Quando pensiamo al panorama videoludico, viene spontaneo riflettere su come vengano creati nuovi generi di videogiochi. Si tratta di una domanda legittima che offre l’occasione di valutare diverse possibilità, anche, in un certo senso, filosofiche. Quando pensiamo al genere umano, possiamo immaginare circa i nostri limiti: esistono? Dove si collocano? Per secoli, abbiamo assistito al progresso e alla crescita delle scienze e delle arti, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Quanto la nostra tecnologia tanto il nostro modo di esprimerci è cambiato, e cambierà ancora. Pensiamo alla letteratura: nel corso degli anni sono emersi nuovi generi, mentre dall’ibridazione di alcuni ne hanno vista la luce altri. Qual è il ruolo del nostro medium in questo percorso? Fin dalle sue origini, il videogioco ha messo in campo tematiche diverse e di crescente rilevanza ed importanza. Possiamo affermare che l’opera interattiva ha raggiunto una certa maturità quando ha cominciato ad affrontare una disciplina tanto nobile ed importante come la storia. Quando proviamo a ricordare alcuni dei migliori giochi con elementi storici, è facile portare alla mente titoli come Age of Empires, Total War oppure Europa Universalis, ma c’è un titolo che, forte dell’unione con il genere strategico, ha dato valore e rilevanza all’intero medium: stiamo parlando di Sid Meier e del suo franchise Civilization.
Le origini di Civilization
Le vicende di questo importante franchise cominciano nel 1991, quando il grande Sid Meier dona al pubblico la sua ultima creazione, un titolo strategico che darà vita al filone del 4X: eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate. In questa opera, infatti, verremo chiamati a guidare una civiltà umana tra le numerose presenti, cominciando la nostra partita nella preistoria e comandando l’esplorazione, l’espansione, lo sviluppo e la supremazia della nostra civiltà ai danni delle altre, governate dal computer. Una formula che è rimasta la medesima in tutte le successive iterazioni della serie e che si è rivelata molto vincente, donando ulteriore lustro al suo creatore. In verità infatti, pur con una grafica rudimentale, le meccaniche erano molto ben sviluppate, offrendo un grado di strategicità davvero desiderabile per tutti gli appassionati del genere.
Colonization: la parentesi coloniale
Il successo dell’opera di Meier diede un grande spunto al suo creatore: nel suo gioco aveva riflettuto sulle circostanze storiche delle civiltà umane, e sicuramente, un argomento quanto importante tanto delicato per le fondazioni della civiltà moderna è la questione coloniale. Fu proprio questo a spingere questo colosso della storia videoludica a dedicare nel 1994 un software sulla stessa riga di Civilization all’argomento. Fu così che vide la luce Colonization, una sorta di spin-off, se così vogliamo chiamarlo, in cui il giocatore era incaricato di gestire una colonia nel Nuovo Mondo. Lo scopo del nostro viaggio: guidare il proprio possedimento dal 1492 fino al momento in cui questa si sarebbe conquistata l’indipendenza dalla madrepatria. Nel corso della partita avremmo avuto a che fare sia con un elemento economico che diplomatico, oltre a dover gestire le relazioni con le colonie vicine e i nativi.
Civilization II: un miglioramento tangibile
Il successo di questa formula si era rivelato prorompente, e i fan continuavano a chiedere incessantemente un nuovo titolo migliorato. Fu proprio questo a spingere lo staff dello studio MicroProse, fondato dal creatore della saga, a chiedere al padrone di casa di mettersi a lavoro per la seconda iterazione. Tuttavia, Sid Meier desiderava cambiare paradigmi, così non prese parte allo sviluppo, mettendo al comando del lavoro Brian Reynolds e altri suoi fedelissimi. Lo sviluppo fu molto virtuoso, e nel 1996 vide la luce Civilization II che rispetto al precedente, con la sua visuale isometrica e una maggiore risoluzione, certamente portava un miglioramento tangibile al mix di base già vincente. Inutile dire che il successo non si fece attendere, e due espansioni vennero sviluppate negli anni a venire, una per dotare il gioco di nuove civiltà e del multigiocatore, l’altra per includere nuove caratteristiche grafiche come unità animate e sprite restaurati.
Alpha Centauri
Era proprio questo il cambio di paradigmi che il programmatore canadese aveva ipotizzato: grande appassionato non solo di storia, ma anche di fantascienza, Meier era da sempre un sognatore quando si trattava del progresso della razza umana, e proprio in quegli anni fenomeni come Star Trek alimentavano la passione non solo sua, ma di innumerevoli persone in tutto il mondo. Nel 1999 venne pubblicato Sid Meier’s Alpha Centauri, un titolo che allo stesso modo di Colonization esplorava delle tematiche alternative, futuribili, con il supporto del sistema di gioco ideato dal team. Dunque, nel 2100, guidiamo i primi coloni arrivati su Alpha Centauri, e viviamo assieme a loro la sfida di rendere un pianeta alieno ed ostile la nostra nuova casa.
