La casa di carta – Parte 4 Recensione: tutto secondo i piani

In questo periodo molto difficile, in cui siamo costretti a rimanere a casa per salvaguardare la nostra salute, non c’è niente di meglio che svagarsi con una serie televisiva che sappia come intrattenerci. Ma cosa succede quando proprio durante i giorni di quarantena, ad uscire è una delle fiction più acclamate degli ultimi anni? Beh, il risultato sarà sicuramente positivo, dato che riusciremo a passare i nostri giorni (o ore) alla velocità della luce. Ed è proprio ciò che accade con la visione della quarta stagione della famosissima La casa di carta, dove – ironia della sorte – riprenderemo le vicende della banda di ladri più famosa in tutto il mondo, rimasta intrappolata all’interno della Banca Centrale di Spagna, a Madrid. Insomma, la creazione di Alex Pina e Joe W assume tutto un altro significato attualmente, il quale ci permette di metterci negli stessi panni dei nostri protagonisti, ormai al loro limite psicologico. Ripensandoci, se paragonassimo le nostre due reclusioni forse non siamo messi poi così male. Ovviamente, questo articolo non presenta alcuno spoiler maggiore, però va da sé che entreremo più nello specifico rispetto alla nostra anteprima, in modo da garantirvi un’analisi critica ai massimi livelli, come la difficoltà che i Dalì hanno impostato per il loro furto.

Il quarto capitolo del programma spagnolo, riprende dal finale al cardiopalma del prequel, dove la banda è in guai piuttosto grossi: il Professore, il cervello del gruppo, non è in grado di pensare lucidamente a causa degli eventi traumatici che ha subito, mentre Nairobi sta combattendo tra la vita e la morte ed il resto dei compagni mettono in discussione la leadership di Palermo, generando il caos nel bel mezzo di un furto apparentemente impossibile. Non proprio una bella idea. Sfortunatamente, la presenza e la gestione di determinate scene e prosegui ci hanno fatto storcere il naso per la loro estrema forzatura, a volte non necessaria. Abbiamo anche potuto constatare che i cinque minuti descritti da La casa di carta, corrispondono agli stessi che la vostra ragazza ci mette per terminare di prepararsi, finendo così nello scadere nella incoerenza temporale della narrazione. Certamente, la presenza di azione e momenti toccanti riescono a risollevare le pecche menzionate. Inoltre, la cara ispettrice Sierra è ancora più determinata a scovare e sopraffare il genio della cricca di furfanti, quasi come il terrificante Nemesis con la povera Jill Valentine, descritto più accuratamente nella nostra recensione del remake di Resident Evil 3. 

 

Caos, estro e azione: questa è La casa di carta

 

Preparatevi ad estrarre i fazzoletti: ci sarà da piangere. Tutti sappiamo che il disordine e l’anarchia portano a conclusioni drammatiche e i Dalì non sono esenti da questa regola. I membri con la tuta rossa si ritroveranno a fare i conti con le loro emozioni, le cui dovranno essere subito messe da parte per sopravvivere. Non è più una semplice rapina, ma una guerra e i creatori della serie hanno saputo magistralmente dirigere il proseguo dell’opera con questo punto cardine. Ormai la battaglia tra i ladri e le Forze dell’Ordine è diventata una questione personale da ambo le parti. Il bottino passerà in secondo piano, a vantaggio del combattimento delle due fazioni, dove nessuno ne uscirà indenne. Le pianificazioni geniali del Professore, poste in sottotono nelle puntate passate, ritornano in grande stile, ricordandoci che la partita non è ancora finita. C’è da dire però, che le stravaganti mosse dell’insegnante, rasentano il limite della realtà scadendo nella fantasia in più parti, ragion per cui ci pongono alcuni interrogativi senza risposta, concernenti le modalità di realizzazione o più semplicemente, l’incapacità degli avversari di non accorgersi di nulla. Insomma, la famosa “plot armor” si è fatta alquanto sentire, non per tutti malauguratamente. Innegabilmente però, la sua evidente accentuazione ha reso certi accadimenti potenzialmente interessanti piuttosto medi. Non all’altezza de La Casa de Papel, anche se tutto sommato siamo davanti ad un miglioramento e soprattutto, diverse lacune sono state colmate, ponendo la quarta stagione della serie tv sicuramente in una buona posizione, ma ancora lontana rispetto al suo antico splendore delle prime due.

Noi di VMAG abbiamo apprezzato la fruizione della quarta parte de La casa di carta, tuttavia, ci sentiamo in dovere di puntualizzare le diverse mancanze che abbiamo avuto il dispiacere di osservare nel corso degli otto episodi. Sicuramente un’ottima ripresa dopo lo scontento causato dal capitolo precedente, proprio per questo ci auguriamo che la serie di punta del servizio in streaming continui a migliorare fino a raggiungere le vette segnate dalle prime stagioni. Soprattutto in questo periodo di quarantena, avrà tutt’altro significato potersi godere gli eventi e ostacoli che i furfanti dovranno superare per sopravvivere. Non mancheranno nemmeno momenti di riflessione e aneddoti del passato, che rafforzeranno il legame dei suddetti. Abbiamo anche potuto rivedere l’apparentemente introvabile Christian di Elite, ed ora capiamo la sua assenza nella terza stagione di quest’ultima: effettivamente non è molto semplice presenziare a scuola se sei già impegnato in una rapina di importanza globale. Speriamo che con le lezioni online ritornerà nell’altro programma spagnolo che abbiamo recensito.