Overwatch Recensione della versione Switch | Le ultime settimane, per Blizzard Entertainment, sono state segnate da durissimi colpi. Tutto è iniziato con il caso Blitzchung, ovvero la sospensione di un atleta professionista per aver inneggiato alla liberazione di Hong Kong durante il torneo. L’incidente ha causato una vera e propria guerra tra l’azienda e il pubblico, caratterizzata da decisioni sbagliate, provocazioni e sabotaggi. Ciò di cui Blizzard ha bisogno adesso per risollevarsi il morale è un successo, che possa ristabilire gli animi e risanare una piccola parte della sua immagine. Questo potrebbe arrivare proprio da Overwatch, che è approdato su Nintendo Switch qualche giorno fa. Il porting su un’altra console comporta, oltre a ulteriori incassi, l’estensione della propria comunità di giocatori e un nuovo “inizio” per il titolo. Se però il passaggio fallisce, a causa di bug oppure svogliatezza, si rischia di perdere credibilità e fiducia da parte del pubblico. Su quale dei due fronti si pone il popolare FPS a squadre dopo il lancio? Per fortuna, su quello giusto.
Overwatch e Nintendo Switch sono una coppia che funziona, nonostante i dubbi iniziali fossero molti. Certo, la qualità del prodotto non è paragonabile ad altre versioni (soprattutto quella su PC, ovviamente) ma non è questo l’importante. Adesso possiamo portare il gioco ovunque vogliamo e condividerlo con nuovi giocatori. In merito a questo spenderemo qualche parola più tardi, ma andiamo in ordine. Per chi non lo conosce, Overwatch è uno sparatutto in prima persona multigiocatore, che mischia alla formula classica alcuni elementi del genere MOBA. Al posto di selezionare armi ed equipaggiamenti, infatti, a inizio partita dovremo scegliere un personaggio tra i tanti a disposizione. Ogni eroe copre uno specifico ruolo, possiede abilità uniche ed è adatto a particolari situazioni o squadre. Lo scopo del gioco è formare un team variegato e bilanciato per portare a termine un obiettivo, che può essere la conquista di una zona oppure spingere un carico attraverso la mappa. C’è anche una sezione arcade, che mette da parte regole e strategie per offrire nuove modalità di gioco. Ciascuno è libero di scegliere il proprio stile: potete specializzarvi nei personaggi a lungo raggio, proteggere la squadra con i tank, offrire sostegno con i supporti oppure giocare a pallacanestro nella base ignorando la partita.
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Adesso possiamo portare Overwatch ovunque vogliamo e condividerlo con nuovi giocatori
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Ora che abbiamo snocciolato le basi di Overwatch, passiamo ad analizzarne le prestazioni su questo nuovo hardware. Tagliamo subito la testa al toro: il gameplay è fissato a 30fps, una necessità per consentirne la fruizione, ma cui ci si abitua in fretta. Il framerate, nonostante questo, è straordinariamente stabile e soffre pochissimo anche durante i momenti più caotici degli scontri. Il gioco gira a 900p in modalità TV e 720p in portatile, un valore inferiore alle altre versioni ma essenzialmente trascurabile. In sostanza, Overwatch se la cava molto bene su Nintendo Switch e non fa pesare la differenza rispetto a PC, PlayStation 4 o Xbox One. D’altronde, non sarebbe tollerabile alzare questi valori e sacrificare invece le prestazioni, un fattore più che fondamentale per un multigiocatore competitivo. Ciò che invece arriva molte volte a dare fastidio è il lento caricamento dei modelli, che nei primi secondi di partita risultano invisibili. Nelle partite standard questo sarà raramente un problema, ma in altre modalità come il Deathmatch casuale, dove ad ogni morte si cambia personaggio, l’attesa si accumula e penalizza la fluidità del gameplay.
Parlando di meccaniche, il porting fornisce l’accesso ad un nuovo, e soprattutto molto utile, strumento: il giroscopio. Se utilizziamo la console in modalità portatile oppure impugniamo i Joy-Con, possiamo aggiustare la visuale con un semplice movimento delle mani. Se non siete abituati, questo sistema di controllo può risultare ostico da utilizzare, ma vi assicuriamo che con un po’ di allenamento diventerà facilmente uno dei vostri migliori amici. Sfruttare il giroscopio con eroi come Widowmaker o Hanzo permette di mettere a segno colpi più precisi. È possibile comunque disattivarlo attraverso il menu delle opzioni, e vi consigliamo di farlo se preferite mirare con lo stick. Per quanto riguarda il resto dei comandi, Blizzard ha fatto un ottimo lavoro ad assegnare tutte le funzioni ai tasti più adatti, che possono comunque essere modificati a piacimento. Ci sono tuttavia alcune incertezze, dovute probabilmente alla mappatura: alcuni personaggi possiedono infatti dei comandi poco intuitivi. Il caso peggiore di tutti è sicuramente quello di Moira, dove bisogna usare il tasto destro per attivare il braccio sinistro e viceversa. Se siete giocatori abituati a collegare gli input fisici a quelli visivi, rimarrete piuttosto disorientati nelle prime ore di gioco.
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Nintendo Switch fornisce l’accesso ad un nuovo, e soprattutto molto utile, strumento: il giroscopio
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La struttura del multiplayer è rimasta la stessa di sempre, pulita e soprattutto efficace. Creare gruppi con i propri amici ed entrare in partita è un’operazione semplice tanto quanto buttarsi nella mischia da soli. Non si nota quasi nessuna differenza dalla versione PC, perciò chi giunge da questo panorama si troverà immediatamente a casa. Un altro aspetto degna di nota è la chat vocale, perfettamente funzionante, che tuttavia fa sentire la mancanza di un microfono integrato nella console. Dovrete quindi procurarvi delle cuffie con microfono se desiderate interagire con gli altri utenti, ma almeno avete la certezza che potrete comunicare senza problemi. L’unico difetto del sistema è la mancanza di un tasto predefinito per attivare e disattivare la voce, rendendo necessario il sacrificio di un altro comando per introdurre questo. Se desiderate, questo fastidio può essere aggirato selezionando l’opzione per mantenere il microfono sempre attivo. In caso, fate attenzione a ciò che dite: prendere in giro un vostro compagno quando lui vi può sentire non è una situazione in cui vorreste ritrovarvi.
Ci sarebbero altri dettagli tecnici di cui potremmo parlarvi, come ad esempio il rapido consumo della batteria della Switch se giocate in modalità portatile. Dato che si tratta però di aspetti condivisi con titoli simili, vogliamo concludere questa recensione con una nota positiva. Qual è il miglior pregio di questo porting di Overwatch? La risposta è la creazione di una nuova community. Se giocate abitualmente su PC e avete raggiunto un livello alto, vi sarete già resi conto che la situazione in alcune parti del titolo si è stagnata. Molti utenti usano gli stessi eroi in continuazione, spesso quelli attualmente più forti, e in generale c’è un ambiente molto più tossico e meno tollerante. Nell’esperienza vissuta su Switch, invece, abbiamo notato un’atmosfera molto diversa: la voglia di sperimentare e divertirsi supera quella di vincere, c’è un forte desiderio di interagire con i compagni ed esplorare il gioco. Si sente ancora palpabile la magia che contraddistingue la scoperta di un mondo nuovo, che prima non era raggiungibile e adesso è lì, in mezzo alle proprie mani. Ma soprattutto, la gente non abbandona la partita durante il POTG e si ferma ad onorare i giocatori migliori di entrambe le squadre. Incredibile, vero?