Monos – Un gioco da ragazzi Recensione

Monos – Un gioco da ragazzi Recensione | Tra le incontaminate montagne dell’America Latina, risiede un segreto. Solo e dimenticato dal resto del mondo, è costretto a sopravvivere tra angosce e paranoie di ragazzi e ragazze che si occupano di custodirlo al meglio. Questo mistero è parte di loro, li tiene in vita, ma allo stesso tempo è sinonimo di morte. Territori desolati, immersi tra le corpose nuvole della Colombia, mascherano una dura realtà, che ancora oggi riesce a farsi spazio tra le sofferenze e le pene di uomini, che sono pronti a tutto pur di tenersi aggrappati alla propria vita. Questo non è l’incipit di un racconto lovecraftiano, né tantomeno la sinossi di un romanzo giallo. Stiamo parlando di un pugno dritto allo stomaco, che senza darci il tempo per difenderci, ci colpisce, facendoci inginocchiare davanti ad un sistema fitto e logorante: quello della criminalità organizzata; quello di Monos.

Sin dal primo istante, lo spettatore viene spinto senza remore all’interno di una contesto surreale. Un gruppo di otto ragazzi ci darà il benvenuto in quello che sembra l’incubo di chi ha visto un film horror prima di andare a letto. Estenuante e priva di identità, l’ambientazione proposta risulta scomoda e sterile, viaggiando di pari passo con i protagonisti di questa avventura che difficilmente riuscirete a dimenticare. Otto figure umane, distinte tra loro per sesso, carattere e gradi sociali. Non sono degli avventurieri che hanno deciso di sostare per qualche giorno immersi nella natura. Sono soldati, membri di un’organizzazione bellica che li tiene sotto scacco grazie a minacce velate e promesse che difficilmente saranno mantenute. Questi non hanno un profilo ben delineato, né una ragione per cui continuare a compiere determinate azioni. Sono confusi, ipnotizzati da una fonte inesauribile e carismatica che non viene mostrata, ma che si percepisce nell’aria. Qualcuno li tiene sott’occhio continuamente e sì, lo spettatore è uno di questi.

 

I protagonisti non sono soli, qualcuno è lì che li osserva, ininterrottamente.

 

Persi in un mondo che ingloba le giovani speranze in circoli malavitosi, questi personaggi sono sconosciuti a loro stessi. Il modo in cui parlano, si comportano e si approcciano al prossimo, è chiaramente condizionato da una mente superiore che è riuscita a plagiarli in modo così meschino, da poter manipolare il loro pensiero e usare i loro corpi come armi contro altri uomini. E se la loro forza fisica contribuisce al mantenimento dell’organizzazione, i loro sentimenti vanno ad ostacolare quegli ideali che, secondo loro, sono la strada giusta da seguire. Non sarà così per tutti però. C’è chi riuscirà ad accorgersi della trappola in tempo o chi ci entrerà di proposito, cambiando per sempre il destino della sua vita. Il battito cardiaco aumenta e l’attesa diventa estenuante. Gli ambienti sconfinati e onirici, seppur presentandosi all’occhio umano molto vasti, l’inconscio li avvertirà in senso contrario. La sensazione costante di star soffocando, cesserà di esserci solamente quando calerà la notte. Un accogliente falò renderà più calda e meno sinistra l’intera scena, facendo tirare un sospiro di sollievo non solo allo spettatore, ma anche ai giovani militanti. Ma non sempre l’oscurità porta consiglio, manifestandosi, con il tempo, come un’arma a doppio taglio. Infatti, non tutti i chiari di luna si presenteranno in modo favorevole, privando così i ragazzi di quei rari momenti di serenità di cui, apparentemente, hanno bisogno.

Sebbene molto giovani, i militanti possiedono diverse abilità mortali.

Dalla vetta più alta del Sud America fino alla foresta pluviale, i ragazzi andranno incontro a diversi cambiamenti, fisici e psicologici, che porteranno ad evidenziare, più o meno, il loro stato mentale. La sensazione di malessere continua a sovrastare su ogni altro aspetto, marcata anche grazie allo splendido comparto sonoro, che riesce a descrivere nel modo migliore, una delle storie più crude ed incredibili degli ultimi anni. Ciò che viene visto o sentito lascerà sempre perplessi. Tale condizione, porterà lo spettatore a convincersi di star assistendo ad uno spettacolo onirico, proprio come se fosse proiettato all’interno di un sogno. Questo infinito viaggio onirico è composto da suoni intensi, aggressivi e decisi. E se gli occhi non riuscissero a farci entrare nel giusto mood, le estenuanti tracce musicali non lasceranno scampo a nessuno. Ricche di significato, vanno a decorare quella che potrebbe essere definita come una delle migliori fotografie del cinema moderno.

 

Ogni personaggio andrà incontro a diversi cambiamenti, sebbene in modo velato.

 

Prestigiosa e affascinante, la fotografia varia da malinconiche montagne, fino ad arrivare alla calda e secca foresta colombiana. Entrambi i territori sono insidiosi e perfetti nascondigli per le più disparate razze animali, pronte a mettere a dura prova la sopravvivenza di un essere umano. In queste circostanze resistere non è per nulla semplice e solo i più testardi riusciranno a cavarsela. Ma tra cascate e paradisi terrestri, anche i più deboli potranno trovare riparo, senza considerare però le pericolose notti che tormenteranno i nostri personaggi. Al calar delle tenebre, tutto cambierà, mostrando ancora una volta una fotografia spettrale per quanto vincente. Una piccola opera d’arte. D’altronde, si avvicina molto al modo in cui il cast ha fatto suo ogni ruolo. Basandosi su un team esterno dal mondo del cinema, la pellicola è riuscita comunque a raggiungere un livello di recitazione molto alto, potendo fare tranquillamente da scuola a molti altri titoli blockbusters. Lo stesso non può essere detto per la sceneggiatura, che è stata volutamente tenuta nascosta, per dare una possibilità in più allo spettatore, di fantasticare e di farsi un’idea propria sulla trama.

Solo i più scaltri riusciranno a resistere in questo mondo spietato.

In definitiva, Monos – Un gioco da ragazzi è un opera che spezza il classico filo logico dei film, mettendo alle strette il pubblico, all’interno di un contesto che non viene spiegato o almeno solo in parte. Potendola considerare come una geniale uscita all’interno di un mondo dove siamo abituati a ricevere informazioni e dettagli di continuo, questa produzione non verrà apprezzata da tutti. Non solo per la trama assente, narrata attraverso metodi di contorno, ma anche per il suo stravagante modo di raccontare ciò che accade inspiegabilmente ad un gruppo di superstiti, più che a dei normali soldati. Accattivante e senza mezzi termini, il regista ha voluto rappresentare in modo innovativo ed esaltante, una brutta realtà che, sebbene venga bersagliata di continuo da organizzazioni e autorità di tutto il mondo, è forte e ben radicata nel suolo colombiano.

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