Assassin’s Creed Valhalla Recensione – Onore e Gloria a Odino!

Assassin’s Creed Valhalla Recensione | Ricordate tutti cosa successe il 13 novembre 2007? Uscì su console il primo Assassin’s Creed. Un mondo intero da visitare, tra le sabbie di Gerusalemme e le gelide vette di Masyaf. Una guerra tra crociati che non tentavano solo di impadronirsi di nuovi territori e di professare la loro religione, ma erano anche alla ricerca della Mela dell’Eden, un artefatto mistico dai poteri inimmaginabili. Altair, primo Assassino entrato in contatto con questo oggetto dorato, era un antenato di Desmond Miles, il nostro protagonista, che grazie ad un nuovo apparecchio tecnologico, l’Animus, riusciva a rivivere i ricordi di Altair intrisi nel suo DNA. Un’eredità che non si è spenta dopo il primo videogioco ma che anzi ha fatto nascere un vero e longevo franchise. Tra libri, fumetti, raduni e titoli spin off su altri dispositivi, la saga di Assassin’s Creed si è evoluta col tempo allargando i propri orizzonti e cercando di accontentare un pubblico sempre più grande e in crescita, sia numerica che di età.

 

Assassin’s Creed è un brand ormai conosciuto in tutto il mondo che si è evoluto ed è cambiato durante il tempo.

 

Dopo la storia di Altair abbiamo potuto conoscere il buon Ezio Auditore che, con il suo carisma fiorentino e la sua testa calda, ci ha fatto innamorare ancora di più di un periodo eccezionale nella nostra Italia: il Rinascimento. Conoscendo e collaborando persino con Leonardo da Vinci, l’età di Ezio si consuma lentamente regalandoci ben tre titoli con lui, Assassin’s Creed 2, Brotherhood e Revelations, rimasti i preferiti di molti giocatori. Solcando poi l’Oceano Atlantico, approdiamo in America in uno dei periodi più vivaci e violenti: la Guerra di Indipendenza. Un conflitto così acceso da farci immedesimare in Connor, nuovo protagonista di origini native, che combatterà al fianco di George Washington e della sua armata. Black Flag si collega ad AC III tramite il nonno di Connor facendoci assaporare il brivido piratesco. Unity e Syndicate sono gli ultimi Capitoli della saga a restare ancorati allo stile di gameplay che aveva reso Assassin’s Creed unico nel suo genere. Ma sfortunatamente, non stava funzionando più.

Con Origins e Odyssey si ha un vero e proprio tentativo di rivalsa da parte di Ubisoft che tenta in tutti i modi di non perdere la fiducia dei fan. Ma, allontanandosi troppo dalle meccaniche di gameplay degli scorsi titoli, il risultato divide la community in due grandi macro aree: chi ha apprezzato il cambiamento e chi no. Un cambio di rotta che, se vogliamo, era anche abbastanza pilotato e obbligatorio. Più il tempo passava, più le meccaniche stealth di AC sembravano non stare al passo con le novità introdotte dagli altri competitor e il combattimento non soddisfare più così tanto. Nemmeno le sfide garantite dalla Sincronizzazione al 100% riuscivano ad entusiasmare come prima. Con l’arrivo, invece, di Origins e Odyssey si svecchia il gameplay e si concede alla saga un modo per ricominciare, partendo dalle basi di un RPG ancora da dover rodare per bene, ma che già trasmetteva un’aura del tutto diversa ad Assassin’s Creed. Senza perderci oltre con il passato, è tempo di analizzare l’ultimo titolo di Ubisoft sui nostri Assassini preferiti, che stavolta incontrano i vichinghi. Che voi siate cristiani o pagani, non importa. Ciò che davvero conta sono l’Onore e la Gloria che dovrete ricercare, se vorrete guadagnarvi un posto nel Valhalla!

