Noi di VMAG abbiamo avuto il piacere e l’onore di fare due chiacchiere con gli autori e sviluppatori di un gioco molto conosciuto sul suolo italiano e internazionale. Nato proprio nella nostra nazione, Extremelot ha dato vita ad una vera e propria famiglia, oltre che community, permettendo a numerose persone di conoscersi, scoprirsi e fare amicizia all’interno del sito. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando di una piattaforma di gioco online su modello GDR dove, tramite la sezione dedicata al vostro personaggio, potrete crearne uno con statistiche, razze e segni particolari unici. Proprio come in Dungeons & Dragons, il role play sarà il fulcro delle vostre partite a tema fantasy medievale. Le vostre avventure si evolveranno tramite la chat di gruppo che vi permetterà di ampliare gli orizzonti, divertirvi e conoscere nuovi compagni. Visto in questo modo potreste pensare che ormai ci sono moltissimi siti simili, ma è dal 1998 che questo titolo continua a creare storie avvincenti ed a permettere emozionanti incontri. Quindi, se prima non lo conoscevate ed ora vi intriga, siamo lieti di accompagnarvi in quest’intervista, dove vi potrete fare un’idea generale del gioco e, magari, appassionarvi e decidere di provarlo (anche perché è completamente gratuito!).
La socializzazione ed il divertimento sono le parti fondamentali di Extremelot. Come si legano a queste iniziative pro-socializzazione online e come è nata l’idea?
In un momento come questo, dove siamo costretti in casa, dobbiamo trovare un modo per impiegare il nostro tempo libero. Extremelot nasce come aggregatore di persone, anzi è stato il primo a sfondo fantasy. All’interno della piattaforma, il giocatore ha una serie di strumenti per socializzare. Ancora prima che nascesse Facebook e gli altri social media, da noi già si aprivano gli orizzonti verso un mondo basato principalmente sulla comunicazione. Extremelot è una piattaforma utilissima per l’interazione sociale.
Come siete riusciti a mantenere una longevità di oltre vent’anni?
La ricetta vincente è sempre stata quella della creatività, della costante innovazione e introduzione di elementi di gioco, che hanno costituito un punto di riferimento ed emulazione da tutte le altre piattaforme Play by Chat che si sono susseguite nel tempo.
Ci piace pensare che Extremelot sia un parco divertimenti, che consente di trovare la propria “giostra” preferita, così da soddisfare qualsiasi tipo di palato. In particolare, ultimamente abbiamo aggiunto le “Missioni”, una serie di attività definite con le quali interagire e confrontarsi, al completamento delle quali si ottengono punti o badge di riconoscimento. Queste si dividono in due tipi: missioni operative, dove è necessario compiere delle azioni (come catturare pesci in un determinato punto della mappa o cacciare animali nei boschi ecc…) ; e quelle definite “del Fato” che si suddividono in una serie di avventure ideate da degli animatori del gioco, che sviluppano una storia in più puntate. Extremelot ha, inoltre, una propria struttura politico-economica ben definita e, tramite altri micro-giochi, si hanno ulteriori modi per ricevere punti da poter poi spendere nel Bazar, per comprare gadget, potenziamenti e tanto altro.
Quali sono i canali che state maggiormente utilizzando per parlare di questa iniziativa e che riscontri state ricevendo?
Abbiamo cominciato nel 2017 a riaprire le porte di Extremelot. Avevamo in mente un progetto di trasformazione del sito che lo cambiasse senza obbligarci a doverlo chiudere. E, proprio in quel periodo, ci legammo a VLG, grazie alla quale abbiamo avuto un rilancio della communty e dei social. Questi canali si accostano bene al nostro modo di comunicare. Per avvicinarci di più agli utenti, per ascoltarli e capire i loro interessi. È anche vero che, spontaneamente, erano già nate pagine e gruppi su Facebook che contribuivano a far conoscere il gioco e far ritrovare vecchi e nuovi giocatori. Tramite la il gruppo facebook denominato Bettola del Guercio abbiamo promosso la voce ufficiale per tutte le novità e aggiunte in-game. Abbiamo, inoltre, un account Twitter, che usiamo per condividere tutte le nostre novità, come è accaduto per il lancio del gioco da tavolo lo scorso anno.
Nel 2017 era stata annunciata la chiusura di Extremelot, seguita da un cambio di rotta che, ancora oggi, permette a molti appassionati di continuare a giocare. Guardando i risultati ottenuti negli ultimi anni, anche da quest’ultima iniziativa, cambiereste qualcosa?
