The Boys 2 Recensione | Abbiamo visto i supereroi rappresentati in ogni salsa, in particolare dall’arrivo del Marvel Cinematic Universe che li ha resi un fenomeno mainstream. In questo panorama colmo di scoppiettanti scontri tra i poteri più potenti, Eric Kripke entra a gamba tesa con The Boys. Irriverente, cinico e spettacolarmente splatter, l’adattamento dell’omonimo fumetto di Garth Ennis ha saputo conquistare i cuori del pubblico e della critica con una prima stagione fresca e audace.
Dopo aver ribaltato il significato stesso del termine supereroe, Kripke e il suo team avevano il difficile compito di mantenere alti gli standard di originalità e innovazione anche con The Boys 2. Oltre ad una vasta gamma di abilità sovrumane, cinismo e black humor sono ancora le migliori armi dei protagonisti di questa seconda stagione, e ricordatevi di lasciare a casa i buoni sentimenti se volete uscirne tutti interi. Noi di VMAG ci teniamo ad avvisarvi che, da questo punto in poi, la recensione conterrà dei piccoli spoiler necessari per una completa analisi di questa seconda stagione.
The Boys 2 ci ha accompagnato attraverso l’intero mese, con il 9 ottobre che ne ha segnato l’atto conclusivo. La grande novità è stato l’arrivo di Stormfront, la new entry che va a rimpolpare le fila dei 7 che erano rimasti a secco di uno o due membri. Ed è proprio l’eroina interpretata da Aya Cash che funge da fulcro intorno al quale gravitano i principali archi narrativi della stagione. Il suo ingresso è stato in grado di cambiare le carte in tavola e modificare gli equilibri di potere. Ma non è finita qui; gli sceneggiatori hanno colto la palla al balzo, usando Stormfront per lanciare una critica all’attuale situazione statunitense. The Boys 2 offre una cruda quanto reale fotografia degli Stati Uniti, toccando temi scottanti quali terrorismo, manipolazione delle informazioni, razzismo ed estremismi. Tranquilli, non siamo davanti ad una banale intenzione di denuncia fine a sé stessa, ma ad un’abile integrazione nella narrazione degli eventi che non manca di lanciare frecciate quanto mai azzeccate.
Chi va piano va sano e va lontano.
Inutile nasconderlo, questa seconda stagione ha impiegato del tempo per carburare e il viaggio ha incontrato qualche piccolo incidente di percorso. Purtroppo gli intoppi non sono relegati ad uno dei due schieramenti, ma affliggono tanto i Super quanto i Boys. Ma andiamo con ordine; per ciò che riguarda i primi, la maggior parte dello screen-time è stato (giustamente) dedicato al duo Patriota/Stormfront partiti come acerrimi nemici fino a divenire la coppia più pericolosa di sempre. Ciò ha portato ad una fisiologica esclusione degli eroi “minori” come A-Train e Queen Maeve, che durante la prima parte dello show avevano brillato, gettando ottime basi per il futuro. Al di là di un’interessante finale di storyline per Maeve, il corridore più veloce del mondo conclude la serie con una performance senza infamia e senza lode. Menzione di “disonore” per Abisso; escluso dai 7 alla fine della prima stagione, il suo personaggio è stato vittima di una scrittura decisamente discutibile e relegato ad apparizioni quasi fastidiose. Ci auguriamo che la terza stagione sia più clemente con l’uomo acquatico, che a questo punto necessiterà di qualcosa di meglio della classica “redenzione dell’eroe” per salvarsi.
Portando invece la nostra lente d’ingrandimento sui Boys, fortunatamente la situazione appare decisamente più rosea. Se Marvin si porta a casa una pagella perfettamente nella media senza particolari guizzi d’ingegno, la stessa cosa non si può dire per Frenchie e Kimiko. Il francese e la super-ragazza incarnano perfettamente il proverbiale “Chi va piano va sano e va lontano” che abbiamo citato poco sopra; con una partenza decisamente fiacca che aveva destato non poche preoccupazioni, la medaglia si rovescia completamente una volta entrati nelle battute finali di The Boys 2, mostrando una crescita sia individuale che come coppia.
E Hughie e Annie/Starlight? Volendo essere completamente onesti, entrambi i personaggi, se presi singolarmente, non riescono ad essere incisivi come un tempo. Probabilmente questo è noto anche agli sceneggiatori, che hanno saggiamente deciso di optare per una storia che vedesse protagonista il loro complicato rapporto. Anche qui troviamo una situazione quasi analoga alla precedente; partenza lenta per poi concludere con un dolce finale decisamente atipico per le atmosfere della serie, ma assolutamente gradito. Ultimo ma non per importanza troviamo Butcher. Il tormentato capo della banda ha fatto più volte i conti col suo passato, ricevendo un necessario trattamento di favore che non ha fatto altro che aumentare il fattore empatico nei suoi confronti al momento della resa dei conti finale. Se il vostro cuore reggerà fino a quel momento, preparatevi a delle strazianti sequenze rese magistralmente da Karl Urban, dove avrete modo di vedere il rude Billy Butcher sotto una nuova luce.
Lo abbiamo ripetuto fino allo sfinimento durante le nostre anteprime, ma è il arrivato il momento del verdetto definitivo: Antony Starr è il vero gioiello di The Boys 2. La sua interpretazione di Patriota è assolutamente fenomenale dall’inizio alla fine, non perdendo una goccia del suo fascino anche nei momenti più deboli della stagione. Follia, perversione e sadismo sono i migliori amici dell’eroe volto dei 7, che in questa stagione è andato incontro ad una decostruzione psicologica, che ha messo in luce aspetti sempre più variegati e controversi della sua instabile personalità. E ora che abbiamo imparato a conoscerlo, smetterà di sorprenderci? Manca ancora molto alla terza stagione, ma possiamo già sbilanciarci con un secco “no”, consci di trovarci di fronte ad una miniera inesauribile di imprevedibilità.
“Da grandi poteri…
…derivano grandi responsabilità” diceva lo zio Ben ad un giovane Peter Parker. Questa celebre citazione ha un valore assoluto, tanto nella storia di The Boys 2 quanto rompendo la quarta parete. Eric Kripke e tutta la sua squadra ne sono pienamente consapevoli, trovandosi tra le mani una storia da maneggiare con estrema cautela, con il rischio di non soddisfare le altissime aspettative create dopo la prima stagione. Ebbene, al di là delle problematiche elencate poco sopra che possono essere tutte ricondotte ad una gestione non proprio ottimale dei ritmi della narrazione, possiamo affermare che persino il compianto Ben Parker sarebbe fiero del lavoro dello showrunner.
La terza stagione è al momento in fase di scrittura, con la produzione vera e propria che entrerà nel vivo durante i primi mesi del 2021. Nell’attesa, non possiamo che dichiararci pienamente soddisfatti ma con la speranza di veder colmate alcune piccole lacune per raggiungere veramente la perfezione. Per voler fare un esempio, la quasi totale perdita d’importanza del concetto dei 7 non intacca la storia, che ha da sempre puntato verso un’impostazione più psicologica e riflessiva, ma è sicuramente un dettaglio che fa storcere il naso. Nel caso voleste approfondire un’episodio in particolare, vi lasciamo di seguito una lista delle nostre anteprime settimanali.
- Anteprima episodi 1, 2 e 3
- Anteprima episodio 4
- Anteprima episodio 5
- Anteprima episodio 6
- Anteprima episodio 7