Assassin’s Creed ci ha insegnato parecchio con le storie dei nostri beniamini preferiti, ma siamo tutti d’accordo con l’idea che ormai siano abbastanza semplici e forse ripetitive a tratti. Fortuna vuole che qui, in Assassin’s Creed Valhalla, nonostante l’incipit dei primi 10 minuti possa ricordare altri titoli della stessa saga, si prende immediatamente un’altra via permettendoci di conosce un personaggio diverso rispetto al solito. Eivor ha perso la sua famiglia durante un attacco di un clan nemico e, rifugiandosi dal re dei Corvi, trova una seconda casa e un nuovo obiettivo: recuperare il proprio onore. La repulsione per la codardia del padre porta Eivor a cercare battaglie e gloria mentre il suo clan tenta di espandersi, un obbiettivo ormai impossibile in Norvegia che però potrebbe completarsi nelle terre anglosassoni. Quindi, con una partenza repentina, parte del Clan del Corvo si sposta in Inghilterra.

 

Assassin’s Creed Valhalla apre le porte ad una nuova storia che si lega alle vicende di Odyssey e a quelle degli Assassini tramite Eivor.

 

A quei tempi l’Inghilterra non aveva ancora un solo re ma era divisa in diversi territori, ostili o alleati, che tentavano di sovrastare gli altri. In questa situazione, il Clan del Corvo tenta di accamparsi sulla riva di un fiume e di creare un proprio campo. Nel mentre partono le prime trattative con i territori adiacenti per espandere il loro dominio, Eivor diventa l’ambasciatore per il loro clan insieme a suo fratello Sigurd. E dove diplomazia e alleanze non trovano terreno fertile, c’è sempre spazio per un assedio. Si tratta pur sempre di vichinghi in cerca di ricchezze e risorse per migliorare il proprio accampamento. Oltre alla possibilità di stringere nuove amicizie con i monarchi vicini, Eivor resta invischiato anche in un’altra storia legata agli Occulti e alla loro guerra invisibile contro l’Ordine degli Antichi. Una prima interpretazione, potremmo dire, di quelli che successivamente saranno conosciuti come Assassini e Templari.

Assassin's Creed Valhalla

Se la storia di Assassin’s Creed Valhalla ci permette di spendere bene le nostre ore di gioco, tramite una lunga Campagna Principale e varie Missioni Secondarie, sono presenti anche parecchi punti specifici dove andarsi ad impelagare. La mappa di Valhalla non è grande quanto quella di Odyssey, ma possiamo tranquillizzarvi dicendo che c’è parecchio da fare anche qui. Il gameplay inerente all’esplorazione si è evoluto ancora di più permettendo a noi giocatori di immergerci profondamente nelle lande nebbiose inglesi. Tramite i vari Punti di Sincronizzazione è possibile scoprire varie icone misteriose. Ognuna di loro è contrassegnata con un colore di appartenenza che ci consente di interpretarne il significato:

    • Icone Gialle – rappresentano le ricchezze del territorio. Oltre a trovarle nelle città e nei vari accampamenti da assediare, sono presenti anche nella natura, magari sottoterra in alcune cripte tutte da esplorare. Si suddividono in forzieri piccoli, tesori con delle risorse per migliorare il vostro accampamento, armature e libri sacri con cui sbloccare varie abilità.
    • Icone Celesti – rappresentano i misteri di quella determinata area. Solitamente permettono di accedere a varie missioni facoltative che coloreranno la vostra avventura con personaggi alquanto discutibili e strambi.
    • Icone Bianche – rappresentano i manufatti. Questi possono essere delle maschere o dei fogli da dover collezionare per scoprire maggiormente la lore di Assassin’s Creed Valhalla.

Oltre a queste icone colorate, sono presenti anche altri simboli da dover tenere a mente durante il free roaming. Ci sono zone dove è possibile cacciare alcuni animali leggendari iniziando delle vere e proprie boss fight, come accadeva già in Origins e Odyssey, oppure combattere contro i cavalieri Accoliti: temibili combattenti in cerca della taglia sulla nostra testa. Le battaglie sono molto variegate, e si passa dal semplice attacco contro NPC semplici, come arcieri, berserker e lanceri, fino ad arrivare a piccoli boss. Loro, tramite specifiche rune, danno vita a combo che posso spezzare la nostra guardia e prosciugare la stamina e la vita di Eivor. Inoltre, sono presenti i veri e propri boss che, oltre agli animali leggendari, si differenziano in Mistici, Accoliti e Cavalieri. Tramite delle skill misteriose, i primi ci danno parecchio filo da torcere facendoci impiegare più tempo per comprendere il pattern di mosse. I secondi sono letali e necessitano di un buon livello di Potenza da parte nostra per batterli. E gli ultimi, presenti durante la Campagna, hanno dei punti deboli che ci permettono di destabilizzarli tramite l’arco.

