Cat Quest 2 Recensione | Nella cantina degli RPG che hanno dovuto sgomitare per ritagliarsi la propria utenza, non è mancato il caso di piccoli gioielli del calibro di Cat Quest. L’opera, vestita in un comodo abito di pucciosità e gameplay genuino, adatto anche ai neofiti, ha portato una dolce brezza di novità nel settore di appartenenza. I singaporiani componenti di Gentlebros hanno lambito il successo con il primo capitolo, conquistando un grande bacino d’utenza, complice la grafica accattivante e – guardate un po’ – i gatti. I batuffoli piacciano a tutti, poi se hanno l’armatura anche meglio, no? Il prezzo esiguo del titolo ne ha aiutato inoltre la diffusione, e si è distinto per essere un appassionato templietto di ilarità ludica e tante, tante buffe caricature del mondo ruolisto come lo conosciamo. Si ripone così, dopo diversi anni, un secondo capitolo che mira a scongiurare le limitazioni tecniche del predecessore: cosa è stato rimodernizzato?
Ai confini di quello che amo definire un verso e proprio miaoverso in Cat Quest 2, nasce timidamente l’alba di due adorabili leggende. La talvolta disarmante semplicità narrativa dell’opera lascia solo spazio ad una vampata di eroismo e un’odissea alquanto reale. L’odissea dei due protagonisti si può assimilare ad un’aggrovigliata ascesa al potere, che vi permetterà di delineare il casus belli che ha permesso a dei despoti ed usurpatori di soffiare il trono ai nostri beniamini. Un’intelaiatura narrativa di poco conto, ma gradevole e dall’accattivante eco cavalleresco. Purtroppo la genuinità alla lunga sfocia in superficialità, scorgendo un’apodittica banalità narrativa. Non bisogna però farne una croce: il team singaporiano ha riposto la sua fiducia e amore in altri comparti, esteticamente singolari. Dall’altro canto il miaoverso rappresentato è oltremodo stimolante e variopinto, lasciando all’utente il piacere di spulciare tutti i nostri pelosi eroi. La cura degli elementi ruolistici sopperisce ad una negligente gestione del contiuum psicologico ed empatico dei personaggi, i quali, sebbene iconici e senza dubbio adorabili, dimostrano in rare occasioni il pathos che ci saremmo aspettati da un prodotto del genere, ed è un peccato.
Il cuore di Cat Quest 2 rimane a tutti gli effetti l’allegro core ruolistico, che emerge per semplicità e brillantezza. L’opera non è mai arida e noiosa, e di questo ne siamo grati. La gran parte del successo è condizionata da uno squisito utilizzo della animazioni, ora perfettamente fluide e tecnicamente graziose, merito di un onirico comparto grafico che confeziona il tutto con il marchio indistinguibile di Gentlebros. Gli stessi elementi di personalizzazione sono stati curati nel dettaglio e largamente rivisitati rispetto al passato, plasmando così il lato strategico del gioco in una veste di epica verve. Perfino l’esplorazione ora assume una sua maestosa epicità, disseminando in quello che definiamo miaoverso una brulicante serie di dungeon stimolanti e dallo spensierato level design. Si cade talvolta in un fastidioso effetto esplorativo ridondante, ma il tutto è sopperito da un godibile sistema di combattimento, non allettante per i veterani del genere ma certamente appagante. Non manca un parco di missioni secondarie adatto a tutti, che rende il titolo piuttosto longevo per essere un progetto dalle esigue dimensioni, e ne caratterizza la libertà in quel che possiamo definire l’open world del miaoverso. La profondità scenica sulla mappa rompe la monotonia, ora grazie a un allettante sistema cooperativo, ora merito di una gestione del level design semplice, ma impeccabile. Manca, e ce ne dispiace, una maggiore caratterizzazione nel processo naturale di evoluzione strategica, che avrebbe garantito uno stimolo in più per tutti coloro che sono cresciuti a pane e RPG, ma ne capiamo il motivo. Il gioco non vuole aggredire il mercato con una formula nuova, ma proporre un punto di incontro tra gli utenti più esigenti e i casual player banalmente attratti dal mero rivestimento estetico. Non serve essere fruitori da una vita per partecipare ad una grande-piccola odissea, ma solo fame di avventura.
La più grande rivoluzione di Gentlesbros risiede però nel reparto cooperativo di Cat Quest 2, stimato motivo di orgoglio di questo nuovo capitolo. Come ricorderete sono due i gattini che compongono il nostro duo impavido, ma possiamo anche rendere l’avventura anche meno canonica. Sebbene l’utilizzo del secondo personaggio sia affidato ad una IA ben calibrata e mai inutile, il divertimento vero giunge condividendo la piccola odissea con un amico. La presenza di poteri arcani peculiari ed intercambiabili valorizza in modo significativo il gioco di squadra, permettendo di sperimentare e rilasciare il proprio potere distruttivo in completa armonia su schermo. Dirompenti incantesimi ad area e una leggiadra sequenza di colpi, in pieno stile hack and slash, alleggeriscono la difficoltà negli scontri e aumentano notevolmente l’asticella della spettacolarità scenica a schermo. I buffi disegni e le goliardiche animazioni che volteggiano nella mappa impreziosisco gradualmente la vivacità contenuta nel miaoverso, scongiurando il drammatico spettro del botton smash, che alle lunghe sarebbe diventato un elemento troppo evidente.