No, in realtà no. Crediamo di aver intrapreso la strada giusta, cioè quella di legarci ad un partner in grado di permetterci di dedicarci unicamente a nuove idee ed innovazione, che gli utenti stessi possono chiederci. Tutto il mondo di Extremelot è sempre stato un grosso consumatore di energie per noi. La nostra politica è sempre stata, tuttavia, quella di consentirne la fruizione gratuita e pertanto la partnership commerciale con VLG ha permesso strutturare la piattaforma per il suo rilancio evitandone la chiusura.
Come si sta comportando la community in questo periodo? Il numero di utenza è aumentato in questi giorni?
Sì, abbiamo avuto un picco in questo periodo, dato soprattutto da ex giocatori che ci chiedono di recuperare i loro dati e personaggi, creati anche svariati anni prima. Questo consente a molte persone di ricominciare a giocare, interagire e ritrovare vecchi amici, insomma di sentirsi in qualche modo a casa. Un aspetto molto particolare della community è proprio questo: 20 anni sono davvero tanti. Il che vuol dire che durante tutto questo periodo sono nate amicizie, amori e anche matrimoni tra giocatori nella vita reale. Spesso anche i figli nati da queste unioni sono diventati membri della community. Questo tipo di interazione è davvero unica. L’impatto umano è davvero qualcosa di particolare che si lega in maniera indissolubile alla caratteristica di longevità della piattaforma.
Sappiamo che da meno di un anno è uscito il vostro gioco da tavolo e come distributore avete VLG Publishing. Come è nata questa collaborazione?
Questa idea del gioco da tavolo l’avevamo già da diversi anni. C’è da ammettere che è un’attività in controtendenza poiché, nonostante altri titoli si trasformino poi in piattaforme virtuali, la nostra è passata dal digitale al cartaceo. Il vantaggio di farlo è quello di attirare nuovi e vecchi giocatori: chi non conosce Extremelot lo approccerà grazie alle tematiche classiche dei role play fantasy, mentre i nostri utenti ritroveranno l’ambiente di gioco ormai divenuto familiare, con luoghi, storia e personaggi già incontrati online. C’è di più, abbiamo cercato di creare uno strumento per legare la piattaforma digitale a quella cartacea. È, quindi, possibile stampare una scheda con tutte le statistiche del proprio alter-ego ed usarla nel gioco da tavolo. Una vera e propria trasposizione che permette di non dover ripartire da zero, ma di usare nel gioco da tavolo il proprio personaggio a cui si è da sempre legati nella community.
Domanda bonus per curiosità – Sappiamo che questa è una domanda a cui ormai tutti dovrebbero saper rispondere, ma per i più giovani, che magari non conoscono ancora Extremelot, chiediamo: da dove proviene questo nome?
In realtà è molto semplice come storia e idea. Tutto è partito a fine anni ’90. Avevamo ideato e gestito per Telecom Italia Network, una rivista di videogiochi interamente online, proprio mentre internet iniziava a diffondersi. C’era, quindi, molta richiesta di contenuti. La tenemmo attiva per un paio di anni, pubblicando recensioni, trucchi e soluzioni su come giocare al meglio i titoli del momento. La rivista in questione si chiamava Extreme, ed il suo slogan era “Oltre il limite dei videogiochi, ai confini della fantasia“. Mentre ci stavamo ancora lavorando, decidemmo di sviluppare dei sistemi per interagire con l’utenza, tra cui, cosa all’epoca innovativa, una chat che permetteva di discutere e parlare di videogiochi. Successivamente, basandosi su questa esperienza, per giocare a distanza tra amici appassionati di RPG da tavolo, sviluppiamo la prima versione della piattaforma che, ricordando un il mondo fantasy medievale e le leggende di Re Artù e Camelot, venne chiamata “Extremelot” unendo le due parole “Extreme” e “Camelot”.
Ringraziamo ancora una volta i due fondatori, il Conte Erik e il Conte Petrus, che ci hanno permesso di dar vita a questa intervista. Speriamo che queste domande abbiano potuto intrigarvi abbastanza da voler provare Extremelot. Soprattutto in un momento come questo, dove non possiamo né muoverci né abbracciarci, conoscere nuovi amici e svagarsi con avventure a tema fantasy ci sembra un buon modo per passare il tempo e divertirsi.