ReTurn One Way Trip Recensione: Tutti a bordo per un gioco di specchi e amore

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ReTurn One Way Trip Recensione PC | Il mondo dell’horror è una delle fantasie più antiche per l’essere umano, che sin dalle sue origini ha sempre amato esorcizzare il temuto e l’ignoto inventando ogni tipologia di mostri e demoni, per poi affrontarli a spada tratta. Ma quando il terrore si mischia alla cultura popolare moderna e ai sentimenti dell’essere umano, nuove perle nascono al di fuori della paura nella sua forma più semplice. Una di queste è il nuovo titolo di Red Ego Games, ReTurn One Way Trip. Prendendo a piene mani dai più grandi (ma ancora efficaci) cliché horror, questo gioco ci porta su treni maledetti ad affrontare bambine terrificanti, amici scomparsi e bambole stregate, accompagnando il tutto con una delle forze più contrarie alla paura: l’amore. I sentimenti sono alla base della trama e, assieme ad una completa assenza di jumpscare, il risultato è un titolo che affronta il terrore in modo nuovo, evitando il semplice zombie tipico di molti altri contemporanei. Una scelta intelligente aggiunge ulteriore bellezza poetica alla grafica, mentre accompagniamo Saki e i suoi amici nei festeggiamenti per la fine degli studi e l’inizio della loro vita adulta: un futuro brillante attende i quattro, tra offerte di lavoro e matrimoni da organizzare, ma quando una poesia d’amore non richiesta raggiunge la nostra protagonista, scatenando una reazione gelosa e litigi nel gruppo, sarà proprio lei a doversi far carico dei sentimenti del presente e del passato nel tentativo di ritrovare i suoi amici e riportare le cose alla normalità. Siete pronti? Il treno di VMAG è in partenza.

Il gameplay di ReTurn One Way Trip è semplice e lineare, più concentrato sulla narrazione di una storia che sull’offerta di una sfida al giocatore. Alcune volte un paio di minigiochi richiedono qualche sforzo per essere superati, ma per la maggior parte del tempo si deve solo muovere la giovane eroina su e giù per il treno, raccogliendo oggetti e indovinando quale può essere utilizzato per accedere a nuovi indizi e proseguire nella trama. In effetti, il coinvolgimento di chi siede dall’altro lato dello schermo è minimo, un dettaglio che ci rende più spettatori di una storia che protagonisti, nonostante le vicende siano influenzate dal nostro intervento. Questo dettaglio si sposa estremamente bene con il terrore poetico di ReTurn One Way Trip. Ma, se si vuole sollevare una critica, l’effetto potrebbe essere stato spinto in maniera eccessiva: è possibile rendere chi gioca spettatore anche con un pizzico di coinvolgimento in più e la meccanica dei minigiochi avrebbe potuto legarsi meglio alla narrativa, magari con enigmi vagamente più difficili per migliorare l’esperienza.

 

La mancanza di lingue nel gioco rende l’inglese la sola possibilità per comprendere la trama, limitando parzialmente la fruizione a molti giocatori.

 

Al momento, sebbene la trama di ReTurn One Way Trip sia coinvolgente e non abbia fatto annoiare noi di VMAG, la ripetitività può rischiare di far perdere l’attenzione degli utenti, riducendosi fin troppo facilmente ad un semplice “punta e clicca” dove tutti gli oggetti a propria disposizione vengono provati sui vari punti disponibili finché non si trova la giusta chiave per avanzare. Ma, nonostante questo difetto, la narrativa rimane coinvolgente e in grado di trascinare anche chi non ama il genere fino alla conclusione dell’avventura, parlando di paura senza spaventare eccessivamente il giocatore. L’atmosfera di inquietante tensione permette a chiunque di godersi la storia, superando alcuni limiti del genere stesso e trovando nuovi potenziali fan. Sfortunatamente, ReTurn One Way Trip non è disponibile in italiano e una generale scarsità nei linguaggi selezionabili rende l’inglese la sola opzione possibile per i fruitori.

Sebbene lo stile grafico di ReTurn One Way Trip si concentri su personaggi composti da pixel, una delle scelte più belle e adatte all’atmosfera del titolo si trova proprio nel reparto grafico: i dialoghi sono scanditi dalla presenza di vignette testuali, accompagnate da veri e propri disegni nelle cutscene. Invece di investire su complicate animazioni, il gioco sfrutta l’atmosfera per presentare lavori artistici sia inquietanti che confortevoli, con sprazzi quasi romantici per svariate scene. L’elemento di originalità e poesia nell’ambientazione e nella trama è cosa rende ReTurn One Way Trip un progetto riuscito, nonostante la ripetitività del gameplay e dei minigiochi sconnessi dalla trama. Con un tocco di coinvolgimento in più, il risultato sarebbe stato eccellente: allo stato attuale, il titolo è in grado di attrarre solo un certo tipo di giocatori, quelli a cui non interessano così tanto le meccaniche quanto la storia raccontata dalle loro avventure. In ogni caso, rimane una fantastica soluzione per chi si sente in vena di spendere un paio di giorni in un mondo di suggestive inquietudini, senza fare troppi sforzi, lasciandosi avvolgere dall’atmosfera.

ReTurn-One Way Trip

L’amore rimane la chiave di questo titolo, l’amore come mezzo per portare la paura. Invece di grandi spaventi, momenti di tensione dove chi si trova dall’altro lato dello schermo strilla e prende grandi respiri mentre l’istante passa, ReTurn One Way Trip trasmette una morbida inquietudine che non causa mai paura improvvisa, ma lascia il giocatore con una perenne sensazione di disagio, che continua a circondarlo fino al climax finale. Elementi della trama possono essere intuiti fin dal primo istante, rendendo consapevoli da subito che quel personaggio o quell’altro hanno qualcosa di diverso ora, ma la nostra conoscenza non può salvare la giovane Saki dal cadere nella trappola che la sta attendendo.

 

ReTurn One Way Trip trasmette una morbida inquietudine che non causa mai paura improvvisa, ma lascia il giocatore con una perenne sensazione di disagio.

 

In un gioco di specchi, siamo testimoni di cose che non possiamo cambiare, proprio come la coraggiosa protagonista è testimone del passato di quel treno, quando era vivo e pieno di felicità. Ma Saki può vedere le prime crepe di quella gioia tramite le difficoltà amorose a cui assiste e alla fine incontra la piccola Ayumi, con il suo affetto per le bambole. Il mostro è stato già creato nel passato e solo le conseguenze possono essere affrontate. Il gioco è stato già avviato da noi giocatori e allo stesso modo la sola cosa che possiamo fare è andare avanti, anche se i nostri sospetti sorgono sin dal prologo e da quella poesia d’amore che ha messo i nostri eroi nei guai. Noi di VMAG, in conclusione, consigliamo ReTurn One Way Trip a chi ama il genere e a chi desidera provare un’esperienza horror partendo da piccoli passi. Se volete, date una chance a questo titolo, ma aspettatevi più un racconto che un gioco effettivo.