Stela Recensione PC

Stela Recensione | Intraprendere un nuovo viaggio alla scoperta di mete inedite, è una scelta nobile e coraggiosa. Infatti, come ci viene insegnato da anni dai videogiochi, spesso e volentieri è grazie allo spirito d’avventura se possiamo riscoprirci, evolverci o anche regredire. Spesso si parte con un’ idea chiara sul da farsi, ma ciò non assicura l’arrivo alla destinazione desiderata. Durante il tragitto potrebbero sorgere numerose difficoltà, che intralceranno il percorso in modo più o meno ostico. Ed è proprio in queste circostanze che dobbiamo cercare di mantenere la calma, nervi saldi e sangue freddo, per trovare la soluzione migliore e alla svelta. L’ingegno è una delle armi primarie da usare, accompagnato da una buona dose di fortuna e istinto di sopravvivenza. Ma quando si è soli e senza un apparente obiettivo da completare, rimanere lucidi potrebbe rivelarsi più complesso del previsto. Stavolta è il caso di Stela, ultima fatica di Skybox Labs, uno degli studi partecipi allo sviluppo di Halo Infinite. Il titolo ci mette difronte ad uno dei viaggi più complessi e cupi del panorama Indie. Siete pronti a raggiungere “la fine del mondo”?

Tempi e luoghi sono indefiniti. Mentre ci si appresta ad interrogarsi su dove ci si possa trovare, d’un tratto ecco che si materializza dinanzi a noi una figura. Questa è una ragazza senza volto né identità. L’ambientazione circostante sembra essere molto antica ma, nonostante l’aspetto secolare, riesce ancora a garantire un tetto sicuro alla misteriosa presenza. D’ora in avanti sarà tutto in salita per il giocatore, che dovrà mettersi comodo e cercare di mantenere la calma, anche se non sarà facile. Una volta abbandonato il “porto sicuro”, è possibile entrare nel vivo del gameplay, senza poter contare su un minimo di anticipazione della storia o un elenco con i vari punti da completare. Tutto attorno a noi sembra non voler essere disturbato. Il cielo cupo e senza carattere, illumina a malapena quello che un tempo doveva essere un campo ricco di vegetazione e vita. Procediamo per il nostro sentiero ed ecco che ci troviamo al cospetto del primo puzzle da superare. Gli enigmi saranno il punto cardine di questo racconto, sebbene siano pochi. Da sottolineare la presenza di alcuni davvero geniali e ben costruiti, che riescono ad arricchire l’esperienza di gioco in modo creativo. D’altro canto le meccaniche tenderanno a ripetersi, senza però annoiare il videogiocatore, che sarà rapito dallo splendido comparto artistico e sonoro. Per muovervi all’interno dei livelli, bisognerà fare uso della tastiera, basandosi sulla combinazione motoria WASD, il tasto F per interagire con gli oggetti e SPACE per il salto. Ah, non preoccupatevi, i Joystick esterni sono supportati!

 

Il mondo e il tempo, come la protagonista, sono privi d’identità.

 

Il mondo di gioco è caratterizzato da un’artisticità unica. Tutto ciò che vuole trasmetterci è solitudine e abbandono, servendosi di un design stilizzato ma vincente, che riesce a far breccia nella psiche del giocatore. Lo scenario risulta essere estremamente cupo ed oscuro, perfetto per celare misteri e creature assetate di sangue. Queste faranno di tutto per cibarsi del nostro corpo e per proteggere oggetti mistici, che spezzano di colpo il clima di terrore in cui ci troviamo, con una potente aura blu. Questi possono essere definiti come i collezionabili di gioco. Non sarà facile trovarli e, spesso e volentieri, risulterà necessario andare avanti e indietro per la mappa, con il fine di ottenerli tutti. Ciò pretende una grande forza di volontà e voglia di sfida. Ma non temete, l’affascinante quanto temibile atmosfera vi darà la giusta scarica di adrenalina per farvi continuare, imperterriti, ad andare avanti. Con lo scorrere dei minuti, risulterà facile confondere questo titolo con una piccola tela di un artista del Romanticismo. Colori morti, sfumati da una fievole nebbia che protegge mostri a noi ostili, danno tutta l’impressione di star assistendo ad un Turner più che ad un videogioco. O ancora, potremmo osare fare un paragone con l’eccentrico stile di Tim Burton, che con le sue opere fantasy/horror è riuscito a coniare un nuovo modo di vedere la realtà. E se una tetra fattoria abbandonata o una spettrale foresta non riusciranno ad intimorirvi, ci penserà uno dei comparti sonori più funzionanti del genere Indie.

Alcuni scorci saranno indimenticabili.

Fidatevi, le numerose tracce musicali che caratterizzano Stela vi faranno venire i brividi. Riescono a descrivere perfettamente la situazione che si sta vivendo, aumentando esponenzialmente il fattore ansiogeno. I più attenti potranno attribuire i suoni e le musiche ad opere sci- fi cinematografiche o a pellicole horror di spessore, anche se la qualità dell’audio non è ottima. Il tutto sembra un meccanismo perfetto e ben oliato per evitare di compromettere il legame visivo e sentimentale, che riesce a crearsi sin dai primi istanti. Nonostante la cura nei dettagli e nell’aspetto del game design generale, alcuni problemi tecnici potrebbero seriamente rovinare l’avventura. Raramente infatti, si dovrà ricorrere a metodi scomodi e non molto piacevoli, come il rinvio della partita tramite la schermata di pausa. Con la progressione di capitolo in capitolo, la viscerale ambientazione che tanto è stato esaltata in precedenza, andrà a perdersi del tutto, assumendo di colpo un altro aspetto. Sebbene continui ad essere ostile e pericoloso, la percezione che si ha ad un certo punto non è più distorta e onirica, ma reale e poco carismatica. Per non parlare della fase finale, che stravolge brutalmente il concept originale del titolo. Da un lato traspare la volontà degli sviluppatori di accontentare ogni genere di pubblico, con i più disparati “biomi”, ma dall’altro si ha un serio problema di identità.

 

Il concept originale del titolo viene stravolto, disorientando il giocatore.

 

Una cosa è certa. Per tutti quelli che si definiscono dei veri completisti, sarà davvero interessante e divertente ottenere i diversi achievement. Infatti, al termine di ogni impresa rischiosa… molto rischiosa, il gioco tenderà ad allentare la tensione con battutine e modi di dire, attraverso gli stessi ambiti trofei. La caccia al raggiungimento degli obiettivi vi porterà a fare chiarezza sul complesso mondo di gioco. Ogni collezionabile raccolto vi racconterà un frammento della storia. Ognuno di questi sarà visibile tridimensionalmente dall’apposita sezione Galleria, che risiede nel menù principale. Ma fate attenzione, anche qui potrebbero verificarsi crush improvvisi, costringendovi all’uso della famigerata combinazione Control – Alt – Canc! Il fatto che la storia non sia accessibile a tutti potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma è un incentivo per giocarlo più volte, visto che può essere goduto benissimo tutto d’un fiato in meno di 3 ore. In definitiva, Stela è uno di quei titoli che rimandano al passato, riportando alla mente capolavori dell’universo Indie come Limbo o Inside. Dunque, noi della redazione consigliamo vivamente questa piccola avventura, soprattutto a chi è interessato al genere fantasy/avventuriero. Un’ultima raccomandazione: indossate le cuffie e spegnete le luci!