una verniciata di novità al sistema. Sebbene alcuni utenti nelle chat pubbliche si siano lamentati di incontrare lag durante quei combattimenti, è probabile che sia stata una semplice conseguenza del sovraccarico dei server in quelle aree della mappa, dove così tanti guerrieri si riunivano nei primi giorni dal lancio. Sembra che Zenimax Studios sia stato in grado di rispondere velocemente alle lamentele e il nostro personaggio ha potuto combattere i poteri della notte senza incorrere in particolari problemi. 

Markarth

In generale, i giocatori che più si concentrano sulla competizione in sé piuttosto che sulla storia saranno abbastanza soddisfatti, anche se non così ansiosi da comprare immediatamente un intero DLC. Tuttavia, chi ha iniziato a seguire ESO rispetto ad altri titoli MMO proprio per la sua originalità e capacità di coinvolgere gli utenti nelle varie quest, si troverà estremamente deluso da quest’ultimo capitolo. Una mancanza che i fan percepiscono come crudele ironia dopo le tante assicurazioni dei produttori sulla loro “attenzione al dettaglio” in questa particolare espansione. A meno che non siate tra i fan più fedeli e ansiosi di mettere le mani su ogni nuovo DLC, noi di VMAG non possiamo fare a meno di consigliare di attendere un momento più conveniente per Markarth: vista la situazione, non c’è ragione per avere fretta di provarlo.

 Dopo le rassicurazioni dello staff sull’attenzione data a Markarth, Zenimax dovrà lavorare per riconquistare la fiducia dei fan.


Proverbialmente, non tutte le ciambelle riescono col buco e questo particolare fallimento non significa certo la fine di ESO, la cui media nella qualità dei DLC e nella loro capacità di coinvolgere i giocatori rimane tra le più alte. Tuttavia, questa particolare ciambella ha molti più buchi di quanto visto in DLC precedenti, che sebbene non immuni ad alcuni difetti erano in grado di conquistare a testa alta l’opinione generale degli utenti.

Zenimax dovrà dimostrare di non aver perso il proprio tocco nel prossimo aggiornamento, che dovrà ora mostrare una qualità pari ai loro migliori successi per colmare il buco lasciato da Markarth, aggiunta che abbiamo tutti aspettato con ansia e che ci ha mostrato un grande potenziale sprecato. Sarebbe potuto essere fantastico, si è rivelato invece un gigantesco buco nell’acqua, e non rimane che sperare questo fatto rimanga un incidente una tantum e non un’abitudine che si ripeterà in futuro.

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