Peaky Blinders Mastermind Recensione

Versione PC

Peaky Blinders Mastermind Recensione PC | E se vi dicessero che la banda più temuta di Birmingham nel primo dopoguerra è tornata? Ebbene sì signori, la famiglia Shelby non si ferma mai e soprattutto sta per raggiungere una nuova costa. Non solo ha appassionato milioni di fan con il proprio accento tutto british e i “paraocchi a punta” dei berretti, ma ora non è più solo uno show. Dopo ben 5 stagioni e 30 episodi che potete gustavi comodamente a casa tramite Netflix, la gang di malfattori capitanata da Tommy arriva anche nel mercato videoludico. Grazie a FuturLab abbiamo infatti la possibilità di giocare una storia del tutto inedita con Peaky Blinders Mastermind, un puzzle-adventure game tutto mentale che vi farà capitanare l’intera banda. Noi di VMAG abbiamo avuto la chance di provare il titolo su PC (Steam), ma è anche disponibile per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Sarà riuscito a confonderci e intrattenerci in vista di una sesta stagione?

Impossibile non conoscere la malfamata banda dal nome Peaky Blinders che, nel 1919, disseminava scompiglio nei sobborghi di Birmingham, più precisamente nel quartiere di Small Heath. Furti di alcolici, gare clandestine e truffe meschine, sono solo un piccolo assaggio di ciò che è capace la famiglia Shelby. Forti di un leader come Thomas, anche nella trasposizione videoludica dovremmo divertirci a creare un po’ di scompiglio e rendere difficile la vita della polizia britannica. Essendo un puzzle-game, Peaky Blinders Mastermind fa dell’ingegno del giocatore l’arma principale e fondamentale di ogni missione. Con un totale di 10 capitoli ci viene raccontata una storia del tutto nuova anche per i fan di vecchia data. Proprio per questo motivo non è necessario conoscere a fondo la serie TV per gustarsi il titolo. L’importante è essere muniti di pazienza e un pizzico di inventiva per sfruttare al meglio ogni singolo membro della banda e terminare il livello nel minor tempo possibile.

 

Peaky Blinders Mastermind vi metterà a capo della banda inglese. Riuscirete a coordinare ogni membro con maestria?

 

Peaky Blinders Mastermind è composto da un gameplay articolato e a tratti macchinoso ma che, per chi ama il genere, garantirà numerosi modi per reinventarsi, soprattutto se preferite giocare a difficoltà più elevate. Il titolo, infatti, dispone di due modalità: Standard e Hard. La seconda vi permette di non ricevere nessun waypoint e consiglio su come muovervi e noi la consigliamo solo dopo che è stata fatta una prima run dell’intero gioco, per non perdersi nessun passaggio fondamentale. E, come se non bastasse, anche il tempo è contro di noi. Proprio per questo motivo, sarà fondamentale ponderare ogni mossa e risparmiare fino all’ultimo secondo per terminare la partita il più velocemente possibile. L’innovazione all’interno delle meccaniche di gioco lavora sia sull’angolazione della telecamera fissa, da dove il giocatore dirige il tutto, sia sulle abilità di ogni singolo personaggio. Forte di una visuale isometrica e di un roster variegato, che sfrutta ogni skill del cast originale, Peaky Blinders Mastermind armonizza il tutto dotandosi di un design semplice ma funzionale. Tralasciando qualche passaggio scattoso nei movimenti, il gameplay risulta complesso inizialmente, ma godibile una volta compreso. Ma attenzione, il tempo non sarà solo nostro nemico, anzi. Tramite l’orologio da taschino di Thomas, infatti, potremo tornare indietro per controllare meglio una stanza o addirittura risentire un dialogo che potrebbe aiutarci nelle nostre future ricerche e, sopratutto, aggirare i nemici. In questo modo le partite si dilungano solo per farci riflettere sulle informazioni ricevute e per escogitare il miglior piano, proprio come un vero Matermind. Ma c’è un problema.

Peaky Blinders Mastermind

Il grattacapo sorge quando dobbiamo utilizzare più di un personaggio. Ad esempio, tramite Tommy possiamo tornare indietro nel tempo e utilizzare la sua parlantina per soggiogare alcuni NPC e sfruttarli a nostro vantaggio, per aprire porte o per rubare Oggetti Chiave. Utilizzando Ada, invece, faremo distogliere l’attenzione delle guardie e potremo sgattaiolare via senza farci vedere, per non parlare poi delle informazioni che ne ricaveremo. Ma questo significa, quindi, muoversi all’interno della mappa switchando da un personaggio all’altro per tutto il tempo. Questo non risulterebbe troppo pesante se non dovessimo compiere gli stessi movimenti per entrambi. Infatti, entrando in un edificio con uno, l’altro non ci seguirà e dovremo prendere possesso anche di lui per farlo spostare. Proprio in questo modo il gameplay soffre e diventa più macchinoso del previsto, arrivando anche a frustrare i meno pazienti.

 

Peaky Blinders Mastermind avrebbe potuto osare di più. Ci avrà convinto?

 

L’attrazione principale che sia i fan che i neofiti adoreranno invece sono le ambientazioni. Ogni capitolo ha una zona da poter esplorare e vi consigliamo vivamente di perderci del tempo prezioso, magari riavviando il livello, per controllare ogni angolo e scorcio. Tutto è estremamente curato e perfetto per il mood tipico di Peaky Blinders. Dai poliziotti addormentati su una sedia, ai cani da poter accarezzare, fino ad arrivare ai tetti dei palazzi. È come un piccolo parco giochi per chi ha sempre sognato di farsi un giro nel quartiere di Small Heath. Peccato che nulla sembri abbastanza vivo. Seppure si possa entrare nei palazzi e i posti cambino in base al capitolo che stiamo giocando, le abitazioni risultano ripetitive e, quindi, poco memorabili. Anche il comparto sonoro fa il suo dovere con brani che non si discostano mai dalle theme principali dello show. Unica pecca? Davvero poche tracce che, durante le fasi di gameplay, svolgono solo un marginale ruolo di background e che quindi non spiccano come avrebbero invece potuto. Stesso problema per quanto riguarda la parte grafica: bellissima e adatta al genere, ma si perde a tratti. Nonostante per la maggior parte delle scene, i volti rispecchino in stile minimal quelli del cast originale, per i più attenti e minuziosi ci potrebbero essere dei particolari che stonano a lungo andare.

Peaky Blinders Mastermind 1

Insomma, possiamo affermare che Peaky Blinders Mastermind ci ha convinto solo a metà. Ci sono alcune cose che avrebbero potuto ricevere più cura e attenzione, mentre altre funzionano solo a metà proprio per questo motivo. Oltre a ciò è anche assente la lingua italiana. Non è un problema, ma sicuramente è un tipo di mancanza che si farà sentire per alcuni compratori. C’è anche da dire che, nella versione PC, è possibile usare il controller per chi è meno avvezzo con mouse e tastiera, e i tasti vengono tradotti immediatamente per il pad appena lo collegate. Se siete degli appassionati dei puzzle-game e soprattutto dello show o volete imparare a conoscerlo, questo titolo può fare al caso vostro. Ma se non appartenete a nessuna delle categorie descritte, è davvero difficile che possa convincervi.