Assassin's Creed Valhalla

Ad ogni modo, lo stile di gameplay RPG che Assassin’s Creed ha iniziato ad adottare dagli ultimi 2 titoli si espande ancora di più in Valhalla, ricordando per certi versi un The Witcher 3 o un Red Dead Redemption 2. Il primo ci torna alla mente durante alcune fasi dove si predilige l’indagine, qui rappresentata da una ricerca di indizi visibili tramite l’Occhio dell’Aquila (o del Corvo in questo caso). Il secondo viene ricordato, invece, durante le sezioni di esplorazione e di sopravvivenza dove è possibile cibarsi di razioni trovate nelle città, tramite stufati, o nella natura con le classiche bacche selvatiche. Le razioni sono praticamente i kit medici che ci permettono di ristabilire la barra della vita o quella dell’adrenalina tramite alcuni tipi di funghi. Persino la scelta di poter indossare il cappuccio da Assassino potrebbe farci ripensare alla bandana che permetteva a Arthur Morgan di non farsi riconoscere durante le azioni criminali.

 

Assassin’s Creed Valhalla potrebbe ricordarci The Witcher 3 o Red Dead Redemption 2 in alcune sfaccettature del gameplay RPG.

 

Un altro sentore che può farci pensare a RDR2 è sicuramente quello inerente al nostro accampamento. Da AC Brotherhood siamo stati abituati a collaborare con nuovi adepti e a reclutare NPC per agevolarci alcune missioni. Qui è obbligatorio avere una squadra su cui contare, sia per le fasi più action durante una razzia o anche solo per spostarci tramite la nostra nave vichinga. L’accampamento è ricco di vita e di azioni secondarie che possiamo avviare grazie ad alcuni personaggi. Con loro sarà possibile giocare partite con i dadi, ubriacarsi e addirittura vincere delle sfide per migliorare il nostro Carisma. In questo modo si aumenta l’immersione nel mondo di gioco e si dona maggior realismo al legame tra noi, ovvero Eivor, e il nostro Clan. Qualcosa che in Assassin’s Creed Valhalla è fondamentale per andare avanti.

L’accampamento, come stavamo dicendo, necessita della nostra cura per essere migliorato. Alcuni di voi potrebbero pensare ad un sistema gestionale simile a quello che avevamo potuto incontrare con Assassin’s Creed II e Brotherhood. Anche qui infatti abbiamo la possibilità di costruire e migliorare alcuni edifici, ma non sono necessari i fiorini per farlo. Ci sono dei negozi, come il fabbro, il mercante o il tatuatore che hanno bisogno di risorse per essere edificati. Risorse che noi stessi troveremo durante la razzia di altri campi nemici. Il fabbro serve per modificare le nostre armi e attrezzature. Portandogli alcuni tipi di materiali possiamo migliorare e rafforzare ciò che poi useremo in battaglia. Il mercante, più complesso, necessita delle Opali per acquistare oggetti speciali a tempo limitato. Mentre il tatuatore, senza alcun costo, ci consente di modificare capigliatura e tatuaggi ogniqualvolta noi vorremo cambiare il look di Eivor.

 

L’accampamento di Assassin’s Creed Valhalla è ricco di NPC da conoscere e azioni da compiere.

 

La casa lunga, invece, è il punto di ritrovo dei vichinghi. Qui alloggia lo jarl, il capo del Clan, e Eivor con una stanza apposita per leggere le lettere che verranno inviate ogni volta che completeremo un Capitolo. All’interno di questo luogo maestoso, dove avvengono cene e feste di ogni genere, è presente anche un’area dove è possibile controllare le alleanze con i vari territori e sbloccare nuove Missioni. La moglie di Sigurd è nostra consigliera e ci aiuta a comprendere quali saranno le nostre mansioni una volta completato un Capitolo della storia.