Civilization III
A questo punto, chiunque avesse la buona norma di definirsi un professionista del settore videoludico era bene a conoscenza della formula ideata da Sid Meier, che oramai aveva creato un vero e proprio archetipo del gioco 4X: già in quegli anni altri si erano lasciati ispirare dal suo lavoro, ibridando ulteriormente il genere del 4X come nel caso di Starcraft, che però offriva il modello vincente in un contesto strategico in tempo reale. Il successo della saga chiedeva necessariamente lo sviluppo di un ulteriore sequel, ma anche in questo caso il genitore originale non avrebbe preso parte allo sviluppo, impegnato per com’era ad esplorare altre possibilità. Quindi, nel tardo autunno del 2001 vide la luce Civilization III, che riprendeva la visuale isometrica con maggiori capacità grafiche e un aspetto generalmente più pulito. Questo capitolo ebbe, anche tramite due espansioni successive, un grande numero di civiltà giocabili, e generalmente è considerato degno di nota per l’aggiunta della vittoria diplomatica e di quella culturale.
Civilization IV
In quegli anni, l’oramai celebre designer aveva dato vita ad altri successi, specialmente Sid Meier’s Pirates, altro classico. Ma nella sua mente apparve un’idea troppo ghiotta da lasciarsi scappare: dirigere assieme ai suoi specialisti più fidati una trasposizione tridimensionale della formula di Civilization. Si trattava certamente di una sfida interessante, che portava al corpo ben rodato del franchise un aspetto inesplorato che oramai era ben comune da diverso tempo nel mercato mainstream del medium. Nel 2005 venne ultimata questa quarta edizione, che venne impiegata dal suo creatore originale anche per espandere ulteriormente il game design del prodotto. Furono infatti introdotte tantissime funzioni aggiuntive, come i grandi personaggi: potenti icone storiche con la capacità di introdurre effetti duraturi nel nostro gioco. Molto importanti furono le migliorie all’intelligenza artificiale messe in campo dagli sviluppatori, che dotarono la CPU di funzioni di pianificazione a lungo termine.
Civilization V
Per diverso tempo, non si parlò di sequel: fu soltanto nel 2010 che venne pubblicato il successore dei titoli passati, il quinto capitolo di una saga che oramai era decisamente consolidata e matura. L’esordio di questa iterazione non fu particolarmente felice, bisogna dirlo. Tantissime caratteristiche presenti nel lavoro precedente e in quelli passati come lo spionaggio non vennero incluse, e furono necessarie numerose espansioni prima di poter paragonare questo prodotto con le opere precedenti in termini di opzioni di gioco. Un elemento unico fu l’introduzione delle città stato, degli insediamenti indipendenti che potevano essere conquistati militarmente, oppure influenzati soddisfando le loro richieste. Dal punto di vista della comunità, ricevette il supporto ufficiale al modding, divenendo la prima installazione della serie ad attenzionare questo aspetto.
Civilization: Beyond Earth
Nel 2014 assistiamo al lancio di Civilization: Beyond Earth, un titolo che riallacciandosi al suo precursore spirituale, Alpha Centauri, esplora ancora una volta l’arrivo della razza umana su un pianeta alieno e sconosciuto. In seguito ad un catastrofico evento, il “Grande Errore”, la Terra diviene praticamente inabitabile a causa dell’inquinamento: è questo a spingere le ultime grandi potenze, scampate a una fiaccante guerra per le risorse, ad armare delle astronavi dirette verso i maggiori candidati possibili alla sopravvivenza umana. In questo contesto, avremo la facoltà di guidare i nostri sopravvissuti nel loro viaggio verso l’insediamento nel nuovo mondo, con la necessità di scegliere percorsi diversi nel progresso della loro civiltà e nell’approccio al nuovo habitat e ai suoi indigeni.
Civilization VI
Solo a pochi anni di distanza assistiamo ancora una volta al ritorno del franchise con un nuovo capitolo, un titolo che al momento del lancio ebbe un successo non indifferente rispetto alla timida accoglienza del quinto capitolo. Civilization VI introduce forti cambiamenti, sia dal punto di vista grafico che delle meccaniche. La veste cartoonesca è certamente ciò che salta immediatamente all’occhio, ma per i giocatori c’è stata una sorpresa: il sistema dei distretti. Un modo nuovo di intendere il gioco, in quanto dona ulteriore valore all’elemento pianificativo dell’esperienza videoludica in questione. Ancora adesso, questo prodotto continua a venir arricchito con nuovi elementi e civiltà, e generalmente ha portato molto lustro alla saga.
Conclusione
Questo conclude la nostra rassegna della storia del franchise, dalle sue origini fino ai giorni nostri. Noi di VMAG vi ringraziamo per la lettura, e come sempre vi rimandiamo ai prossimi appuntamenti. Se avete voglia di ripercorrere assieme il percorso di una saga altrettanto importante, potrebbe interessarvi il nostro articolo dedicato a The Sims. Grazie della lettura!
Clicca sulla copertina per leggere