Onward – Oltre la magia Recensione | In un mondo in cui la tecnologia ha preso il sopravvento, l’umanità sta perdendo sempre di più le abilità , ma soprattutto la voglia, di cimentarsi in qualcosa di creativo e magico. Ed è proprio di magia che si sta parlando. Onward, l’ultimo gioiellino firmato Pixar, ci fa notare quanto sia importante ricordare i tempi antichi, senza far scomparire le tipiche tradizioni che hanno formato il genere umano, o meglio, fantastico! Questo attaccamento alle origini, sia chiaro, non è dato dal desiderio di tornare sui propri passi, rinnegando il progresso, bensì dal bisogno che abbiamo tutti di riappropriarci dei nostri sentimenti e delle nostre sensazioni più primitive. Così facendo, potremmo di nuovo iniziare a pensare alle cose che contano davvero, come l’amicizia, l’amore o la fratellanza. Anche questa volta, Disney ha centrato in pieno il suo obiettivo: fare breccia nei cuori e nelle menti delle persone. Stravagante e sopra le righe, Onward è l’ennesimo frutto di un lavoro durato anni, per la precisione sei, che ha portato ad un opera ricca di significati, intuibili grazie ad una miriade di chiavi di lettura fornite dalla trama.
Semplice e divertente, ma allo stesso tempo sensibile e significativa, la storia di Onward si presenta sin da subito come una critica alla società . Dall’alba dei tempi antichi, quando ancora regnavano risonanti imperi ed intrepidi stregoni, la razza fantasy ha sempre cercato di trovare alcune scorciatoie, per semplificare l’uso delle arti magiche a chi non aveva le abilità per padroneggiarle. Con lo scorrere dei secoli, sempre più maghi hanno appeso la “bacchetta al chiodo” e hanno concesso, tristemente, l’avvento della tecnologia nelle proprie vite. A cosa servono incantesimi e complesse formule magiche se si ha praticamente tutto e subito grazie al progresso? Perdendo così le fiabesche abitudini, non solo la popolazione dell’intero globo è diventata più pigra, ma ha smarrito anche la propria vocazione all’occultismo, impoverendo così la forza d’animo. Scattanti automobili, smartphone e giochi da tavolo, hanno rimpiazzato, una volta per tutte, la genuinità dell’uomo. Ma forse, non è detta l’ultima parola…
Le arti magiche si sono estinte come le tradizioni dell’uomo.Â
Vivace e colorato, questo film d’animazione è destinato a lasciare il segno. Colmo di significati, ci proietta in un’epoca che potrebbe risultare, ai più nostalgici, come povera e senza identità . Chi di noi è rimasto di più ai tempi classici, quando ancora si inviano lettere d’amore, scritte con inchiostro e passione, apprezzerà di sicuro il messaggio del regista. È fondamentale per il genere umano ritornare alle vecchie abitudini, iniziando a preoccuparsi degli elementi che contano davvero nella vita. Non limitiamoci a ciò che riusciamo a vedere con i nostri occhi. Iniziamo a riutilizzare tutti e cinque i sensi per rapportarci con un mondo che, sempre più velocemente, sta cercando di escluderci dal suo territorio. Rivolgiamoci più spesso e con affetto a chi davvero ci vuole bene e chi ci supporta indipendentemente da ciò che siamo. Non buttiamo al vento quelle abitudini che ci hanno formato e contraddistinto da millenni e in particolar modo, non dimentichiamoci della nostra storia, di chi eravamo e di chi potremmo essere davvero.
In un sistema in cui ognuno di noi tende a sintonizzarsi su uno schema preimpostato, trovare la propria dimensione potrebbe risultare davvero faticoso, a maggior ragione se si tratta di un elfo blu adolescente, timido e insicuro. Ian è il nome del nostro protagonista che, insieme a suo fratello maggiore Barley, tenteranno l’emozionante impresa di ritrovarsi con il proprio padre, per rivivere una giornata insieme a lui. La sfida però, si presenterà molto più difficile del previsto e per completarla il dinamico duo dovrà vedersela con il regno animale. Tra simpatici siparietti ed esilaranti battute, la pellicola scorre velocemente, regalando quasi ad ogni scena una lezione di vita o un prezioso consiglio da custodire come se non ce ne fossero altri. Donando perle di saggezza e allegre risate, sa essere leggera e morbida per un pubblico più piccolo e intensa e vigorosa per quella fetta di utenza in grado di rapportarsi con le dinamiche e le problematiche riportate dai disegnatori Pixar, maestri senza tempo nel creare sogni.
Gli imprevisti della vita metteranno a dura prova il giovane Ian.
Con un impatto grafico e artistico che fa brillare le pupille, la qualità raggiunta e la perfezione tecnica che compone l’opera, lasciano intendere quanta passione ci mettano i creatori nel produrre film d’animazione. Questo è l’esempio lampante che la tecnologia sa essere anche una risorsa positiva, ed infatti il livello di classe ottenuto negli ultimi anni è a dir poco spiazzante. Con una cura maniacale nei dettagli e nella realizzazione degli ambienti circostanti, tutto ciò che si riesce ad osservare sembra avere vita propria. Scenari, personaggi secondari e perfino le piante che arricchiscono un giardino risultano reali e perfettamente in sintonia con la trama che si sta seguendo. E mentre possiamo ammirare splendidi unicorni, che rovistano all’interno di sacchi della spazzatura… la pulsante realtà si accentua attraverso un comparto sonoro degno di nota, cullando un pubblico con la pelle d’oca con continui sentimenti contrastanti. Questa equazione perfetta, porta inconsapevolmente a ridere e ad emozionarsi come se non ci fosse un domani, invitandoci a porci degli interrogativi spesso scomodi da considerare.
Basandosi sulla vita di Ian, gli sceneggiatori hanno presentato nella maniera più dolce e produttiva possibile, le varie problematiche che possono incidere sulla crescita di un adolescente. Insicurezza, paura e sindrome d’abbandono, sono solo alcuni degli esempi delle preoccupazioni che tormentano le menti dei giovani e non solo. Lo scopo dell’opera si basa ancora una volta alla valorizzazione dei rapporti sociali e in questo caso, familiari. La fortuna di possedere dei cari che ci supportano in tutto, scortandoci sul tortuoso sentiero che è la vita, non tutti hanno il lusso di possederla. Per questo è importante che ognuno di noi inizi a guardarsi intorno, così da accorgersi che una soluzione c’è sempre. La nostra missione è quella di recuperare la magia che c’è in ogni uomo e donna, così da superare ogni nostro ostacolo. Toccante e reale sotto ogni punto di vista, il regista ha voluto rappresentare il più fedelmente possibile la società di oggi, dando spazio alle diverse etnie e generi che la compongono. Pian piano, si stanno compiendo piccoli passi verso la realizzazione di personaggi omosessuali, così da mettere al corrente, anche i più piccoli, che la diversità di genere non è altro che un punto di forza per l’epoca in cui viviamo. Tali dettagli, che si dimostrano futili e fini a loro stessi, non devono in alcun modo condizionare l’idea o il pensiero che si ha nei confronti del prossimo e Pixar sa benissimo come lanciare il messaggio. In conclusione, Onward è la pellicola di cui abbiamo bisogno. Nella vita di tutti i giorni, riuscire a rialzarsi dopo tante difficoltà non è semplice e un piccolo aiuto può fare davvero la differenza. E stavolta, Disney ha saputo davvero come non farci arrendere, dandoci una forte scossa e ricordandoci che in fondo, tutti noi possiamo tranquillamente arrivare “Oltre la magia”.