Assassin's Creed Valhalla

Ogni territorio da dover assediare è liberamente esplorabile, ma il livello dei nemici potrebbe portare facilmente alla nostro desincronizzazione. Le basi RPG si riconoscono anche qui: stavolta, a differenza di Odyssey, non avremo i Livelli a determinare la forza dei nostri nemici, bensì la Potenza. Non vedremo più dunque un numero accanto alla barra della vita. È presente però sia la stamina, che ci permette di stordire gli avversari, che una piccola icona bianca, verde o rossa a determinare la possibilità o meno di battere gli avversari. La Potenza funziona diversamente rispetto al Livello, è più facile aumentarla tramite i punti XP ma è anche più complessa da calcolare. Sin da inizio gioco avremo delle zone dove la Potenza nemica arriva anche a 160 mentre la nostra potrebbe non aver raggiunto nemmeno il numero 20. È un altro modo per contabilizzare la forza di Eivor e dei nemici che personalmente non abbiamo compreso come scelta ma, una volta presa confidenza non ci si fa neanche più caso.

Gli assedi o razzie sono delle battaglie che possiamo ingaggiare contro alcuni insediamenti con l’icona rossa. Qui sarà possibile trovare ricchezze, risorse e artefatti per migliorare le capacità di Eivor. Le skill del nostro eroe si suddividono in due macro sistemi: Abilità e Talenti. Le prime ricordano le azioni speciali che è possibile effettuare tramite le piccole barre gialle, sbloccabili dopo alcune combo. Mentre i secondi sono delle diramazioni simili alle costellazioni che concernono tutte le facoltà e i privilegi che Eivor potrà sbloccare una volta salito di Livello – anzi, di Potenza. Questi si differenziano tramite tre colori principali: rosso per il combattimento ravvicinato, giallo per la furtività e bianco per la distanza. Ogni costellazione, una volta completata, ci consentirà di utilizzare nuove combinazioni di mosse.

 

Un gameplay RPG che qui diventa più complesso ma anche più interessante, garantendo all’elemento ludico di Valhalla un piccolo salto di qualità.

 

Sfruttando questi due alberi delle abilità, Eivor sblocca vantaggi e abilità utili durante le fasi più action o stealth, anche se quest’ultime saranno meno interessanti. A differenza dell’iconico gameplay adottato sin dal primo Assassin’s Creed, Valhalla predilige combattimenti più ravvicinati e cruenti, lasciando le fasi più furtive a pochi fan del genere. Le battaglie sono violente e divertenti nonostante alcuni problemi che dopo vi elencheremo. È più semplice assediare una fortezza con la forza bruta, piuttosto che decidere di comportarsi come un Assassino, e l’implementazione della Lama Celata non sembra aiutare a ribaltare questa situazione.

 

Ormai il gameplay in Assassin’s Creed non è più come un tempo e predilige la spettacolarità alla furtività.

 

Per prima cosa, il nostro amico volatile non serve più a trovare immediatamente tutti i nemici in un’area, diventando quasi inutile nel suo utilizzo. Nonostante questo elemento sia stato spiegato dagli sviluppatori come voluto, il risultato finale non soddisfa e non vi ritroverete ad utilizzare il Corvo così tanto. Spetterà a voi decidere l’approccio che più preferite, anche se sembra che il gioco stesso spinge a optare più per l’action che per lo stealth. Le combo brutali e le nostre battaglie a suon di corno e di ascia sono più epiche e simboliche quando siamo noi nel vivo dell’azione. Un vero peccato per tutti coloro che sono più per un AC in vecchio stile che qui si perde quasi totalmente, di nuovo. D’altro canto però il combattimento a tinte RPG è stato altamente migliorato, garantendo spettacolarità e spasso a chi preferisce un gameplay più caotico e ricco di azione. Si possono effettuare parate e stordire i nemici, compiere vari attacchi con armi ad una mano o persino a due. Questa novità, già studiata e formulata con Odyssey, qui diventa l’epicentro del sistema di combattimento. Scegliere se utilizzare uno scudo con la mano sinistra o prendere due armi ci consente di compiere combo violente e ricche, con persino delle esecuzioni per finire il nemico una volta per tutte.

