Bleeding Edge Recensione: quello che (non) ci aspettavamo

Bleeding Edge Recensione | Bleeding Edge è l’ultimo titolo sviluppato da Ninja Theory in collaborazione con Microsoft Studios, sviluppato con Unreal Engine. L’opera ha visto il suo debutto il 24 marzo sulla console Xbox One e la piattaforma digitale Steam. La premessa competitiva di questo 4 vs 4 “melee only” – come l’hanno decantato i creatori – ma che unicamente melee non è. Inoltre, punta molto al gioco di squadra. Infatti, non ci sarà alcun tutorial che non ci ripeterà questa fatidica frase: senza i nostri compagni, non potremo vincere nessuna battaglia. Certamente, è un buon punto di inizio per un videogioco formato team, dove questi ultimi sono divisi in classi, che sono composte dai classici ruoli: DPS, tank, curatore e flank (colui che ha il ruolo di infiltrarsi dietro le linee avversarie). Noi di VMAG avevamo alte aspettative per questo prodotto, fin troppe magari, conseguentemente non abbiamo potuto fare altro che notare le pecche che presenta l’aspirante Esports. La premessa narrativa è molto semplice: nel mondo imperversa l’acquisto illegale di parti cibernetiche in grado di modificare il corpo delle persone, da qui i protagonisti delle nostre battaglie inizieranno a implementare su di essi modifiche di carattere bellico per fiondarsi nei loro duelli. Adesso, non ci resta altro che buttarci noi stessi nella mischia ed iniziare questa recensione!

Come è possibile notare dal trailer di lancio, i personaggi del mondo di gioco sono ben disegnati, infatti potremo carpire le loro personalità e ruolo solamente dandogli un’occhiata. Tutti hanno un carattere diverso, il quale rispecchia le loro abilità in-game (anche se in realtà hanno tutti la capacità di essere pacchiani). Il resto del comparto artistico è eccelso, ragion per cui riesce a rendere unica l’opera fin dai primi momenti passati davanti al menu principale, segue uno stile cartoonesco che ricorda titoli molto simili, sia nell’artwork che nelle funzionalità generali di gioco. Sì, stiamo parlando di Overwatch Paladins, non a caso diversi eroi sono stati chiaramente ispirati a quelli presenti in questi ultimi. Tuttavia, abbiamo particolarmente gradito la musica, incalzante e adrenalinica, adattissima per lo spirito di Bleeding Edge, o forse no, ma passeremo più tardi a parlare del gameplay. Per quanto concerne l’acclamatissimo concetto del teamwork, effettivamente non è possibile vincere nessuna sfida senza l’ausilio dei vostri commilitoni, seppure certe volte nemmeno il loro supporto potrà bastare. Il sistema di comandi è discutibile per gamepad, ma alquanto decente se utilizzate un mouse ed una tastiera. Paradossalmente, ci viene invece consigliato il contrario. La periferica per console rende chiaramente i movimenti più lenti e macchinosi, a vantaggio di una, seppur minima, padronanza dei controlli maggiore, dal canto suo, l’hardware per computer, una volta abituatosi, è innegabilmente più devastante, visto che vi rende molto più veloci negli spostamenti e nell’utilizzo delle vostre mosse. Concludendo la panoramica tecnica, non riusciamo a capire come sia possibile che la creazione di Ninja Theory, anche con dettagli medi (abbiamo provato il gioco su computer), scattava ed arrivava a malapena a 150 FPS, mentre con DOOM Eternal riusciamo tranquillamente ad ottenere la stessa resa di fotogrammi al secondo, ma con dettagli alti/ultra. Eppure, è piuttosto chiaro come il “melee” game non punti all’eccellenza grafica già dal suo input fumettistico.

 

Bleeding Edge presenta una buona caratterizzazione artistica e sonora, ma il suo comparto tecnico pecca in diversi ambiti

 

Finalmente passiamo all’aspetto in gioco, e qui abbiamo molto da ridire. Avrete sicuramente notato come la parola “melee” sia sempre stata sottolineata, in maniera decisamente ironica, La motivazione di ciò deriva dal fatto che in realtà Bleeding Edge NON è un titolo corpo a corpo, infatti, diversi eroi saranno dotati di attacchi dalla distanza. Il bello arriva quando questi ultimi sono anche molto forti, rispetto alla controparte ravvicinata: non a caso, abbiamo notato come siano svantaggiati gli eroi che dovranno per forza approcciare questi ultimi per danneggiarli, e nel processo verranno demoliti. Ad esempio, provando Daemon, il ninja che ha come focus primario i supporti, i quali si suppone che dovranno essere annientati da un flanker. Sbagliato. A quanto pare, in questo titolo i curatori saranno in grado di tenere testa 1vs1 anche i loro assalitori e, molto spesso, riusciranno ad ucciderli. Ciò accade perché alcuni di essi sono muniti di arma da fuoco e, allo stesso tempo, di una skill che gli permette di mantenere le distanze, ragion per cui, una volta perso il contatto con loro sarà impossibile riprenderli senza essere abbattuti. I tank, invece, sono una piaga malefica in quest’opera, ma davvero. Sono letteralmente indistruttibili, soprattutto se aiutati da alcuni healer che non conoscono la definizione della parola “bilanciamento”, riuscendo a rigenerargli circa 1/4 della salute con uno schiocco di dita. Per non far mancare nulla, gli scudi delle battaglie sono anche muniti di attacchi che infliggono quantità ingenti di danno. A questo punto vi starete domandando a cosa servono i DPS, beh… ottima domanda. Sicuramente i suddetti dispongono di offensive che causano più pericolo, ma a che servono contro un team formato da 2 tank 2 curatori (oddio ho appena creato un abominio)? Assolutamente a niente. Non a caso, gli scontri di questo videogioco che punta all’Esports sono pesantemente sbilanciati verso la parte che sceglie di giocare con il numero maggiore di pesanti e aiutanti difensivi. Ritornando alla classe a cui appartiene il nostro cyber-oni, ovviamente anche loro prendono colpi molto duri e sono costretti a ritirarsi. In breve, Bleeding Edge ha seri problemi di bilanciamento all’interno del proprio roster, una mancanza inconcepibile per un’aspirante fruizione competitiva.

Insomma, noi di VMAG ci aspettavamo un titolo che avrebbe ribaltato la situazione degli sport elettronici proprio grazie al genio dei ragazzi di Ninja Theory, ma la loro inesperienza nell’ambito si è fatta particolarmente sentire. Nonostante il lavoro artistico sia stato svolto in maniera eccelsa, grazie alle stupende caratterizzazioni dei personaggi e delle musiche coinvolgenti, Bleeding Edge mostra al pubblico le sue debolezze proprio nel gameplay, dove lo sbilanciamento e la poca cura nella gestione delle meccaniche delle abilità di ogni eroe la fanno da padrone. Seppure sia vero che il lavoro di squadra è un elemento essenziale per ottenere la vittoria, in questo stato ci sono ben poche cose che voi ed i vostri compagni riuscirete ad avere contro determinati combattenti. Speriamo in future patch correttive che riescano a stabilire un equilibrio all’interno del meta di gioco che, apparentemente, è già chiaro.