Surgeon Simulator 2 Provato: è ora di tornare in reparto

Dal primo Surgeon Simulator a l’altrettanto noto I Am Bread, lo scopo di Bossa Studios è sempre stato quello di creare videogiochi comicamente divertenti basati sulla fisica e sui controlli ingestibili del personaggio. E personalmente, questo stile mi ha sempre fatto impazzire. Ricordo ancora le grasse risate di amici, influencer e una miriade di altre persone mentre cercavano di estrarre un polmone dal petto del paziente con l’ausilio di penna e trapano a trivella. Nella loro semplicità e insensatezza, questi titoli riuscivano a donare contemporaneamente ore d’intrattenimento caotico e sfide non così facili da superare. Con Surgeon Simulator 2, rispetto al predecessore, il team di sviluppo ha optato per una nuova formula: rendere più immediati e meno profondi gli interventi, aggiungendo tuttavia puzzle ambientali e interi edifici da esplorare. Questo, e la possibilità di giocare assieme a tre amici, creare i propri livelli e sperimentare con quelli ideati dagli altri (un sistema simile a Super Mario Maker, si può dire). Sotto certi aspetti, la ventata di aria fresca che questi cambiamenti hanno portato con sé offre una buona varietà e nuovi modi di svagarsi in reparto. D’altra parte, però, vengono meno le emozioni che si provavano con il primo capitolo, vuoi per la minor enfasi sul singleplayer o per la necessità di abituarsi al nuovo stile. Indossiamo guanti e mascherina e diamo inizio alle danze.

Surgeon Simulator 2
Tutto come ai vecchi tempi.

In questi pochi giorni di closed beta, abbiamo potuto assaporare i primi cinque livelli della campagna, il tool di creazione e alcuni scenari extra creati da Bossa Studios e dagli utenti per questa versione. Il primo elemento che spicca rispetto al passato è l’introduzione del movimento. Mentre nel predecessore eravamo ancorati sul posto e potevamo solo comandare la mano del dottore, in Surgeon Simulator 2 possediamo anche un corpo (magico) e piena libertà di spostarci avanti e indietro per le varie stanze dell’ospedale. C’è però la possibilità di premere un tasto per bloccare la visuale e spostare il controllo sul braccio. Nel complesso, il numero di azioni a nostra disposizione è solamente aumentato rispetto al passato, rendendo però più complesso gestire il tutto. Non che sia necessario diventare dei maestri per divertirsi, ricordiamo – lo spirito del gioco rimane lo stesso: cercare di portare a termine una delicata operazione con delle movenze goffe e ingovernabili. Questo titolo non presenta certo una difficoltà hardcore, d’altronde, come dice lo stesso tutorial: “Tutti gli altri organi sono opzionali”.

Buona fortuna a trovare un martello in tutto questo.

Passiamo a parlare della principale delle novità: i puzzle ambientali. Oltre a cambiare parti del corpo al nostro paziente Bob e controllare che non perda troppo sangue, il nostro lavoro ci richiede adesso di spostarci tra le varie sale dell’ospedale. Un edificio che, per qualche motivo, ha le stesse caratteristiche di un tempio di The Legend of Zelda. Serve infatti premere pulsanti e abbassare leve, strisciare nei condotti, aprirsi dei passaggi e risolvere enigmi per poter accedere ai vari locali e recuperare tutto il necessario per portare a termine l’operazione. Occhio dunque a non lanciare in aria i polmoni del ricoverato dopo averli estratti, stavolta potrebbero essere obbligatori per avanzare. Nel complesso, è chiara l’intenzione di Bossa Studios di aggiungere nuovi elementi con cui giocare. Allo stesso tempo, queste novità non offrono opportunità di creare caos e sperimentare come nel precedente capitolo, e talvolta hanno unicamente il sapore di un ostacolo tedioso da dover superare per arrivare alla “parte bella”. Faccio notare però che questa è la sensazione che mi hanno trasmesso solamente i livelli della campagna. Tutto il resto, è un altro discorso.

La quantità di strumenti a disposizione del nostro dottore è, come sempre, stellare.

I nuovi elementi introdotti in Surgeon Simulator 2 brillano infatti in quello che è il multiplayer, specialmente negli scenari creati dagli utenti. Trascendendo il concetto di medico e operazione, è possibile creare delle vere e proprie modalità di gioco con il tool apposito. Necessario qui menzionare “Yeet Ball”, dove per curare il paziente è necessario prima superare un percorso aereo a ostacoli e schivare dei bolidi sparati da set di cannoni (una prova di Takeshi’s Castle, praticamente). Oppure alcuni esperimenti puramente rompicapo, in cui le impostazioni aggiuntive tolgono peso alla scomodità dei comandi e rendono l’ambulatorio una specie di Escape Room davvero intricata. C’è tanto potenziale in questo strumento di creazione, che speriamo spicchi anche nei successivi livelli della campagna. Ah, e come non menzionare la presenza di una sorta di battle pass per il multigiocatore, con accessori per i personaggi ed extra che vengono sbloccati tramite missioni giornaliere e vittorie nelle partite veloci. C’è qualcosa che questo titolo non vuole fare?

C’è tanta magia in tutto questo.

In conclusione a questo nostro provato, dunque, possiamo affermare che Surgeon Simulator 2, proprio come il suo predecessore, rimane un solidissimo titolo caotico e divertente che ora più che mai va giocato assieme a qualche amico. C’è anche tanto spazio per i creativi, che possono progettare e pubblicare le più ignobili operazioni possibili. Ci sono chiaramente dei punti in sospeso che vanno rivisti prima del lancio, come diversi bug e una punta di lag costante nel multiplayer, che sono già stati identificati e confidiamo saranno sistemati in tempo. E adesso, la vera domanda di chiusura che tutti stavano aspettando: si può rompere una cassa toracica con una paperella di gomma? Sì, certo che si può.