Passiamo ora a parlare, invece, dei tasti dolenti di Assassin’s Creed Valhalla. Prima cosa da dover dire è che speriamo vivamente che i vari bug e glitch trovati durante la nostra esperienza possano essere risolti con la patch del day one o con altri aggiornamenti futuri, proprio come già annunciato da Ubisoft. Valhalla ha parecchi problemi per quanto riguarda il lato tecnico che quindi impediscono di usufruire al massimo dell’esperienza. Nonostante questo però, il titolo resta altamente godibile persino quando si incappa in certi scivoloni. Ci è scappata spesso una risata, soprattutto quando chiamavamo la nostra nave inizialmente vuota, e che poi si riempiva di vichinghi caduti dal cielo. Oppure ancora quando abbiamo trovato un albero in mezzo al nulla o il nostro cavalo ha iniziato a correre impennando e volando dopo una staccionata.

 

Assassin’s Creed Valhalla risente parecchio di vari problemi che minacciano la nostra esperienza.

 

Un elemento che invece non ci ha fatto sorridere è stata invece l’IA nemica che, a difficoltà Normale, ci lascia troppo tempo per rispondere agli attacchi e resta ferma per la maggior parte del tempo, oppure scappa e balza avanti e indietro senza decidere una mossa efficace contro di noi. Oltre ai pari pop up di texture o oggetti di gioco, Assassin’s Creed Valhalla risente parecchio anche di cali di frame durante le cutscene o quando ci sono troppi NPC in una battaglia. Un vero peccato quando si pensa che è proprio in quei momenti che il climax sale maggiormente. Se poi si aggiungono anche i crash improvvisi, sicuramente la paura aumenta ancora di più e il timore di perdere i salvataggi di quella determinata Missione appesantiscono il tutto. Questi problemi potrebbero essere dovuti dal fatto che Ubisoft ha dovuto sviluppare un titolo cross-gen con varie versioni da dover ottimizzare. Ma avremmo preferito che questi difetti fossero meno presenti e pressanti. Assassin’s Creed Valhalla lo abbiamo potuto provare su PS4 liscia e questi sono i vari elementi che più ci hanno colpito in negativo.

Altro aspetto che abbiamo potuto notare riguarda i modelli 3D dei personaggi. Alcuni di loro, tra cui persino Layla, Shaun e Rebecca sono stati invecchiati fin troppo, dato che è passato solo un anno dagli avvenimenti di Odyssey. Se Eivor e Sigurd funzionano perfettamente a livello visivo, impersonando l’anima del puro vichingo, non si può dire lo stesso per gli altri membri del Clan. Alcune acconciature sono troppo simili se non identiche a quelle presenti negli scorsi titoli e c’è un’alta ripetitività delle nuove capigliature anche tra i vari NPC.

 

Un’ambientazione magnifica e sublime che collabora perfettamente con un comparto sonoro epico.

 

Laddove il lato artistico dei modelli 3D non ci ha convinto poi così tanto, subentra invece un’ambientazione spettacolare. Viva e ricca di colori, sia la Norvegia che l’Inghilterra risplendono durante le prime luci del mattino e, al tramontar del sole, con tinte rosso e arancio davvero sublimi. Tramite la Visuale Cinematografica poi, è possibile rilassarsi ad ammirare i vari paesaggi mentre si sta cavalcando il nostro destriero o mentre si guida la nave vichinga. In entrambi i casi, il cambi di camera e le musiche soavi dei nostri confratelli riescono a regalare vere e proprie emozioni. Parlando appunto del comparto sonoro, Assassin’s Creed Valhalla consente alle nostre orecchie di perdersi in canti e storie norreni, oltre che regalarci vere e proprie composizioni belliche durante gli assedi e i combattimenti più concitati. Non raggiungono la perfezione di Assassin’s Creed II o Brotherhood, ma siamo a buon punto.

In conclusione, siamo lieti di affermare che abbiamo particolarmente apprezzato Assassin’s Creed Valhalla. È un titolo ricco di elementi da conoscere e scoprire, ma non è il solito Assassin’s Creed. Questo fattore è ormai risaputo dai fan di vecchia data e qui, nonostante il ritorno della Lama Celata, non si riesce a modificare. Resta pur sempre un titolo da dover giocare per chi ancora sta seguendo la storia e le vicende dei nostri Assassini, ma speriamo vivamente che per il prossimo capitolo Ubisoft faccia tornare questo elemento in modo più sostanziale.